BUON! E CATTIVI Una rivista dal carcere Monica Nonno Monica Nonno è redattrice a "La Terra vista dalla Luna" e collabora con Radio Tre. ♦ In copertina c'è la foto di Majakovskij, in seconda di copertina quella di J ames Dean. In quarta di copertina ci sono alcuni "giochi ottici" di quelli dove bisogna scoprire se un quadrato nero in campo bianco è più o meno piccolo di uno bianco in campo nero o se due rette parallele sono rette davvero oppure storte, come sembrano essere; e in mezzo a questa pagina c'è una fascia rossa con la scritta: "Percezione e realtà - non sempre vedete ciò che credete di vedere". Si chiama "Magazine 2 - il giornale di S.Vittore", quadrimestrale di attualità e informazione penitenziaria, edito dalla Sesta Opera San Fedele, gruppo "storico" del volontariato penitenziario, presente a San Vittore dal 1963. "A San Vittore è passata buona parte della prima Repubblica, quasi tutti lamentarono l'indecenza delle celle, il dormire per terra ....cose note (...) ma la f arentesi - e sottolineo che i carcere non lo auguro a nessuno - di 'Tangentopoli' è finita; siamo tornati, salvo eccellenti eccezioni, al carcere come sito esclusivo per tossicodipendenti, extracomunitari, folli, barboni e adesso anche i malati di Aids (...)". Queste sono le parole di Luigi Pagano, direttore della Casa circondariale San Vittore di Milano e direttore editoriale di "Magazine 2"; un invito a parlare del carcere anche a "riflettori spenti". E in effetti in questi giorni si sta tornando a parlare del carcere e delle condizioni pessime in cui si trovano molti istituti di pena italiani, grazie alle "incursioni a sorpresa" del ministro di Grazia e Giustizia Giovanni Maria Flick che ha visitato Porto Azzurro, Pianosa, Casa! del Marmo, Poggioreale, Pozzuoli e Nisida e disposto la chiusura dell'ex sezione femminile del carcere di Marassi a Genova. Chi avesse voglia di capire, di approfondire le proprie conoscenze, di sviluppare il proprio interesse nei confronti della realtà carceraria in Italia, troverà nelle pagine di "Magazine 2" molti strumenti utili e interessanti. Un articolo - tratto da una lezione di aggiornamento tenuta a un gruppo di volontari penitenziari dalla dott.ssa Saioni - spiega in modo chiaro ed esauriente la figura del Magistrato di sorveglianza - nata con la legge 354/75 che introduce le misure alternative alla detenzione (semilibertà, affidamento in prova al servizio sociale, detenzione domiciliare) - e simbolo dell'idea di carcere "non più inteso come struttura esclusivamente segregante bensì come primo passo di un percorso mirato che consenta, a tutti gli effetti, il reinserimento sociale del condannato". Le misure alternative alla detenzione e i permessi premio sono al centro di un altro articolo, firmato da Khatib Ahmad, in cui si sottolineano le maggiori difficoltà _dei_det en u t1 extracomun1tart a "usci_re dal _carcere". I permessi prem10 vengono concessi al detenuto con condanna definitiva dal Magistrato di sorveglianza "per poter coltivare interessi affettivi, culturali e di lavoro". Ma una delle condizioni essenziali richieste dal Magistrato è quella del domicilio, di un'abitazione dove la famiglia risiede e dove è obbligatorio che il detenuto in permesso passi la notte; qu~sto, per )a magsio: Rane dei detenuti stra111en, e un ostacolo insormontabile. C'è quindi un appello alle associazioni di volontariato affinché contribuiscano a creare un luogo di accoglienza, un ambiente a carattere familiare dove il detenuto straniero possa trascorrere le giornate di permesso. (Le associazioni interessate possono scrivere a Khatib Ahmad c/o Sezione Penale, Carcere di San Vittore, Piazza Filangieri 2, 20123, Milano). Un altro strumento certamente utile pubblicato da "Magazine 2", è una "guida al Patrocinio a spese dello stato",( un istituto che permette di farsi difendere senza dover pagare il difensore e le al tre spese processuali) stilato dal- !' Associazione iniziativa giuridica democratica di Bologna; si tratta di un vademecum che spiega molto chiaramente, passo per passo (compreso un fac simile della domanda di richiesta), chi ha diritto a questo servizio e cosa deve fare per accedervi. "Il carcere è un'invenzione che non si adatta ali' essere umano, e anche quello definito 'modello' porta con sé degli effetti negativi che vanno dalla sindrome di prisonizzazione (adattamento ai ritmi del carcere, deprivazione sensoriale), all'annullamento del sé, alla creazione di identità negativa, alla stigmatizzazione sociale che, su Ila falsa riga della creazione del capro espiatorio, fonde il reato, e la colpa·, con l'individuo". È sempre Luigi Pagano a parlare, appassionatamente, dei diritti umani nelle carceri e delle responsabilità della società civile ("Mi chiedo, infatti~ ma la società civile esiste? _.t, in grado e ha voglia di intervenire, di rivendicare il ruolo determinante che la legge le ha attribuito in ambito penitenziario? O l'indiscriminata delega che ci ha concesso è soltanto denegazione di responsabilità?"), in un articolo tratto dalla conferenza del 20 marzo di quest'anno alla facoltà di Scienze politiche del- ]'U niversità statale di Milano; Pagano illustra le condizioni di sovraffollamento, promiscuità e disagio a San Vittore; l'impossibilità di garantire attività trattamentali per tutti i detenuti, di operare una qualsiasi distinzione tra imputati e condannati, giovani e vecchi. Tutti elementi presenti anche nell'articolo di Luigi Maffettini, responsabile di Amnesty lnternational per la Lombardia, che aggiunge anche dati impressionanti riguardanti i maltrattamenti subiti dai deY.QQ
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