Terza Generazione - anno I - n. 2 - novembre 1953
Nel dal . . momento in cui lavoro animale, la scienza e la tecnica permetterebbero la liberazione dell'umanità le attuali strutture ideali e istituzionali lo impediscono Si può dire che, tranne un certo numero di esempi isolati, la rivoluzione industria– le ha fino ad oggi soppiantato l'uomo e l'animale come fonti di energia, senza ave– re avuto però una qualsiasi profonda in– fluenza sulle altre funzioni dell'uomo. Tut– to ciò che un operaio non qualificato può oggi fare per guadagnarsi da vivere è di lavorare come una specie di assistente vi– cino alle macchine operatrici. In tutte le attività più importanti, l'uomo, che non ha altro da vendere se non la sua forza fisi– ca, non può vendere nulla che valga la pena di essere comperato. Proviamo ora ad immaginare un'epoca in cui il lavoro sarà reso completamente automatico. Consideriamo per esempio quale sarà la fabbrica di automobili del fu– turo, e in particolare la catena di montag– gio, che è uno dei principali reparti delle fabbriche che impiegano più unità lavo– rative. Anzitutto la serie delle operazioni sarà controllata da un dispositivo simile al– le moderne calcolatrici ad alta velocità. Ho detto più volte che la calcolatrice ad alta velocità è prima di tutto una macchina lo– gica, che confronta fra di loro più propo– sizioni e trae da esse alcune conseguenze ... Le istruzioni a una macchina di questo tipo, e anche qui mi riferisco alla tecnica presente, sono impartite con quello che noi chiamiamo il sistema dell'immissione a na– stro. I comandi dati alla macchina possono essere completamente predeterminati. E' possibile anche che la soluzione delle par– ticolari difficoltà incontrate dalla macchina nel suo compito sia affidata, come base per una ulteriore regolazione, a una specie di nuovo nastro di comando costruito dalla macchina stessa, oppure a una modificazio– ne del nastro vecchio eseguita sempre dal– la macchina. Tali processi possono essere paragonati al processo di apprendimento. La calcolatrice rappresenta il cuore della fabbrica automatica, ma essa non sarà mai l'intera fabbrica. Da un lato essa riceve le sue istruzioni dettagliate da elementi che svolgono la funzione di organi sensori. Dicendo organi sensori, intendo riferirmi a dispositivi come le cellule fotoelettriche, Biblioteca Gino Bianco 1 ponti capacitivi per il controllo dello spessore di fogli di carta, gli strumenti per la misurazione della concentrazione di ioni idrogeno, e l'intera serie degli apparecchi costruiti dalle fabbriche di strumenti di misura per i controlli dei processi indu– striali. Questi strumenti vengono già fab– bricati in modo che possano segnalare elet– tricamente le loro indicazioni a centrali assai lontane. Tutto ciò di cui essi hanno bisogno per poter introdurre le loro infor– maz1on1 1n un calcolatore automatico ad alta velocità, è un apparecchio rivelatore che traduca la posizione o scala in un mo– dello di cifre consecutive. Tali apparecchi già esistono e non offrono grandi difficoltà nè di principio nè di dettagli costruttivi. Il problema dell'organo di senso non è nuo– vo e 1n pratica esso è già risolto. Oltre a questi organi sensori, il sistema di governo deve comprendere esecutori, e cioè elementi che agiscono sul mondo esterno. Alcuni di questi elementi sono or– mai familiari, come i motori che regolano i movimenti delle valvole, le morse elettriche e così via. Altri devono ancora essere in– ventati, per riprodurre ancora più accura– tamente le funzioni della mano dell'uomo nella misura in cui questa è integrata dal- 1' occhio umano. Nella costruzione di telai per automo– bili, per esempio, è perfettamente p9ssibile sui pezzi in lavorazione formare alcune sporgenze metalliche su superfici lisce co– me punti di riferimento. Lo strumento, sia esso un trapano o un ribaditore o qualsiasi altro utensile, può essere portato abbastan– za vicino a queste superfici da un mecca– nismo fotoelettrico impressionato, per esem– pio, da macchie di vernice. L'ultimo spo– stamento può portare l'utensile contro le superfici di riferimento fino a stabilire un contatto stabile, ma senza intaccare il pez– zo. Questo è soltanto un modo per esegui– re il lavoro. Qualunque tecnico competen– te pç>trebbe ideare una dozzina di altri provvedimenti. Naturalmente, noi presupponiamo che gli strumenti che rispetto al sistema agi– scono come organi sensori, registrino non soltanto lo stato iniziale del lavoro, ma an- che il risultato delle operaz1on1 compiute nel corso di tutti i processi precedenti. In tal modo la macchina può eseguire ope– razioni di retroazione, sia quelle di tipo più semplice, oggi interamente comprese, sia quelle che implicano processi più complessi di selezione, regolate dalla cen– trale di comando come sistema logico o matematico. In altri termini, il sistema ge– nerale corrisponderà all'animale complesso con organi sensori, esecutori e propriocet– tori, e non, come nella calcolatrice ultra– rapida, a un cervello isolato che dipenda per le esperienze e per il suo funzionamen– to dal nostro intervento. Il ritmo con cui questi nuovi apparec– chi sono destinati ad entrare nei processi industriali di lavorazione, varia grande– mente a seconda delle diverse industrie. I dispositivi automatici, che possono non corrispondere con esattezza a quelli da me descritti, ma che svolgono più o meno le stesse funzioni, sono già diffusamente im– piegati nelle industrie con processi di la– vorazione continui, come scatolifici, lami– natoi a nastro continuo, fabbriche di cavi e conduttori elettrici o di lamiere stagna– te, e sono comuni anche nelle cartiere, do– ve la produzione è egualmente continua. Ma essi sono indispensabili anche in quel tipo di fabbrica in cui il governo di mac– chine o impianti è troppo rischioso per le vite di un considerevole numero di operai, e nelle quali una congiuntura di emer– genza ha probabilmente conseguenze così serie e gravi che ogni eventualità dovrebbe essere valutata preventivamente, anzichè essere oggetto delle decisioni affrettate di qualcuno sul posto. Se invece si predispo– ne un sistema di governo, esso può essere tradotto in un codice di dati che rego– leranno il processo di lavorazione io con– formità alle indicazioni dello strumento. In altri termini, in queste fabbriche, dovrebbe prevalere un sistema abbastanza simile a quello degli apparati centralizzati pel"' la manovra dei segnali e degli scambi nelle cabine lungo le ferrovie. Questo sistema è già seguito nelle raffinerie di petrolio, in numerosi stabilimenti chimici, e nei lavori
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