Terza Generazione - anno I - n. 3 - dicembre 1953
si pensa bene, era l'unico atto su cui le popolazioni impoverite e i duchi pensosi delle loro rendite potessero trovarsi d'ac– cordo. Infatti è probabilmente dal secolo XV che a Traetto non c'è più un feudatario che svolga funzioni pubbliche nel governo del ducato: l'ultimo che pare svolgere an– cora questa funzione è il duca Onorato III Caetani, uno dei tanti baroni ribelli alla monarchia nel secolo XV. I successori dei Caetani nel dominio di Traetto, i Colonna, i Gonzaga, gli Stigliano, si disinteressarono sempre più di esso e i Carafa, che per via di parentela lo avrebbero dovuto avere al– l'estinzione della famiglia di Stigliano, lo dovettero ricomprare dal fisco che nel 1690 lo aveva messo all'asta per pagare i forti debiti di quella famiglia. E' in questa occasione che si hanno mol– te notizie per la conoscenza dello stato del– l'università di Coreno. Ormai l'agricoltura ha preso piede riducendo il peso del bosco: si produce legno di leccio e di quercia, e ci sono 100 porci, 100 vaccine, 1000 capre, ma si raccoglie grano, avena, fave, grano d'india, olive, fieno. L'unico prodotto di esportazione è l'olio, che pare abbondante ed è lavorato in loco. La popolazione lavora in proprio e anche per terzi e il lavoro dei campi è diffuso tra le donne (ciò che è an– che oggi). L'università non doveva essere del tutto sprovveduta di beni, perchè la sua ren– dita, sempre nel 1690, è di 139 ducati, (quando tutta Coreno ne paga 302 di tasse) e perchè mantenne per tutto il XVII e XVIII secolo un certo numero di soldati contro i briganti. In tutti i modi l'univer– sità dovette costituire una valvola di sicu– rezza importante, se per esempio nella ca– restia del 1764, che colpì molte regioni d'Italia, il paese si salvò dalle estreme con– seguenze dj essa, grazie alla sua produzione di olio. E fu anche probabilmente il punto di forza per le rivendicazioni dei con– tadini, come quando nel 1772 protestò contro la non tassazione dei beni ecclesia– stici, abbondanti, pare, fino al 1860. Ma se si ricorda che il secolo XVII vide l'estendersi continuo delle azioni di riscatto delle comunità, il fatto che a Coreno ciò non si sia verificato dà la misura della im– possibilità del comune a porsi obiettivi di grande impegno. L'intervento borghese aggrava la • crisi Il condizionamento di fondo delle diffi– coltà ambientali, sempre gravi e in certo qual modo crescenti, e le deficienze struttu– rali constatate nella costruzione di una co– munità agricola dai nuclei originari di pa– stori e boscaioli, dovevano venire dramma– ticamente in luce non appena su un orga– nismo statico, chiuso nell'economia di con– sumo, si esercitò l'azione di idee e di in– dirizzi moderni. Quando cioè cominciò a esercitarsi su Coreno l'influenza della eco– nomia di mercato, sia pure indirettamente, attraverso i nuovi indirizzi giuridici, poli– tici e sociali: è stata questa un'azione che ha posto in crisi in Italia paesi ben più solidamente strutturati, e zone agricole na– turalmente più ricche. La situazione attuale Quando nel 1806 la sostituzione del bor– ghese al nobile con funzioni di vicarianza era già da tempo avviata, l'eversione della feudalità darà uno scrollone decisivo anche alla debole università di Coreno, e alla sua funzione di difesa. Dal 1806 al 1825 si li– quidano i suoi beni, ma è improbabile che essi siano riscattati completamente e subito dai contadini, giacchè il Riccardelli affer– ma che ancora nel 1873 la famiglia Carafa possedeva in proprietà una parte dei ter– reni prima posseduti feudalmente. La successiva alienazione dei beni eccle– siastici e l'introduzione delle leggi succes– sorie italiane deve essersi risolta a favore della grande proprietà e della frammenta– zione della piccola: finchè, molto proba– bilmente. è stata la stessa grande proprietà, dopo aver sfruttato il bosco residuo (specie dopo la costruzione della strada nel penul– timo decennio del secolo), che con una serie di vendite ha determinato la situazione attuale di piccola proprietà non autonoma. . ~ ;t.,,,./~·. ;,t, Aratro-chiodo usato dei contadini d, Coreno 8 bliotecaGino Bianco Queste vendite devono esse!' state com– piute molto prima della guerra del '14 perchè nell'inchiesta dell'INEA sulla pic– cola proprietà formatasi nel dopoguerra 13 la zona non è nominata. E poichè tra le cause di formazione del– la piccola proprietà quella inchiesta consi– dera anche l'emigrazione con le sue ri– messe di denaro, siamo autorizzati a con– cludere in primo luogo che la struttura proprietaria attuale doveva essere già de– lineata in sostanza nei primi decenni de! regno d'Italia; e in secondo luogo che l'abbondante emigrazione avvenuta fra il 1870 e il 1921 è stata senza ritorno e sen– za rimesse per comprare la terra dei pa– dri: un'altra prova dell'inesistenza di le– gami comunitari. Così oggi la proprietà su una superficie agraria e forestale complessiva di 255·4 ha., si presenta frazionata in 3126 proprietà sotto i 2 ha. per complessivi 840 ha.: 714 proprietà tra i 2 e i 10 ha. per 779 ha.; 26 tra i 10 e i 25 per 403 ha.; 11 pro– prietà tra 25 e 100 ha. e 1 oltre i 100 14. Quanto agli imponibili 1035 proprietà hanno imponibili inferiori a 100, 634 han– no imponibili tra 100 e 400 e 205 tra 400 e 1000 lire 1 5. Rispetto alle imprese do– mina la proprietà coltivatrice. Il posto « secondario » dell'agricoltura dovuto al suo sviluppo in una fase di pro– gressivo immiserimento, fa sì che la tecni– ca agricola resti a un bassissimo livello: non solo la semina è fatta come abbiamo descritto e le rese, conseguentemente, sono in media di 3-5 q. ad ettaro (sulla stessa superficie se ne semina 1 quintale), ma gli 01iV1., che fino al 1764 erano floridi, dànno pochissimo prodotto, sono attaccati dalle malattie, non potati, non concimati, e per di più sono suddivisi al punto che un pro– prietario ne ha solo due o tre piante. C'è stato qui un vero decadimento tecni– co soprattutto per gli olivi, che non devo– no essere stati rinnovati da parecchio tem– po. Sono stati fatti estesi terrazzamenti, con i loro muri a secco che si allargano conti– nuamente, ma tuttavia crollano spesso. Ora, a parte l'analisi particolare delle pen– denze del terreno che potrebbero rivelare l'esistenza di terrazzamenti in zone con pendenza troppo forte per questa sistema– zione, bisogna ricordare in primo luogo che il terrazzamento richiede un notevole dispendio di manodopera, possibile solo nelle zone dove prevale la piccola proprie- la INEA, Inchiesta sulla piccola proprietà rolti– vatrice formatasi nel dopoguerra ( vol. 14), Roma, 1928. 14 Ma le ultime cifre sull'estensione della pro– prietà non debbono confondere: si tratta gene– ralmente di montagna, dove su molte decine di ettari si allevano oggi solo pochi animali. Del resto, percorrendo il paese, non si notano diffe– renziazioni sensibili di classe. Le poche ville mo– derne hanno proprietari che ritraggono altrove fonti di reddito. Nè esistono altre attività impor– tanti fuori dell'agricoltura. Non si può parlare di veri e propri negozi, e la fiera annuale è di secondaria importanza; nessuno frequenta le fiere e i mercati vicini abitualmente, ma ci si reca a essi s·olo quando occorre comprare qualcosa per reintegrare le scorte. l5 INEA, La distribuzione. della proprietà fon– diaria - Lazio.
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