Immigrati e governo Coordinamento nazionale immigrati della Cgil Il 21 aprile scorso, pur non avendo votato perchè non ne avevamo il diritto, abbiamo salutato e celebrato la vittoria della coalizione dell'Ulivo alle elezioni politiche. Quella vittoria assume una importanza particolare in quanto rappresenta il sorgere di una nuova sta&ione di speranza dopo un penodo triste durante il quale si è parlato di noi come responsabili del disordine sociale (criminalità, prostituzione, droga) arrivando persino ad invocare contro di noi l'uso di pallottole di gomma e la rivelazione delle impronte dei piedi. Per ora la fase post-elettorale sembra favorire un clima sociale più disteso e più sereno nonostante gli effetti negativi del provvedimento sull'immigrazione varato dal governo uscente. Siamo certi che con il governo Prodi si verificheranno novità sostanziali nel quadro istituzionale e nella gestione della Pubblica Amministrazione. Le sfide sono moltissime e sono complesse: dall'emergenza occupazionale all'urgenza della riforma dello stato sociale, dall'esigenza di risanamento economico all'immanenza dell'appuntamento per l'integrazione europea senza dimenticare la questione della riforma dello Stato, la questione del mezzoggiorno e quantal'altro. In questa prospettiva ci aspettiamo un segnale innovativo anche nelle politiche sull'immigrazione. Finora, infatti, nelle politiche e proposte governative abbiamo rinvenuto una concezione dell'immigraz\one come fenomeno da reprimere e non come questione sociale e culturale. Su questo terreno vogliamo sottoporre alla attenzione del governo alcune proposte che crediamo ~ossano servire a dotare_l'Ital_,adi una politica di imm1graz10ne. Consapevoli che la definizione di una politica articolata necessità una programmazione, pensiamo sia necessario distinguere i tempi di intervento da modulare secondo una rrecisa scala delle priorità. Ne breve termine la priorità delle priorità resta l'urgenza di un intervento correttivo rispetto alle disfunzioni portate dal recente decreto. Il decreto ha reso ancora più confuso il quadro normativo. Mentre le norme sulle espulsioni suscitano ancora dubbi circa la loro costitizionalità come testimonia il parere espresso dalla Corte Costituzionale, quelle relative alla regolarizzazione hanno scatenato solo un meccanismo clientelare e non sono risultate efficaci né sul piano del riconoscimento del diritto al soggiorno né ai fini di una lotta contro l'evasione. Perciò consideriamo grave la reiterazione del decreto senza alcuna modifica mi$liorativa che accresce confus10ne e rischia solo di produrre ulteriore emarginazione e lacerazione sociale. Sarebbe opportuno che il nuovo governo intervenga immediatamente per completare la sanatoria semplificando le procedure per la regolarizzazione e dando una risposta chiara a quanti avevano fatto domanda di emersione dalla irregolarità ma anche ai lavoratori e lavoratrici ingiustamente esclusi/e (autonomi, precari e stagionali). Parimenti urgente è l'istituzione di fondi da destinare agli Enti locali per una politica di accoglienza così come favorire un ingresso regolare per i lavoratori stagionali già per la prossima campagna stagionale. Infine, non è rinviabile la definizione di norme attuative riguardante sia il diritto all'assistenza sanitaria sia la fruibilità del diritto alla pensione anche mediante la liquidazione dei contributi pensionistici. In una prospettiva di medio termine riteniamo sia necessario dotare l'Italia di una nuova legge organica sull'immigrazione. In tal senso gli elaborati della commissione Cnel promossa dall'ex ministro degli affari sociali Ferdinanda Contri potrebbero servire da base per un futuro disegno di legge. È altresì opportuno un percorso di verifica sullo stato dell'arte con la convocazione di una confer~nza nazionale sull'immigraz10ne. Del resto la Cgil ha sempre denunciato il ricorso alla decretazione d'urgenza su una materia così delicata qual'è l'immigrazione. Persistiamo nel credere che il dise$no di legge sia lo strumento ptù idoneo per affrontare una grande questione sociale. Secondo noi le coordinate di una politica organica sono le seguenti: - la promozione dei diritti di cittadinanza a cominciare dal diritto di voto attivo e passivo alle elezioni amministrative dopo alcuni anni di residenza; - la regolarizzazione degli immigrati irregolarmente presenti sul territorio a causa di una mancanza di una politica di ingresso regolare; - l'attuazione di una vera programmazione annuale dei flussi di ingresso; - l'individuazione di meccanismi di controllo e la definizione di procedure di espulsione che coniughino efficacia e pieno rispetto dei principi di una civiltà propria ad uno stato di diritto; - la definizione di strumenti operativi di lotta contro il traffico e lo sfruttamento della manodopera di immigrazione clandestina; - il monitoraggio dei progetti di rimpatrio volontario e il loro sostegno attraverso la formazione dei candidati, il loro finanziamento per il reinseri~~nto lavorativo nei paesi di ongme; - la promozione di nuove politiche di cooperazione e di aiuto allo sviluppo. Per realizzare su questo terreno una innovazione politica nel merito e nella gestione, crediamo, infine, necessaria una responsabilità unica di riferimento nel governo attraverso il coordinamento di competenze sparse in più Ministeri e l'assegnazione conseguente della delega a un solo Ministro che potrebbe essere, a nostro parere, quello della solidarietà sociale. Tale scelta, rincondurrebbe la questione dell'immigrazione nell'ambito proprio delle politiche sociali. ♦
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