rella Maria e di sua cugina Luciane. Il giorno dopo, avrebbe detto che non si ricordava di quello che aveva fatto, ma che era stata la sorella morta a guidare i suoi passi. Il caso illustra bene il carattere di epidemia che i suicidi hanno tra i kaiowas. La piccola Luciane Ortiz, di appena 9 anni, non era riuscita a sopportare la morte della cugina Maria, che si era impiccata nel luglio passato. Secondo sua madre Ovalda, già impressionata per i casi di compagne di scuola che si erano suicidate quest'anno, Luciane cominciò a parlare con insistenza di sua cugina morta. "Se io muoio, la incontrerò?", chiedeva. Il giorno 13 di settembre, Luciane decise di fare la prova. Mentre sua madre stava cercando legna, mise fine alla sua vita, impiccandosi nella trave di supporto della sua baracca. Il padre era assente da settimane, lavorando in uno delle tante fabbriche di alcol della regione. Sua cugina Maria aveya 22 anni e una figlia piccola quando si suicidò. Prima di sposarsi, Maria aveva trascorso anni a lavorare come domestica a Corumba e, ritornata nella riserva, non si era più abituata alla nuova vita imposta agli indios, tanto differente dalla vita passata del villaggio. Secondo suo fratello Julio, sentiva la mancanza del padre e dei fratelli che si assentavano due o tre mesi l'anno per lavorare in fabbrica. "Lei diceva che papà era anziano e che spettava a noi di lavorare fuori dal villaggio per vedere di togliere la nostra famiglia da questa miseria", racconta Julio. "Prima di uccidersi, Maria era molto triste, beveva molta pinga (acquavite di canna)." Quello che impressiona di più è che qualsiasi kaiowa delle riserve più colpite conosce qualcuno che si è ucciso. Julio, per esempio, ha perduto, oltre a sua sorella e sua cusina, altri cinque amici. L'onda attuale di suicidi è iniziata circa dieci anni fa, coincidendo con l'intensificarsi dell'invasione delle terre indigene da parte dei fazendeiros e delle grandi imprese agrozootecniche. Intere comunità sono state sgomberate dai loro territori secolari e portate nelle riserve, dove i problemi si sono moltiplicati. Dal 1986 ad oggi, l'Ente Nazionale per la PIANETATERRA Protezione dell'Indio (Funai) ha registrato 195 suicidi. Quest'anno, il terzo di siccità continuata, è stato il peggiore di tutti. I 45 suicidi registrati fino alla f111edi ottobre rappresentano una media di 4,5 casi al mese, più del doppio della media dell'anno passato. È una percentuale di suicidi settanta volte superiore a quella registrata nel resto del paese: come se ogni anno più di 300 mila brasiliani decidessero di morire. I suicidi dei kaiowas hanno una particolarità sinistra. La grande maggioranza si impicca ad alberi o a travi molto bassi, che costringono l'indio, inginocchiato, a fare un grande sforzo per un po' di tempo prima di morire per asfissia. Non si tratta di una decisione repentina, ma sempre di una scelta chiara e definitiva. Il fenomeno si concentra principalmente nelle riserve _piùantiche, demarcate dal Servizio di Protezione dell'Indio (Spi) all'inizio del secolo: Dourados, Caarap6, Amambai e Porto Lindo. In queste aree, la sovrappopolazione, la prossimità dei centri urbani, la forte presenza di varie chiese e la sovrapposizione indiscriminata di comunità di distinte provenienze (e perfino di differenti etnie) porta alla perdita progressiva del modo tradizionale di vita kaiowa, basato sull'agricoltura di sussistenza. Questi indios dispongono oggi, in media, nelle riserve di 1,2 ettari di terra pro capite, quando la stessa Funai ammette che ciascun kaiowa ha bisogno per vivere di uno "spazio vitale" non inferiore a 4,5 ettari. Disgregazione dellefamiglie Le conseguenze sono prevedibili: miseria, fame, malattie. E la necessità sempre maggiore degli indios a ricorrere al lavoro salariato nelle fazendas e nelle fabbriche di alcol, dove ricevono una pasa da 250 a 350 reais per un contratto di 45 giorni che li obbliga a lavorare dall'alba al tramonto, lontano dalle famiglie, molto spesso nelle stesse terre che furono usurpate al loro popolo. L'assenza sistematica degli uomini genera una disgregazione crescente delle famiglie, base polit;ca, economica e religiosa della società kaiowa. Probabilmente non è
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==