personaggio meno affascinante di Herzen, era per certi versi un vittoriano dogmatico e moralista. Inoltre era molto meno ottimista di Herzen. Eppure il suo libro, Campi, fabbriche e officine è fondamentale. Di tutti gli scrittori anarchici, egli è quello che anticipò con grande lucidità il problema ecologico. Martin Buber è il mio maestro in campo sociologico. Spesso Buber viene considerato solo un teologo, ma egli stesso disse: "Non sono un uomo di Dio, sono un razionalista." Credo che dicesse queste cose per far arrabiare i religiosi, poiché gran parte del suo lavoro è dedicato alla religione, e non tanto all'ebraismo, ma al cristianesimo. Il Bu ber pensatore ebreo è letto soprattutto dai cristiani, infatti egli era ben poco amato in Israele, poiché non era un fautore dello stato d'Israele. Egli voleva che arabi ed ebrei fossero cittadini di uno stesso stato. Già nel 1920 diceva ai sionisti che se gli ebrei non impareranno a convivere con gli arabi, si troveranno in uno stato di guerra senza fine, e sappiamo quanto egli avesse avuto ragione. Ma non è per questo che lo considero un mio maestro di sociologia. Il suo saggio sociologico che piu mi ha colpito si intitola Societa e Stato. Come ogni sociologo che si rispetti, egli distingue Stato e Societa. Giunge poi a sostenere che esiste una relazione inversa tra Stato e Societa. Quando lo Stato è forte, la Societa è debole, i rapporti tra esseri umani si indeboliscono. Sembra un'osservazione ovvia, eppure non conosco nessun altro sociologo che mette in luce in modo cosf chiaro la relazione tra Stato e Societa. Alla luce di Buber, è possibile capire perché nella Germania nazista o nella Russia stalinista tutto doveva es~ere nelle mani dello stato, a cominciare dagli orti familiari - quelli che in italiano si chiamano, credo, gli J,J;l1QJ:!J_ "orti urbani", gestiti da piccoli gruppi sociali. Come forse sapete, ho lavorato a lungo nell'ambito della pianificazione urbana e architettonica, e dunque ho anche un maestro architetto. Il suo nome è Lethaby, è morto nel '31, un filosofo dell'architettura inglese. Apparteneva al movimento "Arts and Crafts" 1 • Era l'equivalente di William Morris. L'altro mio maestro in questo campo è Walter Segai, un rifugiato anglo-tedesco morto dieci anni fa. In questo paese sviluppò. un sistema di costruzione che descrivo spesso, il quale in sostanza permette a persone molto povere di avere un tetto. Vi rimando al mio libro (Influences ... ) per maggiori dettagli. Ho lavorato molto anche con un architetto italiano, Carlo Doglio, un caro amico che è morto l'auno scorso. Doglio apparteneva all'epoca eroica dell'architettura anarchica del dopoguerra. Fu il direttore della rivista anarchica "Volontà", ed era in contatto con un capitalista illuminato, Adriano Olivetti. Doglio, insieme ad altri, come Ugo Fedeli, lavorò per Olivetti e anch'io ebbi modo di incontrarlo. Olivetti era una persona molto piacevole, credo sia morto in Svizzera, mentre viaggiava in treno, segno forse che non passava molto tempo nel jet-set internazionale ... I miei maestri in questo campo sono in realtà più di uno: Patrick Geddes, per esempio, uno scozzese amico di Kropotkin, e lo scrittore e poeta Paul Goodman. Insieme al fratello, Goodman scrisse un libro Communitas, che non mi stanco mai di raccomandare, credo sia stato pubblicato anche in italiano. Goodman era un urbanista pratico, empirico, come credo di essere anch'io. FV. Ci sono anche importanti influenze letterarie? Oh, il mio romanzo favorito è Le avventure di H uckleberry Finn. Permettetemi di darvi una lista di piccoli libri che ho curato per un piccolo editore inglese, Folio, che produce libri molto ben fatti, per chi ama i libri. Tra i libri che ho curato per loro c'è anche Le avventure di Huckleberry Finn. Ho anche curato per loro le memorie di Kropotkin. -FV. Vedo che hai curato anche Walden di Thoreau. Certo, Walden è un testo splendido, terribile di anarchia individualistica, non è vero? Comunque, il mio romanzo favorito è Le avventure di Huckleberry Finn. Mi sembra che i più grandi scrittori americani del diciannovesimo secolo fossero degli outsiders, dei marginali rispetto alla società. Mark Twain, il quale divenne importante solo molto tardi, Thoreau, che viveva sulla spiaggia, Walt Whitman e
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