no registrati - specialmente negli ultimi giorni - centinaia di casi (soprattutto al Sud) per i quali l'immigrato, dopo avere avuto il permesso di soggiorno, è stato licenziato o messo in condizione di cessare l'attività lavorativa perché considerato oneroso da parte del datore. In questi casi, su indicazione del Ministero degli Interni, gli immigrati potranno essere iscritti nelle liste di collocamento. Per quanto riguarda la mancata applicazione dell'articolo 13, ovvero l'assistenza sanitaria, cosa emerge dalla Vostra indagine ? In sintesi possiamo affermare che una cifra compresa tra le 60.000 e le 100.000 unità di immigrati sono ancora privi di assistenza sanitaria per non aver potuto accedere ai benefici previsti dal Decreto Dini; oltre a questi si stimano almeno altri 100.000 immigrati - tra quelli che la domanda di regolarizzazione, invece, l'hanno presentata - che si trovano nella stessa identica situazione, in quanto non possono ancora esibire il permesso di soggiorno (a causa dei ritardi procedurali). Nelle dieci città esaminate non risulta a nessuno degli interlocutori ascoltati che l'articolo 13 del Decreto sia stato applicato. In altri termini non è stata concessa l'assistenza per la tutela della maternità, per l'interruzione volontaria di gravidanza e per la prevenzione e cura delle malattie infettive. In molte strutture, inoltre, continuano le segnalazioni alla Questura nei casi in cui il ricoverato si trova in stato di indigenza. Tutto ciò nonostante una Circolare applicativa del Ministero della Sanità dei primi di gennaio aveva definito con precisione i compiti spettanti le strutture sanitarie. In altri termini le Usi che sono preposte all'applicazione dell'articolo 13 del Decreto nella stragrande maggioranza dei casi hanno disatteso i loro compiti; anche perché il Ministro del Tesoro non ha prqvveduto alla copertura finanziaria degli oneri previsti. In questi sei mesi, pertanto, gli immigrati hanno dovuto fare a meno dell'assistenza, pagando di tasca propria alle eventuali necessità di cura. In conclusione, sulla base dei risultati raggiunti, quali proposte l'Osservatorio è in grado di fare? Sintetizzando possiamo affermare che si ritengono urgenti i seguenti interventi: 1. aggredire lo zoccolo del 25% degli esclusi a priori dalla sanatoria del Decreto Dini, trovando forme di regolarizzazione per immigrati che svolgono lavoro autonomo, stagionale o saltuario; 2. adottare delle forme di Città Domande Lavoratori con presentate . . . comumcaz1om di assunzione Milano 38.319 27.700 Torino 12.500 9.100 Genova 3.250 2.620 Venezia 1.350 690 Bologna 4.230 3.600 Firenze 8.350 3.780 Roma 46.049 18.330 Napoli 15.356 6.240 Bari 4.000 2.187 Palermo 5.900 4.300 Totale 139.304 78.547 snellimento delle procedure per quanto riguarda le domande dei permessi di soggiorno e in particolare togliere la riserva sulle domande che non hanno il documento che dimostra la presenza dell'immigrato all'atto dell'entrata in vigore del Decreto; 3. eliminare la richiesta di pagamento anticipato dei contributi onde permettere lo sblocco di tutte le pratiche ferme; 4. cancellare la clausola del Decreto Dini che impedisce a chi ha commesso un reato e scontato la pena di essere regolarizzato; 5. garantire il sostegno legale e sindacale per le autocertificazioni; 6. operare affinché i contenuti dell'articolo 13 trovino applicazione generale e completa. ♦ Permessi di soggior.no concessi 11.000 4.700 900 238 3.500 1.200 . 9.598 2.500 1.850 1.000 36.486 Y..QQ
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