La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 17/18 - lug.-ago. 1996

lutamente minoritario (balugina qui e là in "Cenere" e "Comma") rimanda immediatamente alla letteratura giovanile, e infatti prevale nella rivista post-beat "Pulp": "Il buio. /La solitudine, il vuoto, /la luce che Rischiara l'anima, /È come una stella /In una cieca notte invernale /Invece Pensieri, Problemi, Preoccupazioni, I Affollano la mia mente, /In quella calda notte d'estate /È già domani, E allora/ chi se ne frega?, /Ci penserò un'altra volta -----··----- --------- nnr.1_LL ("Pulp", 1, 1996). Per un dispiegamento completo di questo atteggiamento, per leggerlo in modo accettabile, dobbiamo però ricorrere alla letteratura "generazionale alta" torinese, il cui rappresentante ufficiale è Culicchia. L'invettiva morale trionfa però in una rivista come "L'Analogia" (2, 1996): "Io sto coi poveri. Chi è ricco lo è perché, direttamente o indirettamente, ha rubato. Per questo credo nell'uguaglianza sociale ... Non sopporto gli uomini con l'aria da macho o da falso intellettuale che cambiano una donna al giorno". Diverso è il registro ma non a sostanza con l'editoriale di "Riff Raff"(2, 1993), rivista peraltro riconducibile alle suggestioni intellettuaji de "Il Manifesto": Decisivo pure, non concedere spazio alcuno alle tendenze oltranziste della deriva neoautoritaria: sia nella forma del razzismo, del neonazismo, del militarismo o come perbènismo conservatore. Noi tutti, in piccolo, possiamo fare qualcosa: l'Università, ad SUOLE DI VENTO esempio, è uno dei terreni su cui è possibile iniziare a giovare questa partita. Dotandosi di strumenti capaci di ricomporre i terminali di una critica alla funzione economica, amministrativa e ideologica dell'Università". Può anche accadere che una sovrapposizione di manierismo e esuberanza idealistica generi, nella forma di un donchisciottismo battagliero non alieno da attrazioni fantasy, un involontario effetto comico: "Avvolta nella città moderna/ nel Pierrot di Lamiera/ c'è una giovane donna sola/ Donna fatale di fine millennio/ ...Incontrerò lo gnomo?/ Passo a passo/ sul bordo del fiume/ Lo fermerò con carezze e moine?/ Ne condurrò le smorfie degli istinti?/ Incontrerò lo Gnomo/ Gli parlerò/ Lo bacerò/ Lo scoperò? ..." ("Epodé" 2, 1, 1996). Questo tipo di scrittura ci mette di fronte al dato fondamentale condiviso dalla maggior parte di queste riviste (meno esposte al comico sono invece le testate più formalistiche tipo "Zadig", quelle più generazionali tipo "Pulp", e quelle più pragmatiche tipo "Comma"): l'eterogeneità dell'eroe comico nei confronti del mondo reale si riproduce, e questo ~enera l'involontaria comicità dei testi delle riviste, nell'impermeabilità dei gruppi redazionali al confronto con i lettori reali dell'Università. Si ha l'impressione che scrivano per se stessi, che gli inviti a collaborare siano un rituale democraticistico, che l'impulso a creare riviste prescinda da ogni elaborazione di una materia studentesca comune alla vita studentesca (quest'ultima critica è stata rivolta a "Zadig" da un gruppo di studenti di Architettura ai quali la rivista ha risposto con un editoriale dal titolo Esiste una cultura giovanile?: di fronte all'inconsistenza di un "punto di vista giovanile" si replica con la proposta di un impiego a "creare le condizioni per un confronto non ostacolato dalla diversità dei linguaggi", "Zadig", 2, 1992). Di qui la prevalenza di riviste di "cultura e politica", e la tendenza di queste a rarlare di tutto - del post-fordismo e di Vittorio Sereni, dei pastori "roaschiani"' e della "fallacia verde" - senza raggiungere però una f rospettiva compiutamente generazionale: "Ne Nord del mondo" una magnifica rivolta ha incendiato la dolce Francia, indicando, dopo quella degli areof ortuali, come è possibile b attere le destre a governo". Nel Sud del ,Mondo, due realtà che sembravano consegnate alla statica storica; si sono dinamicizzate ...." (dalla Premessa all'ultimo numero di "Riff Raff"). Dopo queste osservazioni, i tre generi principali di riviste - accademico, militante, umanistico - possono venire compresi anch'essi come manifestazione di un unico fenomeno: la sopravvivenza di un orizzonte culturale sconnesso e attardato, ancora acerbo per parlare ai propri lettori e al proprio tempo. Nel manifesto di sapore nietzschiano-heideggeriano Due strade e un sentiero, "L'analo-

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