Terza Generazione - anno I - n. 1 - ottobre 1953
". · Atto di· libertà lora, in un mo-mento di gravi scelte per fa comunità nazionale, si esprimeva in termini tòtali e pareva desti11ata ad a.~– ,{(orbire l'intera vita civile. La saldatura tra l'ideale totale della coinunione umç– na. e l'azione politica creò nei giovani la facile itiusione di poter ottenere tale co– mu ~1 ione con la facilità dei mezzi este– riori (ria lla legge. alla tattica politica, al comizio, alla stampa) <> fece dei gio– vani un elernento pericoloso della lotta politicn in Italia in quanto tendenti, sot– to la spinta di un ideale umano totale, ehe non ammetteva transazioni, alla ·ri– cerca di soluzioni definitive che la situa– zione non potevll. so.~tenere. L'iniziativa J)olitfoa giovani-le si svolgeva nel senso <li una ma.~simalizzazione della lotta po– litica tra i partiti tradizionali e all'·in– terno di essi: fino a che i capi dei par– titi non eliminarono tali pressioni anar– coidi, affidando ai giovani «inquieti» po– sti di responsabilità nc[Jli apparati or– ganizzativi e rendendoli così solidali irl · modo diretto alla linea politica 1,fficiale. parole << completarnente svuotati e inuti– li >>.E' que8fa la quota zero in cui la ge– nerazione si 1:a ritrovando corne realtà un,itaria e da c1ti come realtà unitaria rlerc ripartire. Qui ci 8i vuò incontrare per fondare nella oornune ricerca la no– .<slra profonda 'llnità di i:ita e di azione. ... • .. • Caro Mu_sizza, le parole, con cui tu hai ,·isposto alla «Presentazione», sono sta– te per noi molto itnportanti · perc1tè ci hanno dato_ una conferma incoraggian– te dell'iilèa che ci ha condotti a << Terza Generazione->. Tu, hai dato parole a un'esperienza ·umana che noi abbiamo · compreso ·in parté rivivendola in noi stessi, ma per parte mag_giore vedendola vi~suta da al– tri. La nostra conoscenza è dunq1:e in– diretta : per questo l'arricchimento di .. (Juelli che l'esperienza della genera.eionc hanno vi.,suto in termini più pieni è di– retti ha per noi una grande importanza. Sia fu che noi apparteniamo alla me– desima generazione: ma alcuni di noi rappresentano quella parte di essa che è gi11nta all'azione partecipando agli 111- timi bagliori di un'esperienza storica mal'Urata durante la nostra infanzia. Nel 1945 avevamo vent'anni: · abba- · ,~ta·nza ·pcrchè -la lotta politica ci a[fa– ,'fcinasse e ci traséinasse. E « la politi('a era . tutto». IJ proòlema che ci 1HolìePa <?t·a già; a un grado di coscienza molto inferiore al tuo, il problema della 110- .~tro qenerazion<', il - problema della so– litudine e della separazione dell'uomo <lall'uorno, il problema della fonda~ione rii un'a,utentica comunione umana tra . le persone: solo che sì operava in noi 111.,a. saldatura semplice tra questo no– stro JJroblenia e la lotta politica, ('7le al- • - renne quindi bruscamente rotta la conta1ninazione tra la tensione giovani– le alla coniunità tota;e e i mezzi <lella direzione della lotta politica: la genera– zione fn lasciata ad affrontare il suo problema uniano sola, con tutti i van– taggi e gli svantaggi <'Il<> la soUtudine comportava. Cominciò allora ad appari– re l'unità della iJenerazione, sia pure su un piano ·negativo: perchè sia q1.1,elli co– me -noi che avevano fatto politica, che c1uelli corne te, che non l'avevano fatta, si souo sentJti allora, per usare le tue • ~roi abbiarno buttato via il politici– ,'1mo: e do1vrr1no ancora lottare, in noi e fuori di noi, contro la radice di que– sto vizio, contro tutto ciò <'he faccia del– l'azion-e umana non un rnezzo di cornu– nione, rna uno strumento per rendere l'1,01no forzosarnente tribtttario dell'altro uomo. 'l'u hai buttato via il falso spiritu,aU– sm,o pseudoroniantico, il culto segreto 'della «consoience malheureuse», la forma più silenziosa e p<Jricolosa <lel culto del– la .<solitu<line e della separazione. Que– sto culto lo abbia1no trovato 1nolto spe8- .so tra, gli « intellettuali>> della 110.'Jtra generazione: ora coperto da una acce– zione pseudoprotestantica del cristiane– sinw, ora da una accettazione verbale o ostentata della «durezza» degli attuali termini della lotta politica del proleta– riato, ora espreS$O in -un'evasione .~co– perta nel mondo della « letteratura». In ognuna ai q11este posizioni abbiamo sen– tito i7 rnecle.<sinio idolo occulto; la .sepa– razione della persona clal senso reale 1leUa vita e quindi l'abuso di parole, che in<licamo ben più alte e 11rnan,e esperien,. Z6-, a coprire la povertà di ·umanità di 11na persona dominata dal ti.more di 1 1:i– vere. .. G. B. .. Occorre salvare duro mistero l'anima antica del nostro paese, con i suoi perenni contrasti ed il suo .. . . ... • -· Cari amici, fra i temi che si propongono alla nostra generazione _quello di affrontare il problema della società nazio– nale nella sua totalità, esercita un richiamo indubbia– mente più concreto di ogni altro per chi, come me, ha sempre sentito il valore di certe pregiudiziali, ap– punto perchè apparivano come soluzioni « dal di den– tro » ossia « nazionali ». D'altra parte, quale questione richiede più di questa che si pa1-ta da ~ero? Quale que– stion~ richiede con la medesima assolutezza di questa la rinuncia a qualsiasi- piattaforma di scuola, a qual– siasi su§sidio ideologico? Ogni tentativo di serrare io formule precostituite la vita storica di una ··nazione è destinato inevitabilmente al fallimento. Non si può imporre alla realtà che ci .preme un destino estraneo ad essa, una vocazione non appropriata. Non si possono coartare i modi di vita ... • . . . ,, plicano non la forma, ma la sostanza, tutta l'amara tragica sostanza della vita sociale italiana. L'ambiente io cui muoviamo, ci appare diverso dall'immagine più o meno ufficiale, anche se di parte, cui eravamo abi– tuati. Cerchiamo di conoscerlo, ma non sappiamo co– me fare. Personaggi e masse, platee e palcoscenico ci parlano sì nel linguaggio che noi abbiamo appreso n~i libri, - e sono ancora _possibili giustificazioni libre– sçhe alle mille cose che ci disorientano - ma in realtà le parole hanno un suono che noi o disconosciamo o non siamo ancora in grado di intendere. • - codificati da un'omertà secolare uniformandoli a uno stile minoritario o esotico. Non si può proporre un dialogo i cui termini rimangono ignorati od oscuri o peggio impopolari. . Nel JlOStro ambito giovanile parliamo tra noi, intes– siamo le fila di un dialogo da lungo desiderato per dare un senso alla generazione. In realtà non saprem– mo indicare a questa, altra missione fuorchè quèlla di essere se stessa. E nell'ambito della vita sociale, di que– sta somma di vita cittadina e rurale, di civiltà regionali e di circoli cosmopoliti, non sapremmo indicare al paese altra vocazione che quella di essere se stessa. Du– bitiamo del valore intrinseco delle istituzioni e delle riforme. Nel momento politico si. conclude a lun_ga sca– denza la vita sociale, la cultura di intere generazioni. .. Bibliotec Nella vita d'oggi, che segna il punto massimo della crisi che falsa la lotta politica in Italia, i termini del colloquio tra governo e opposizione, il gioco stesso delle parti, non si saldano alla realtà vJva del paese, non affondano le loro radici nella vecchia terra ita– liana, chè anzi il diaframma tra il dogmatismo di par– tito e le· confuse esigenze popolari è giunto al suo massimo spessore. Si sènte la necessità improrogabile di un ouoyo discorso. Si affacciano domande che im- Gino Bianco Ma le nostre incertezze; le nostre esitazioni, le no– stre impossibilità di oggi hanno un valore che quelle di altri te~pi non possedevano. Mai l'urgenza di solu- . . ' ' .. . 21001 e stata cosi perentoria. Non si vive più nella piccola patria di provincia, cui sorride un avvenire tranquillo, cui basta riaccen– dere la fiaccola spenta, cingere l'elmo e impugnare il gladio romano per essere la grande potenza di domani, 31 . - ..
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=