La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 16 - giugno 1996

VITA DI PROVINCIA: I BAMBINI DELLA 167 GiancarloMola La zona 167 di Latiano (Brindisi), come ogni zona 167, è off-limits. Fuori dal centro abitato, fuori dal tessuto economico e sociale del comune, fuori dal vissuto quotidiano dei suoi abitanti essa si impone topograficamente, urbanisticamente e socialmente come luogo di ogni disagio e di ogni emarginazione. Non ci sono né negozi né supermercati, né cabine telefoniche né fontane, né chiese né luoghi di ritrovo. Le strade di accesso sono per lo più dissestate e senza segnaletica, l'illuminazione pubblica è scadente. Lo scuolabus non vi si ferma (ma prosegue oltre, verso le villette di campagna situate pochi metri più in là) e le forze dell'ordine si fanno vedere solo per notificare sfratti, per eseguire pignoramenti o per "visitare" chi si trova agli arresti domiciliari. La prima volta che mi ci sono soffermato è stato un paio di anni fa all'apertura della campagna elettorale per le elezioni amministrative. Nei paesini del Sud è l'appuntamento politico per eccellenza e per molti di noi era la prima vera esperienza. Volevamo dare un segno tangibile del nostro essere alternativi e pensavamo di iniziare dalla periferia proprio mentre tutti gli altri, compresa la sinistra per bene, furoreggiavano nei cinema e nelle tv locali. Ricordo un senso di disagio e di fastidio di cui provavo una certa vergogna perché metteva a nudo i limiti della mia buona coscienza da bravo-ragazzo-borghese-progressista-impegnatoe-po liticamen te-corretto con lo stomaco ancora troppo debole per guardare in faccia la miseria e il degrado. Certo avevo $ià fatto volontariato con gli albanesi sbarcati a Brindisi nel '91 ma si trattava tutto sommato di miseria altrui proveniente da lontano, eccezionale come una calamità naturale di cui nessuno può sentirsi responsabile e che anzi stringe, affratella, suscita compassione. La "167" era invece roba nostra, vicina, maledettamente troppo vicina alla nostra vita quotidiana di bambagia e buoni sentimenti, per non farci sentire in un certo senso gravati dalle nostre responsabilità. Dalle finestre che davano sullo stradone sovrastato dalle due schiere di palazzine venivano fuori dei tubi di gomma che a loro volta sparivano dentro le cabine dell'acquedotto pugliese: moltissime famiglie non pagavano da anni la bolletta dell'acqua e, visto che non ne ricevevano più l'erogazione, attingevano direttamente, e abusivamente, alla centralina. In molte abitazioni mancavano, per lo stesso motivo, la luce e il telefono. · C'era poi la paura di non farsi capire, di non riuscire a superare le giuste diffidenze di chi si sente dimenticato e avversato da chiunque ricordi vagamente l'idea dello Stato, del1' Autorità, del Pubblico, di essere scambiati BUONI E CATTIVI per i soliti demagoghi pre-elettorali, nella migliore delle ipotesi, di diventare spacciatori di speranze un tanto al chilo. Va tutto bene, grazie a Dio. Tanto che decidiamo di tornarci per la chiusura della campagna elettorale, e ci torniamo con una festa rovinata solo da un acquazzone primaverile. Ormai l'impegno con quella gente era preso e ciascuno di noi sapeva di non potersi tirare indietro. Con la nostra associazione, il Collettivo di ricerca culturale, mettiamo allora a punto un programma d'intervento nella zona 167, centrando le attività sul recupero dei bambini. La scelta è obbligata da un lato perché un gruppo di volontari abbastanza inesperti e un po' nai:f come noi non sarebbe in grado di sostenere un progetto di intervento sociale a tutto tondo e dall'altro perché nel frattempo era accaduto che tre bambini della "167" fossero stati bocciati in prima elementare. Avevamo denunciato, di fronte ad un preoccupante silenzio della scuola, del Comune, della cosiddetta società civile, la gravità dell'accaduto sul nostro giornalino locale, beccandoci, per giunta, le minacce di querela degli insegnanti, infastidite per la cattiva pubblicità che l'operazione di alleggerimento delle classi aveva ottenuto. Bisogna passare ai fatti, ci diciamo. Il doposcuola innanzi tutto. Nei giorni precedenti il Natale mobilitiamo gli amici per raccogliere i giocattoli in disuso ma in buone condizioni di cui sono piene ancora le nostre case e la sera della vigilia, a sorpresa, facciamo arrivare Babbo Natale con tanto di pony, carretto, doni e caramelle. L'occasione è ghiotta: tutti i bambini sono lì in strada a fare cagnara e i genitori si affacciano curiosi qua e là. Distribuiamo dei volantini annunciando che dopo le feste natalizie avremmo iniziato dei corsi gratuiti di sostegno scolastico. Passare da un impegno una tantum o saltuario a uno continuo e costante è più difficile di quanto si possa pensare. C'è da tenere pulito il locale che abbiamo affittato in zona 167, ma c'è soprattutto da riuscire a trovare la disponibilità per tenerlo aperto tre giorni alla settimana. I bambini, d'altronde, sono inizialmente molti (circa una ventina) e molto irrequieti e tenerli a bada è un'impresa. Il lavoro finisce, come sempre, per gravare su poche persone Mario e Franca soprattutto, due coniugi insoddisfatti della vita impiegatizia e dotati di grande spirito di dedizione, e un gruppetto di più giovani. Pesa, tra l'altro, la mancanza di esperienze specifiche degli operatori volontari sia dal punto di vista delle metodologie didattiche, sia da quello della prassi pedagogica. I bambini che cominciano a frequentare questo embrione di centro di interesse manifestano da subito delle enormi carenze di affettività che cercano di compensare nel rapporto con gli operatori che non sono pronti a gestire interazioni di questo tipo con lucidità e distacco. Tentiamo anche il salto di qualità. Presentiamo infatti al Ministero degli Interni un progetto di intervento e recupero della zona 167 chiedendo di poter accedere ai finanziamenti messi a disposizione della legge 216/91, relativa al recupero dei minori a rischio di coinvolgimento in attività criminose. Con quel denaro ci sarebbe possibile mettere su un laboratorio multimediale, qualche bottega artigianale, e molte attività culturali e ricreative. Il responso del Ministero è però negativo nei nostri con-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==