La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 16 - giugno 1996

Del resto è un tratto tipico dell'adolescenza e della giovinezza costruire e sperimentare se stessi, cercare e provare un senso da attribuire alla propria vita futura, costruire, rinunciare, ricominciare un proprio percorso individuale di entrata nella vita adulta. Vantaggi che comportano altrettanti svantaggi: "il vivere alla giornata", le scarse relazioni tra i diversi ambiti in cui si sperimentano nuove esperienze (il gruppo, la scuola, la famiglia, il lavoro, lo sport, ...), la continua negoziazione degli spazi vitali in famiglia, insomma la mancanza di fili conduttori che possano ricondurre a un senso complessivo una fase di transizione come quella giovanile. Svantaggi che ribadiscono e rafforzano un tratto tipico della giovinezza ovvero l'incertezza. Se, così, gioventù significa soprattutto incertezza, si ha che oggi l'età dell'incertezza è diventata lunghissima. "Non permetterò a nessuno di dire che la giovinezza è la più bella fase della vita", scrisse Nizan riferendosi alle tensioni tipiche di questa fase del corso di vita. Un'incertezza che~contraddittoriamente, si accompagna a un forte senso di realismo e di disincanto nei confronti delle diverse situazioni specifiche che vengono "consumate"; le diverse esperienze vengono vissute per quelle che sono e che possono dare cercando di raccogliere e sperimentare il meglio delle diverse opportunità alla propria portata. In questo modo i giovani tendono a diventare buoni organizzatori del presente, ma /~ _5<> =-t'· ritti degli immigrati stranieri, ma anche quelli dei meridionali. Richieste di normalità o meglio di normalizzazione, per intenderci, niente affatto diversi da quelle espressi dagli adulti o dai padri degli stessi giovani intervistati, ma che ribadiscono la contraddittorietà delle tensioni e delle aspettative giovanili: più sono aperte e poco connesse le esperienze di vita' dei giovani, più i giovani stessi richiedono maggior ordine e meno differenziazione dei problemi sociali ovvero più chiusure nei confronti dei devianti, maggiore tranquillità sostanziale del quadro istituzionale. Richieste comunque generali che indicano non tanto l'esistenza di nemici da sconfiggere, quanto l'esigenza di vivere in un contesto meno complesso. Il malessere della "normalità" Ricorre l'idea che i giovani siano "senza valori", soprattutto nei mass-media, ma anche tra alcuni esponenti del mondo culturale perlopiù preoccupati dal fatto che le giovani generazioni non stiano raccogliendo il frutto della loro esperienza di vita (sic!). In effetti, a ben vedere, quali orientamenti valoriali i giovani dovrebbero raccogliere dai loro padri for- .. protagonisti ciechi del futuro.Non importa, apparentemente, quanto queste realizzazioni siano tra loro in contrasto, ciò che conta è la sperimentazione e la verifica di ciascuna di queste opportunità. r~~ . I ', La richiesta di "normalità" La sospensione delle scelte di autonomia da effettuare in un futuro sempre più lontano e la propensione a sperimentare diverse opportunità di vita sembrano coniugarsi, tra i giovani, a una forte richiesta di stabilità del quadro istituzionale esterno ai diversi ambiti giovanili. Così, ad esempio, al di là dei giudizi espressi verso il sistema politico, come di consueto fortemente condannato, i livelli di fiducia espressi nei confronti delle istituzioni di controllo dell'ordine sociale sono rilevanti: 1'82% dichiara di avere fiducia nelle forze dell'ordine e il 69% nella magistratura. A ciò si accompagna una richiesta di "normalizzazione" sociale inaspettatamente di un certo rilievo per soggetti che praticano quotidianamente un'estrema libertà di movimento e che tendono a sosf endere le proprie decisioni: i 45% è favorevole alla pena di morte, il 30% considera i tossicodipendenti dei delinquenti, il 23% vorrebbe limitare in modo sostanziale i di- ( •' j ) '\\, '·· ' I I I I I' BUONI E CAITIVI

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