La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 17/18 - lug.-ago. 1996

PIANETA TERRA EX JUGOSLAVIA AMAZZONIA Giulio Marcon Simone Biheler Mateos PROBLEMI DELLA PACE NELLA EX-JUGOSLAVIA: GLIACCORDIDIDAYTON Giulio Marcon Recentemente a Firenze (il 1 ;' e il 14 giugno scorso) si è tenuta la "Mid Term Conference"sulla pace in Bosnia Erzegovina e lo stato di attuazione degli accordi di Dayton firmati il 14 dicembre 1995 nella base americana dell'Ohio. Tra i risultati della conferenza la conferma delle elezioni politiche in Bosnia Erzegovina il prossimo 14 settembre e un accordo sul disarmo tra le parti. In quell'occasione il Consorzio Italiano di Solidarietà (che raggruppa oltre 2 5 O organizzazioni di volontariato e pacifiste italiane) ha presentato un libro bianco (di cui qui pubblichiamo alcuni stralci) sugli accordi di Dayton dando un 'interpretazione diversa da quella dei rappresentanti dei governi riuniti in quei giorni a Firenze su come sta andando il processo di pace in Bosnia Erzegovina e in ex Jugoslavia. La versione integrale del libro bianco si può richiedere all'Associazione per la pace di Roma (te!. 06.8841958). A che punto è Dayton Sei mesi di attuazione degli accordi di Dayton per la pace in Bosnia Erzegovina hanno evidenziato il relativo funzionamento degli aspetti militari con il posizionamento dei 60.000 soldati dell'Ifor (Implementation Force) ed il controllo del territorio, mentre hanno segnato il passo per quanto riguarda la realizzazione degli aspetti civili: rientro dei profughi, diritti umani, preparazione delle elezioni, libertà di movimento, ricostruzione, punizione dei crimini di guerra. Naturalmente, niente è rimasto come prima di Dayton. I risultati maggiori sono stati la fine dei combattimenti e delle ostilità e l'attenuamento dell'emergenza alimentare e sanitaria. Sono stati fatti passi in avanti. Ma, per il processo di una pace stabile, in sei mesi i progressi sono stati minori di quelli che ci si poteva aspettare. Come si vedrà dai paragrafi successivi, i dati e le conseguenze sono le seguenti: - i profughi della Bosnia Erzegovina rientrati alle loro case sono finora circa il 3% (circa 70.000) del totale (circa 2.400.000); - non ci sono, allo stato attuale, nonostante la pressione americana ed europea, le condizioni per tenere le elezioni politiche; - nonostante la rimozione dei posti di blocco delle diverse entità, non esistono le condizioni per una effettiva libertà di movimento tra le diverse entità, a volte anche all'interno della stessa Federazione - il rispetto dei diritti umani fondamentali è minimo e il controllo degli organismi preposti da Dayton è alquanto parziale; - si è allentata la morsa del disagio alimentare e sanitario del periodo di guerra, ma la ricostruzione economica segna il passo. Finora è stato stanziato (ancora non impiegato) poco più del 30% dei fondi promessi dalle istituzioni internazionali; - l'amnistia per disertori e renitenti alla leva è ancora parziale; - la punizione dei crimini di guerra è iniziata, ma non ha colpito ancora i responsabili maggiori di genocidi e massacri; - la libertà di associazione e di comunicazione è ancora molto minima e sempre sotto il pericolo di essere ostacolata. Cari Bildt, (I' Alto Rappresentante che coordina la realizzazione degli aspetti civili dell'accordo).,e gli organismi internazionali preposti alla gestione dell'accordo (Acnur, Unesco, Osce, Onu, ecc.) hanno costituito gli organismi e delle istituzioni previste per l'attuazione delle singole parti dell'accordo. Rimangono alcuni interrogativi di fondo, non sciolti. - Le leadership nazionaliste sono ancora saldamente al potere ,e lavorano per mantenere l'attuale quadro di equilibrio politico e sociale di divisione etnica. Karadzic è ancora molto forte e controlla pienamente. la Repubblica Serba, come dimostra il dimissionamento di Kasagic, Primo Ministro', e la nomina di Klickovic come suo successore. Nella cosiddetta Herzeg-Bosnia (entità appena ricostituita in contraddizione con l'accordo di Washington del 1994 e con quello di Dayton), dove predominano insegne e simboli croati e dove il codice telefonico è quello della Croazia, Jadranko Topic - Presidente dell'Hdz, il partito nazionale croato-bosniaco, appendice di quello croato - ha detto recentemente che "le elezioni di Mostar saranno puro divertimento e che la prospettiva per la Federazione potrebbe essere quello di un assetto istituzionale come quello di Mostar, un territorio diviPIANETATERRA

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