no le procedure, parteciperemo". Il governo bosniaco ha anche intimato a Flavio Cotti (Ministro degli Esteri svizzero, attuale Presidente dell'Osce) un ultimatum: deve certificare entro il 14 luglio se ci sono le condizioni per le elezioni. Il disagio nell'Osce è tale che un suo importante funzionario, William Streubner, rappresentante a Sarajevo e responsabile per il lavoro dei diritti umani e la preparazione delle elezioni, il 15 maggio si è dimesso in quanto ritiene le elezioni il 14 settembre troppo vicine, perché si possano svolgere regolarmente. Il New York Times ha scritto il 22 maggio: "Non ci sono molte delle condizioni dell'accordo di Dayton per fare le elezioni. Queste sono la libertà di movimento, il libero accesso delle forze di opposizione ai nuovi organismi e alle istituzioni, l'istituzione di media liberi e indipendenti, la libertà di espressione e di assemblea". Questo vale in misura maggiore per la Repubblica Serba, ma anche per - come indicato dalle opposizione - per la Federazione della Bosnia Erzegovina. Nonostante queste incertezze il Summit di Firenze - ~otto pressione degli americani - ha riconfermato la decisione delle elezioni per il 14 settembre. La libertà di movimento, condizione per le elezioni, è tuttora ristretta e di fatto inesistente. La libertà di associazione è limitata. Nella Repubblica Serba esistono circa 25 partiti (diramazioni di partiti serbi) che però sono sotto controllo e intimiditi dal governo di Karadzic. Nella cosiddetta Herzeg Bosnia l'Hdz controlla tutti i gangli della vita pubblica e gli altri partiti subiscono molti problemi nel potere lavorare liberamente. Per la libertà di stampa, in Bosnia Erzegovina alcuni periodici cessano le pubblicazioni per difficoltà finanziarie e c'è un esodo continuo di giornalisti, tecnici ed editori. Le emittenti Tv e Radio continuano ad avere gravi problemi per ottenere le frequenze per trasmettere su tutto il territorio della Bosnia Erzegovina. La Tv nazionale Rtvbh è in mano al partito di governo, l'Sda. Nella cosiddetta Herzeg Bosnia la libertà di. stampare nuovi giornali o dare vita nuovi media, in pratica non esiste (si veda la denuncia della Helsinki lnternational Federation). La Tv Canale 99, la principale Tv indipendente di Sarajevo, f er esempio, nonostante ripetute richieste a governo di Sarajevo, non può ancora trasmettere su tutto il territorio della Bosnia Erzegovina. In pratica il predominio dell'informazione è in mano all'Sda di lzetbegovic. · Nella Repubblica Serba di Bosnia la situazione è ancora peggiore. A Banja Luka il 20 maggio è stata chiusa Radio Big perché "non pagava la bolletta della luce ...". Il suo direttore, lsor Crnadak, ha ricordato che la sua radio ha ricevuto una "molestia organizzata" dalle autorità. Uno dei motivi di questa chiusura sta nel fatto che la radio ha riportato oggettivamente le lotte di potere tra Kasagic e Karadzic. I giornalisti del periodico non governativo Novi Prelom sono stati molestati e intimiditi. Per questo il Consorzio Italiano di Solidarietà ha chiesto che venga assicurata la libertà dei media, affinché in ogni entità ci sia almeno un canale televisivo indipendente con un ruolo di garanzia e di supervisione dell'Osce. Altre richieste che il Consorzio Italiano di Solidarietà ha fatto sono quella di correggere la decisione dell'Osce del 22 aprile che di fatto avvalla la votazione degli elettori secondo le dislocazioni territoriali determinate dalla pulizia etnica e di garantire la piena libertà di moviment~ di tutti i cittadini. • Il rientro dei rifugiati Nell'Accordo di Dayton il ritorno a casa in condizioni di sicurezza dei rifugiati cacciati dalla pulizia etnica ha una centralità e rilievo importanti. I profughi attuali della Bosnia Erzegovina sono oltre 2.400.000. L' Acnur (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) ha dichiarato che le previsioni per il 1996 "erano di far rientrare 870.000 profughi (500.000 sfollati interni e il rimpatrio di 370.000 rifugiati), ma sarà già un successo se ne faremo entrare almeno la metà. Fino al mese di maggio all'incirca solo 70.000 profughi erano rientrati alle loro case: ne dà notizia sempre I' Acnur. In realtà anche la cifra di 450.000 profughi rientrati per la fine dell'anno sembra irrealistica. Stante le condizioni attuali saranno molti di meno. L' Acnur ha preso in questi mesi alcune iniziative concrete: il 6 febbraio ha lanciato un fondo per 30 milioni di dollari, per incentivare l'inizio della riparazione delle case per i rimpatriati. Ha stilato rapporti periodici informativi per i rifugiati sulle zone di rientro, indicando le condizioni reali, soprattutto in campo abitativo e del lavoro. L'Acnur nell'affrontare questa emergenza del rientro dei profughi si scontra con il problema delle risorse. Per il 96 avrebbe bisogno di 353 milioni di dollari; alla fine di maggio del 96 sono stati dati o annunciati contributi dai vari paesi per poco più di 18 milioni di dollari. La comunità internazionale non sostiene finanziariamente in modo adeguato il rientro dei profughi. A tre mesi dalla stipula desii accordi il 20 marzo viene finalmente istituita la Commissione per i Rifugiati e gli Sfollati. A Sarajevo si assiste all'esodo di 60.000 (su 70.000) serbi della città che se ne vanno per non rimanere sotto il controllo delle autorità bosniache. Nelle ultime settimane alcuni profughi serbi vorrebbero tornare alle loro case di Sarajevo, ma il governo bosniaco - alla fine di maggio - ha deciso di insediare nella case lasciate libere dai serbi di Sarajevo 8.000 musulmani da Doboj. Mirsad Ceman, segretario dell'Sda, difendendosi dalle critiche per questa decisione del governo di Sarajevo ha detto che "tale decisione potrebbe essere immorale, ma è umana ...". La Germania ha annunciato in gennaio di voler far tornare alle loro case in modo forzoso 320.000 profughi bosniaci. Lo stesso vorrebbe fare la Svizzera. La decisione viene criticata da molte parti (tra gli altri il Commissario per i Rifugiati delle Nazioni Unite, Sadako Ogata che accusa: "così si destabilizza una fragile pace" e attacca duramente chi vuole rimandare indietro i profughi prematuramente) e viene sospesa. Sarebbe dovuta entrare in vigore il 1 ° luglio del 1996. Altri paesi sembrano procedere nella medesima direzione. Il governo italiano è orientato a mantenere il livello della protezione umanitaria finora concesso ai profughi (la normativa italiana usa la dicitura "sfollati") prevedendo per il momento per tutti gli sfollati il rinnovo dei permessi di soggiorno per motivi umanitari. PIANETA TERRA
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