IMMIGRATI Dopo il decreto Massimo Todisco a cura di Francesco Carchedi Massimo Todisco è responsabile dell'Osservatorio sull'immigrazione di Mila no (associazione promossa dalla Camera di Commercio di Milano e dal Comune di Milano). ♦ Dopo alcuni giorni dalla scadenza del decreto Dini sull'immigrazione, risalente al 19 maggio u.s., l'Osservatorio di Milano ha presentato i risultati di un'indagine che ha riguardato una decina di città - comprensive delle rispettive province - sugli esiti della sua attuazione. La ricerca, coordinata dal Dott. Massimo Todisco responsabile dell'Osservatorio, si è soffermata in particolare sulla sanatoria inerente ai permessi di soggiorno e sull'articolo 13 riguardante l'assistenza sanitaria gratuita, mentre non è stato possibile estenderla alle espulsioni (previste dal Decreto), in quanto le questure locali non erano (e non sono) ancora in grado di fornire dati significativi. Dott. Todisco, come è avvenuta la scelta delle città oggetto dell'indagine, in quale periodo è stata effettuata e quali sono state le fonti utilizzate per l'acquisizione dei dati alla base della Vostra riflessione? Nella fase di progettazione dell'indagine il numero delle città che avremmo voluto esplorare era composto da una "rosa" di 16 unità, suddivise tra città capoluoghi di regione e città non capoluoghi; queste ultime erano quelle che più delle altre avevano visto incrementare sul proprio territorio le presenze immigrate, a partire dagli ultimi anni (ad esempio: Vicenza, Brescia, Rimini, Latina, Caserta e Catania). Da queste città, comunque, non abbiamo acquisito informazioni sufficienti e pertanto non sono state considerate in fase di elaborazione dei dati. Le città che alla fin fine hanno fatto parte del collettivo esplorato sono dieci, e cioè: Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Palermo. Il periodo nella quale è stata svolta l'indagine è quello compreso tra l'inizio di dicembre '95 e la prima metà di maggio '96. Per ciascuna delle città facenti parte del collettivo esaminato le fonti a cui l'Osservatorio si è rivolto per avere informazioni sono stati: il Ministero de~li Interni, le Questure locali, gli Uffici del Lavoro, le sezioni cittadine della Caritas Diocesana, le Confederazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, nonché diverse Associazioni del volontari a to operante nelle aree prese in esame. Le persone ascoltate - perlopiù telefonicamente e a intervalli regolari - sono state generalmente quelle con incarichi di responsabilità; per tale ragione sono state interpellate in qualità di testimoni privilegiati rispetto all'andamento della "sanatoria". A quali risultati siete arrivati? Avete fatto delle stime a proposito? Per guanto riguarda gli effetti concreti della sanatoria, partendo dalle 1O aree prese in esame, sono stati confrontati i dati inerenti le stime degli immigrati irregolari - effettuate attraverso la media delle grandezze acquisite dai testimoni privilegiati - con le domande di regolarizzazione presentate in ciascuna delle Città Milano Torino Genova Venezia Bologna Fi,renze Roma Napoli Bari Palermo Totale città. Questa è stata di per sé un'operazione estremamente complessa che tuttavia ci ha permesso di stabilire una stima minima ed una massima ali' in terno di un intervallo numerico compreso tra le 200.000 e le 240.000 unità. Ma questo universo da quali tipologie di immigrati è composto e quante sono le richieste presentate nelle diverse città all'esame? Per guanto riguarda l'universo complessivamente stimato possiamo dire che è composto dalle seguenti tipologie: 1 - Occupati a tempo indeterminato 2 - Occupati a tempo determinato 3 - Occupati a part-time 4 - Occupati in lavori saltuari e precari 5 - Stagionali 6 - Lavoratori autonomi (piccolo commercio, piccolo artigianato, pony-express, ecc.) 7 - Disoccupati Occorre ribadire, comunque, che il Decreto per come è stato concepito s'è rivolto unicamente a quel 75% circa di lavoratori presenti nel nostro paese che - aggregabili nei punti 1, 2 e 3 delle tipologie sopraccitate - possiamo definire la "fascia del permesso", escludendo in partenza il restante 25%; ovvero gli immigrati aggregabili nei punti 4, 5, 6 e 7, che possiamo definire la "fascia dei senza diritti". Queste percentuali, riferibili alle due fasce in questione, sono il risultato di stime incrociate proposte dagli interlocutori ascoltati al riguardo. Per guanto riguarda, invece, il numero delle richieste di regolarizzazione - relative alle 10 province prese in esame dalla ricerca - ammontano complessivamente a 139.304 unità; queste rappresentano il 56% del totale di quelle domande ufficialmente presenDomande presentate 38.319 12.500 3.250 1.350 4.230 8.350 46.049 15.356 4.000 5.900 139.304
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