Terza Generazione - anno I - n. 1 - ottobre 1953
con l'azione degli uomini e delle classi so– ciali, quella che si potrebbe definire « l'esi– stenza di due Toscane>. Nel volume sull' « Economia agraria del– la Toscana,. (3) le due Toscane sono de– finite così: « l'una (la settentrionale) fin dall'età dei Comuni a più intenso sviluppo cittadino, mercantile, industriale, a più in– tensa agricoltura, a più densa popolazione; la seconda (la meridionale) con caratteri opposti, con più lunga durata di un'econo– mia a tipo feudale, più strettamente feu– dale, men raffinata ». Da questi caratteri deriva che l'incremento demografico della provincia di Siena è il più basso di tutta la Toscana dal 1551 a oggi, e che la per– centuale di rurali, esclusi i centri superiori a 20.000 abitanti, è in questa provincia del 71 °~. Vi dominano vaste zone argillose; in Val d'Orda un comprensorio di bonifi– ca di 34.000 ha. combatte lentamente l'ero– sione superficiale con le colmate di monte. Particolarmente interessante un carattere agronomico, comune del resto a tutti i ter– reni toscani di tipo argilloso, cioè « lo scarso e talvolta nullo adattamento alla cultura legnosa» (4). D'altra parte la mez– zadria è il contratto tipico della provincia di Siena: su 368.649 ha. di superficie pro– duttiva della provincia 214.757 sono in mano di proprietari imprenditori che usa– no mano d'opera di coloni parziari; rife– rendosi alla superficie lavorabile 204.677 ha., 179.425 ha. sono coltivati da coloni . . parziari. D'altra parte, considerando la Toscana nel suo complesso, i terreni che esistono . . . . . . ' 1n una zona esistono 10 camp1on1 p1u o meno vasti nell'altra (5). Ora l'opera del– l'uomo è capace di trasformare una regio– ne non solo con la rapidità e l'intensità odierna ma anche con la lentezza e la te– nacia dei tempi antichi; a parte questo, risulta che se esistevano dei limiti natura– li all'azione umana essi erano presenti in ambedue le Toscane, sia pure in diverse combinazioni. Per eliminare quindi dal nostro ragio– namento anche l'elemento _perturbatore delle combinazioni degli ostacoli in diver– se quantità, si possono confrontare due re– gioni simili dal punto di vista pedologico e che anzi costituiscono sulla carta come un prolungamento l'una dell'altra: la zo– na che ha per asse la Cassia nel tratto da Radicofani a Siena, e la Val d'Elsa da Sie– na a Empoli, la prima compresa nella To– scana « senese », la seconda in quella « fio– rentina »: i terreni delle due aree sono gli stessi, argillosi, sabbiosi e sabbiosi-argillo– si. A parte l'aspetto esteriore delle due zone che oggi contrasta nettamente, basta con– siderare che la Val d'Elsa è compresa nella « circoscrizione economico-agraria di colli– na intensiva con viti e olivi in cultura pro– miscua » e l'altra zona nella « circoscrizio– ne di collina estensiva senza culture legnose agrarie » per rendersi conto della diversità che corre tra esse (6). In realtà la gravitazione della Val d'Elsa nell'orbita fiorentina ha fatto sì che l' « ac– cumulazione» maggiore di ricchezza e di capitali raggiunta da Firenze e il suo mag– gior respiro economico l'abbiano condot– ta, proprio mentre si delineava la sua de– cadenza a portare ad un livello più alto, con un lavoro di secoli, le condizioni del o eca ~,no 1anco
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