Terza Generazione - anno I - n. 3 - dicembre 1953
pare la cosa più inutile e pi'li, anacro– nistica. R questa 1,a, conclu ione negativa, cui in fondo arrivano l.eonardi e j. palletti. E . allora, quale altra tra,da ci resta da per– <'Orrere~ Certo non quella di indugiare in considerazioni favorevoli verso la poesia di una generazione che ha in gran parte fallito il- suo compito. E qui ci richiamia– mo a certe affermazioni che Leonardi e Spalletti m.ettono in luce nel loro articolo. S~oprattutto quando vorrebbero che la no– .~tra generazione accettasse come 1.,n va– lo1·e a,ncora 1 ivo quella e< purezza e quella roncentra.zione )) che essi attribuiscono alla generazione degli ermetici. Ci pare q1.1,esto il primo loro eqiii,,;oco, e la pdma direzione sbagliata eh~ essi indicano alla te,rza generazione, perchè quei meriti che essi attribuiscono agli ermetici. vanno ricercati cronologi()a,mente più lontano. Semmai in Serra o addiritt1.tra in De Sanctis. ,ogliamo sottolineare que– ste cose, perchè in fondo rivelano tutto randa.mento e tutta l'impostaz·ione rlel discorso sulla poesia. Nè Leonardi nè F~palletti si sono preoccupati minima– mente nel loro articolo di indir-are a77a nuova generazione quale invece debba essere la linea di tradizione a cui essa deve allarcinrsi. E quando parliamo di lin<.>a di tradizione, dobbiamo addirittura dire che essi non sentono nemmeno il pro– blema di 1,edere le ragioni di questa sup– posta crisi proprio nella non continuità, di una precisa linea letteraria. Non basta, i olendo trattare del problema della poesia, guarda re soltanto agli 1.tltim-i, come se la nostra letteratura fosse nata soltanto l'al– tro ieri. Ed è inutile voler trattare del problema dell'autonomia dell'arte e dei rapporti dell'uomo con la società e il sito tempo, cercandone una conciliazione, quan– do il discorso vaga soltanto in una pro– spetti va senza punto di vista. .lf a anche se Leonardi e Rpalletti hanno rol1,to lasciare ad altri il compito di i1n– postare il problema in termini precisi, e si 80no atten11ti soltanto al generico, ai-rebbero almeno dovuto accennare allo 1 spirito di rivolta che portò molte lettera– ture strani ere alla nuova poesia. E 1·i– r,ua,·ào a questo, vogliamo qui soltanto a,rcennare alle due maggiori correnti let– tP-rarie del primo dopoguerra: espressio– nismo e surrea,lismo. Anche allora, come Oflfli, si trattava di superare una cosid– d<1tta rrisi. Ma i giovani di quella gene– , azione. non si adagiarono in un discorso BibliotecaGino Bianco r1enerico e cercarono soprattutto la realtà nnova, che era quella nata dalla e-volu– zione storica e sociale clei loro paesi. Una realtà che e si seppero trad11rre in poesia e in letteratura. proprio ritrovando una loro tradizione come il pu,nto di partenza per 101, rinno-,;a1nento estetico e stilistico. In Italia, inrece, questo non è avvenuto, P. i r,iovani d'oggi non dovrebbero cercare una giustificazione a qu,esto stato falli- 1nentare della, nostra cultura, ma dichia– ra re c1,pertamente le ragioni e il perchè del loro totale dissen o, e II on la sciarsi attrarre da vuote teori.zza~ioni o ria 11n falso logicismo. Pe1· questo, se ci sembra che, come già dicevamo, l'impostazione generale di Terza Gf>'nerazione sia ben azzeccata, non ritro– viamo invece, negli spunti di qu,elli rhe 'Porrebbero essere gli «inviti)) a 11n di– scorso culturale, l'esatta sensazione di 1.,1,na .~ieurezza che _qi'ustifichi la serietà delle proposte .. lbbiamo, in bre1 e, notato uno spacco profondo tra la precisione della for1n11,la, diciamo, <<morale)) della rivista e q11ella culturale. Dalle vaghe parole di Teonard i e palletti, alla sbrigativa con– fusione di Ludovico Incisa o all'inq11iettl– rline di A _qostino Paci, non abbiamo in– rontrato quella apert11,ra concorde, quella preparazione necessaria a costituire le prc>messe per 11,na sanatoria dell'attuale situai·ione deficitaria della cultura. Se rogliam,o che la ter~a generazione assuma 1,1,nafisionomia cu,lturale, 'U,n volto suo proprio nel nwnclo delle lettere, dobbiamo proclu 1-re i dorumenti di questa capaeità e di questa personalità. Dobbiamo opporre testi a testi, non volemiche ohe gi1~ano a 1vnoto, dobbiamo costituire una rete di inrontri e di organizzazioni che ci per– mettano cli fronteggiare la formidabile disponibilità della generazione precedente rhe difencle il proprio status con tutti i me.~zi di oui dispone. senza. risparmio di rolpi. Come redattori di una rivista letteraria, r·ui le molte lettere che regolarmente per- 1 engono in reda?·ione per,nettono di se– r1nare con discreta puntualità il polso rli ta,nta, parte della n1.tova. generazione let– teNtria e e1tlt11tale, osiamo insiste1·e sulla necessità. per gli uomini che s'affacciano a,lla dura problematica della loro esi.~ten– za, di giun_qere a 11,nam-pio discorso che revisioni radicalmente, dalle più nasroste fondamenta, l'intero apparato de17a cul– tura na,zionale. F{e, )fomenti, al rontrario di molte a,ltre 1·i1Jiste, a.nche tra le più serir, è ri1.1 scita ad aprire il « dialogo>) con le più giovani r1enerazioni e in particolare con gli ele– mC'nti di qnesta terza, cui tutti noi appar– teniamo. fino alla più remota provincia, ciò è dor11to al fatto che è riuscita a n1,pprescn tare pur con i riconosciuti di– fC'tti di ogni discorso costruito sul futuro e non . u un r·omodo passato, un cc p1.tnto rli riferimento>). Punto cli riferimento per le a,spiraz·ion i <li coloro che han no com– preso quanto ur{lente oggi sia, den11,nctare, e se del caso sprofondare, i valori equi– vori ·u cui poggia di questi tempi il nostro edificio c,ulturale. I cui padroni attuali, non dilnentichiamolo, hanno generosame1, te concesso ai giovani della terza 11enera– ~ione 11nicamente l'uso, e per di più co11 clizionato, dei soli locali di portineria. Le c·onrli.zioni base della vita sociale .·ono cam-biate. la condizione 1tomo ha subHo un ulteriore approfondimento. la civiltà cl elle macc-hine ha rivolu:donato i rapporti umani: tutte q11,estecose, e altre ancora c·he an'infinito si potrebbero cita– re, non sono pa. sate ini:ano nella coscien– ~·a di chi onestamente consideri la neces– sitèi di una diversa prospettiva letteraria. rome è accaduto ai gio1;ani francesi e tedeschi rleqli anni 1920-'30 che ebbero co– . ·cien.za di quanto intorno stara succe– dendo, e che cli q1.1,estacoscienza plasma– rono la loro tessa cult11ra. è necessario che anche noi, giovani italiani cli q'Uesta {lenerazione postbellica. che de17a r1i1erra e della resistenza ha vissuto le ore più intense anche versonalmente, è neces ario. ripetiamo, che consideriamo la situa,zione quale si è renuta determinando, e a que– sta situa.zione si pongano i rimedi rhe la nostra coscienza suggerisce. Coscienza di una. cultura n1.lova, di fronte alla dolorosa ('Ondizione di una cu,ltura vecchia che non r11ole, caparbiamente, aggiornarsi. Se l'urto in atto tra le due r,enerazioni si risolvesse in 11,nagenerosa e costruttiva polemica, sarebbe t1.ttto a vantaggio della ('Ult1..1,ra.Jla q11esto, finora, non è ai·-1:c- 11 uto: si è an~·i giunti a der1li estremi. mi ('OSì pericolosi in 1-etteratura, che fanno dubitare tnlrolta del significato e della serietà, stessa dei reciproci intenti. Il dia– lo!JO quindi con la genera.~:ione che ci vre– cede non ha potuto es.~ere instaurato. eom pito rli Terza Generazione e di tutte le I iriste e> di tutti coloro che- abbiano eh ia ro il valore del momento- in cui oi stiamo dilJatt< ndo, è cli aprirlo con le ge n<'ra.~ioni «nuore)>, le generazioni che ci sc>r111ono. le r,enc>ra~ioni future. Altrimenti si , ;.~chia l'isolamento, quel doloroso iso– la 111< nto dell'indiriduo rli cui riconosce il
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