naturalmente, l'obiezione potrebbe suonare più o meno così: "ma chi me lo fa fare?" ed è certo un'obiezione valida a cui francamente non saprei dare una risposta; oppure, la ~ispos~a dov~ebbe artic~larsi 111 vane pagine per poi comunque difficilmente arrivare a una conclusione. Insomma, evidenzio solamente le controindicazioni senza aggiungere altro. Un altro aspetto che forse alcuni potranno trovare poco invitante, consiste nel fatto che per avere i film che interessano, bisogna seguire la programmazione notturna (o anche del mattino) di Rai Tre o Rai Uno: quindi videoregistratore, guida tv, cassette ... È presente un ulteriore controindicazione: chi proietta videocassette a scuola è passibile di denuncia: all'inizio di quasi tutte le cassette ormai, scorrono dei titoli minacciosi, è fatto espresso divieto di proiettare i vidcofilm nelle scuole come negli ospedali e qualsiasi altro luogo pubblico che non sia la famiglia. Ora, sarà anche vero che la scuola è una grande famiglia, ma ... Ecco: invece di tante ciance, perché il Ministero non si adopera con la Siae per toglierci questa spada di Damocle che pende sopra le nostre inermi teste? Va be', è una domanda retorica ... VOCI Il caso Chaplin ~ Un altro aspetto importante, meno legato alla pratica strettamente scolastica è il recupero della memoria storica: si dà il caso che io conduca anche dei cineforum in altre scuole con ragazzi della fascia di età delle medie; questo per dire come ciò che affermo sia abbondantemente provato: la stragrande maggioranza, quasi la totalità dei ragazzi fra gli undici e i quattordici anni non ha mai visto un lungometraggio di Chaplin. Dico Chaplin è il più celebre e bene o male i ragazzi, magari qualche cortometraggio o qualche spezzone, l'hanno visto, o meglio ne hanno sentito parlare. Non parliamo di Keaton o i fratelli Marx. La solita vocina potrebbe obbiettare il solito "e chi se ne frega!" Io credo invece che questo esempio scelto in quanto eclatante, la dica lunga su molte cose: in fondo Chaplin non è certo un Carneade qualsiasi! Memoria e progetto Quali cose, dunque? Innanzi tutto è indispensabile partir~ da una premessa: il cinema è una forma d'arte, anzi, è forse l'espressione artistica più adatta ad esprimere l'essenza del '900. In parole povere, il cinema è cultura, e come tale la scuola deve prenderlo in considerazione. Se dunque questa premessa viene condivisa, ne consegue che anche la scuola deve partecipare al recupero della memoria storica attraverso la riproposizione dei -.:apolavori del cinema: e qui veramente alla scuola si aprirebbe un orizzonte quasi sconfinato. In fondo, si tratterebbe di cercare dei punti di riferimento, di creare una tradizione: io perso nal men te non credo che possiamo permetterci che tutto venga triturato in un presente senza memoria, e quindi senza futuro. Ritengo do"'.eroso recuperare personaggi e situazioni in una prospettiva anche storica, contro l'invisibilità coatta a cui sono destinate le espressiorii artistiche cinematografiche in questo secolo. O per lo meno arginarne lo scempio del tempo - è che i ragazzi sono ancora curiosi: sono contenti di conoscere i fratelli Marx; ridono vedendo la maschera di Keaton; ammirano la maestria di Chaplin. Ammettono che a casa, probabilmente difficilmente guarderebbero un film in bianco e nero: ma a scuola lo vedono, e ammettono che piace loro. Fra i film preferiti dai miei allievi di terza media di quest'anno è presente Il Buio Oltre la Siepe di Mulligan. Film che a casa sarebbe sicuramente e accuratamente evitato (o visto in modo frammentario, che forse è ancora peggio). E allora ecco che alla scuola si aprono nuove possibilità: una reale opportunità di formazione e di confronto, di educazione al gusto. Educare: trarre fuori; trarre fuori le potenzialità in u~a sorta di anamnesi platonica. Memoria e progetto, dicevamo: i ragazzi che oggi frequentano la scuola media avranno diciotto anni nel 2000: da dove partiranno? Visioni dal futuro e dal passato "Questi occhi hanno visto cose che voi u~ani n<;rnpotreste neppure 1mmag111are... - diceva il replicante di Biade Runner - e tutte queste cose andranno perdute per sempre come lacrime nella pioggia ...": non è la stessa sensazione che proviamo noi di fronte alla perdita di quelle cose che consideriamo importanti? In una intervista Pasolini disse: "Che cos'è in fondo, un atto-
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