La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 17/18 - lug.-ago. 1996

GIRO D'ITALIA LE CREATURE, A FIRENZE Carmelo Argentieri Siamo dunque qui, nelle quattro stanzette dell' Arcigay-Arcilesbica di via del Leone a Firenze, praticamente a San Frediano, in una zona che è insieme centro, sulla carta e nello spirito della città, e periferia, per come rompe con lo spazio metropolitano verso intensità di convivenza (e sopravvivenza) primitive - un portone più avanti nella stessa via c'è l'Arcobaleno, centro di accoglienza immigrati - e per come custodisce in sé quell'odore umido di contrada, pratoliniano-popolare, che nel centro "buono" direzionai-turistico non si respira più. Siamo qui, Teresa e io, ad aspettare che Luca e Stefania, volontari, smettano di sfaccendare con scope palette e stracci e decidano di darci udienza. C1 spiegano che ci sono alcuni compleanni da festeggiare, perciò prima che gli altri arrivino, devono dare una ripulita alle stanze. Se possiamo aspettare ... "Se vuoi, se questa non ti va bene, ti racconto la mia di storia": così ieri Teresa. Teresa è molto generosa, di quella generosità un po' veggente e sconsiderata che previene, anticipa le tue richieste, in un modo così intempestivo che ti ris{)armia la fatica di formularle in testa e di esplicitarle a parole. Se non sapessi che la sua storia meriterebbe davvero di essere raccontata, penserei che sarebbe capace di inventarsela per aiutarmi. Teresa è volontaria al consultorio, qui: fa assistenza domiciliare ai sieropositivi e ai malati di Aids. E studia. E lavora per mantenersi. Insomma, di quelle persone che riescono a fare tutto e a conservare uno sguardo limpido, mai affaticato. Inattaccabili. Ieri le avevo detto che cercavo una storia: una bella storia da raccontare. Anzi le avevo detto così: sto apettando che una storia mi trovi. Si è messa a ridere. Aspettare ... Teresa deve avere un senso del tempo più denso del mio, più continuo e inesausto, senza vuoti, cesure o tentennamenti. Stando a contatto quotidianamente con chi il tempo l'ha avuto in prestito dalla morte e dovendo misurare per sé gli spazi, in una ~iornata, da assegnare allo studio e quelli da destmare al lavoro, non può concepire l'attesa se non come spreco, interruzione di attività. A niente sono valsi i miei tentativi di spiegarle che attendere è anche mettersi in ascolto. "Stronzate. Usciamo e la storia si trova, no?" Infatti oggi, sabato, Teresa ha voluto che io andassi con lei ali' Arcigay. Ecco, dice, qui ci sono tutte le storie che vuoi: tristi o no. Sorride. Sono appena le 16. Il campanello comincia a suonare e le stanze si popolano di diciassettenni e diciottenni che entrano a rate, a frotte dalla porta più stretta. Studenti di scuole superiori per lo più, o anche ragazzi che lavorano, SUOLEDI VENTO ma sono la minoranza. Giuseppe, vent'anni, lavora come visagista in un centro di estetica e ci racconta che questa è la sua seconda volta: "io ci sto bene ... è bello poter parlare con ragazzi della tua età che magari fuori hanno le tue stesse paure; fa bene sentirsi a proprio agio qui dentro. Poi io frequentavo l'Arcigay di Empoli quando vivevo lì, ho esperienza di ques~i {)Osti"_.Si avvicina E~rico, ~nche lui nuov1ss1mo, s1presenta un po spaurito, mano sudatissima, non sembra fiorentmo. Siamo lì a chiacchierare e a farci raccontare le loro storie, quando Luca ci viene incontro. Luca, ventidue anni, è il leader, il coordinatore del gruppo - al momento in cui abbiamo chiesto di lui, la psicologa del consultorio ce l'ha descritto come un ragazzo dalle sopracciglia mooolto folte, facendo con le dita i tentacolini sugli occhi - è da lui che è partita l'idea di fissare un appuntamento settimanale il sabato, dalle 16 alle 19, in cui tutti i più piccoli potessero ritrovarsi. L'iniziativa è stata pubblicizzata su alcune delle più importanti testate nazionali ("La repubblica", "Il manifesto", "Extra" ... ), sulla stampa locale e si sono affissi annunci anche nelle bacheche dell'università e in alcune scuole superiori. Pare che abbia funzionato. "Cip e Ciop o Le Creature. Il gruppo si è costituito nel settembre del '95, ma è in continua espansione. La sua caratteristica sta proprio, l'avete visto voi stessi, nell'età molto giovane dei ragazzi". Gli chiedo se è al corrente di altri gruppi in Italia. "Sì, ce n'è uno a Brindisi e uno a Verona. Con quest'ultimo soprattutto abbiamo anche scambi di riviste e di suggerimenti, idee. Contiamo, comunque, di rendere più fitti i contatti sia con Brindisi che con Verona". Gli domando quali siano i propositi, i progetti di Le Creature e subito, dalla qualità del suo sguardo mi accorgo della banalità della domanda. Si acciglia come solo uno con le sue sopracciglia può fare. Il gruppo, spiega, per il momento intende mantenersi il più possibile informale, non ambisce ad assumere un carattere di ufficialità e soprattutto, tiene a sottolineare, "non è un centro di formazione reclute per il volontariato dentro l'Arei". Lui è anche volontario, è consulente telefonico, ma questo è un fatto puramente accidentale. Le Creature sono una cosa a sé, un po' speciale, staccata dalla struttura che la ospita. Sì, va bene, ma cosa fate? "Beh, si organizzano incontri sul tema dell'omosessualità, sul rapporto con le famiglie e con la scuola ... si parla fra di noi, ci si aiuta, ci si ascolta. È fondamentale l'accoglienza: visto che stiamo crescendo di numero, lavoriamo molto sul piano dell'accoglienza dei ragazzi e cerchiamo di infondere loro il senso, il valore del vedersi, del frequentarsi. Lo scopo principale del gruppo è l'impegno alla solidarietà, è il sostegno reci.r.roco, l'autosostegno". L'età è veramente ti dato più straordinario di questi ragazzi - anche se per qualcuno l'età anagrafica conta relativamente - che riescono a prendere così f recocemente consapevolezza di sé e a trovare i coraggio di andare ali' Arcigay. Firenze è meta da molti anni di un particolare jet-set omosessuale di doppio segno, che individua in Radclyffe Hall e in Oscar Wilde i propri numi tutelari. Qui molti locali, oltre a quelli che tradizionalmente si rivolgono a un'utenza gay (valga per tutti il Tabasco), cercarro da qualche anno di promuovere serate "diverse" durante la settimana. Perché fa fico, politically correct e porta soldi. È recentissima

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