HANDICAP LA GIORNATA DI LUCIA Anna Viola Anna Viola lavora presso la comunità Bazzi di Milano, una delle sei comunitàalloggiodella sezione di Milano dell'Anffas (Associazione nazionale fanciulli famiglie anormali e subnormali) che accoglie dodicisoggettiportatori di handicappsichici. ♦ Per lei la giornata comincia molto presto .... deve andare a lavorare all'ospedale di Monza dove ha mansioni di pulizia all'interno della mensa dei dipendenti. Deve essere lì per le undici! L'operatore di turno si chiede, come tutti i suoi colleghi, se mai si riuscirà a farla arrivare puntuale! Ma questi sono dubbi che fanno parte del nostro mestiere e questo è, comunque, un altro discorso. Riprendiamo Lucia seduta sul letto, con ancora gli occhi impastati dal sonno. Incomincia con le sue mille domande del tipo "Tra quanto devo uscire?, ma per la faccia che asciugamano devo usare? che calze devo mettere?", domande che richiedono pazienza e una risposta proprio perché nascondono le mille paure che ogni mattina Lucia deve affrontare. Il tempo passa e anche Marielda, sua compagna di stanza, deve cominciare a prepararsi per andare con Mauro (un altro compagno) al Centro diurno. Per loro la strada è indubbiamente più breve ma le paure sono le stesse. Mauro, affetto dalla sindrome di Down, come ogni mattina, al risveglio grida un No! Ha quarantasette anni e il forte desiderio di andare in pensione: svegliarsi alle undici, andare fino alla stazione centrale, dove c'è l'edicolante suo amico per comperarsi il "Corriere della Sera" che legge tutto e archivia, il Tex per continuare la sua collezione, tornare a casa, mettersi in pantofole e guardare la televisione. Mi spiace, Mauro, ma non è ancora tempo per questo ... il Centro diurno e poi la legatoria dove da anni ormai lavora il pomeriggio, lo aspettano. Dopo un duro lavoro Mauro capisce che l'edicola dietro a casa vende lo stesso "Corriere della Sera" e che quindi solo il sabato e la domenica può andare, prima di messa, a trovare il suo amico, ma le altre mattine non c'è abbastanza tempo ... Un operatore spiega questo a Mauro mentre gli fa la barba e lui, rassegnato, chiede l'ennesimo con "quel Largo" (Largo Treves: dove c'è l'ufficio H del comune di Milano, tutore del progetto educativo su Mauro) per richiedere la pensione! Marielda, fortunatamente autonoma, è già un po' che lo aspetta nell'atrio ... sono anche loro in ritardo ... devono andare ... La colonna musicale viene data da Arnaldo SUOLEDI VENTO che appena si sveglia (sempre se dorme la notte) accende la sua radio e canta aspettando che un operatore lo accompagni alla fermata del 90: prima, però, deve essere sistemato: si veste lui ma in modo trasandato e spesso si decora con spille da sceriffo o altro ... Lucia è sempre lì... Dopo una buona oretta di continue battute fatte di domande, consigli, conferme, la nostra Lucia arriva frenetica in cucina dove consuma insieme all'amico educatore una lentissima colazione contornata dalle solite e ripe.tute domande. Anche se spesso anticipa lei la risposta, le piace poter chiacchierare ... Il tempo che a noi sembra eterno, per lei scorre velocissimo. Sono già le 8.15... c'è chiaro e la nebbia è un po' più alta! Controlla per l'ennesima volta la borsa: ci sono i soldi, 1 fazzoletti e l'abbonamento ali' Atm: forse è meglio ricontrollare con l'operatore ... non si può mai sapere! Sono le 8.45 Lucia prima di prendere l'ascensore bacia l'operatore come fosse l'ultima volta che lo vede e chiede chi ci sarà ad accoglierla al suo rientro che è previsto per le 17.30. Uscire da quel luogo protetto che è la comunità non è poi così semplice ... fuori c'è un mondo fatto di normodotati che difficilmente è adattabile a chi ha tempi più lunghi! È adesso che Lucia è sola! Sola in una città piena di gente che cammina frenetica a testa bassa, che sta a significare che ha· sicuramente poco tempo per quella signorina che è evidentemente diversa, che cerca con lp sguardo qualche segno di comprensione, qualcuno a cui chiedere se la strada è giusta, anche se dopo un mese di accompagnamento ha capito bene quale è la fermata dell'autobus che la porta al pullman diretto a Monza, ma le manca qualcuno che le dica un semplice ciao! Nel lungo tragitto Lucia ha le sue tappe: l'edicola dove comperare un giornale che non sa leggere; una chiesa dove accendere una candela per i suoi amici; un bar dove bere un caffè. Queste tappe sono utili per spezzare un po' la monotonia del viaggio e, soprattutto per avere dei luoghi e dei volti familiari che le diano la conferma che fino a lì... tutto bene! Cammina con il suo passo scattante e veloce, continuando a pregare (chissà poi perché?!?) e arriva finalmente a lavoro, rigorosamente in ritardo. Entra e racconta ... racconta come è andato il suo viaggio ... cerca una pacca sulle spalle che le dica che è stata' brava! Ma non c'è tempo per queste cose nella mensa dove ognuno ha la sua mansione: Lucia deve gettare i rifiuti nel dissipatore, facendo attenzione ... se si distrae rischia di tagliarsi ... Quattro ore di lavoro, con pause-caffè ... e poi ... ricomincia la grande avventura: pullman, autobus ... questa volta non c'è molto tempo per le tappe ... bisogna non perdere la coincidenza e poi là in comunità c'è qualcuno che l'aspetta ... Alle 17.30 (più o meno) Lucia entra in casa... corre subito ad annunciare all'operatore che è arrivata, con un sorriso che esprime tutta la soddisfazione di una vittoria. Racconta con entusiasmo la sua giornata: il caffè era più buono del solito; in chiesa ha visto la solita vecchietta che diceva il Rosario e... allora un paio di Ave Maria con lei non ci stavano poi così male! con il dissipatore nessun problema ... brava Lucia! Finalmente J?UÒ lentamente cambiarsi e prepararsi per bere 11 the con i suoi
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==