La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 16 - giugno 1996

uni e degli altri. Le camerate stesse dei militari si trovavano all'interno della struttura carceraria, sullo stesso corridoio delle celle d'isolamento, sotto il reparto ovest del carcere. Eravamo tutti, la maggior };'arte comunque, completamente sprovveduti e mdifesi di fronte quel comando che imponeva obbedienza assoluta che non ammetteva diritti ma solo doveri che non conosce né replica né rivendicazione, tanto meno obiezione; facoltà di cui tutti invece ci avvaliamo con prepotenza e accanimento nella vita borghese, protetti, rassicurati e viziati dalla famiglia, dal clan di appartenenza, dalla scuola, dalla televisione, dalla politica. Non di certo grazie al servizio militare si diventa uomini ma neanche grazie questa società civile di cui siamo comunque I servitori più striscianti e accondiscendenti e di cui il servizio militare può essere considerato una diretta e esasperata emanazione. Nella mente confusa e perseguitata di un giovane, che dopo un anno, come 111 una parabola, torna a casa, si affaccia il sospetto di aver appena finito di pagare un pedaggio obbligato per diventare un colpevole corrotto cinico spietato adulto con in tasca quella falsa moneta che sarà il lascia passare nel mercato degli adulti. Quell'anno per me fu un anno di "resistenza umana" in senso fisico e psichico, ma più propriamente si dovrebbe parlare di "resistenza morale". È rispetto una morale pacifista e non violenta , rispetto al desiderio di veder nascere una cultura della pace e della solidarietà che non trovo il senso di quell'anno speso sotto le armi. Non si trattava allora di agire e dare sfogo alle proprie tensioni di libertà e uguaglianza, ma di obbedire incondizionatamente. Si trattava di resistere ad alienazione e frustrazione, ad imperativi e pratiche che educano all'individualismo, all'egoismo e al narcisismo; che negano solidarietà e altruismo, che promuovono competizione e diffidenza, che uccidono la speranza e la fiducia negli altri e nel mondo " ... segue che il carcere peggiore è essere soldato". Intanto la politica militare italiana prevede per il 1996 una spesa di 36.000 mila miliardi, rispc.tto ai 26000 mila dell'anno precedente. Eppure L'Italia non è minacciata, la guerra fredda è finita e la volontà del disarmo e la riduzione delle spese per gli armamenti viene sottoscritta in ogni incontro ufficiale tra le superpotenze. In questo clima di riarmo e di ambizioni politiche e militari continuano a partire l?er il servizio militare obbligatorio ogm mese, mcoscienti di tutto, migliaia di giovani-massa, esposti a ogni sorta di violenza e sfruttamento psichico, fisico e morale. Un Maresciallo diceva: "Sapete ragazzi a cosa serve il servizio militare? Serve a farvi diventare 'scazzati' e 'annoiati' prima ancora di . . . ,, commciare a vivere . La legge sull'obbiezione di coscienza è una conquista da non sottovalutare e dimenticare, un punto di partenza da cui far partire un discorso serio e fondato sulla creazione di una cultura della pace. Ma oggi ho l'impressione che l'obiezione di coscienza sia un'opzione di comodo, che na poco a che vedere con la coscienza e che rientra invece perfettamente negli schemi di privilegio delle classi dominanti. "Se si dovesse osservare solo la composizione sociale degli obiettori di coscienza c'è da pensare che queSUOLE DI VENTO sto strumento legislativo sia in molti casi una comoda scappatoia di classe, mentre la massa di operai e proletari finisce nelle caserme del Friuli, la gioventù universitaria che ha mezzi infinitamente maggiori vive una situazione di privilegio". 2 È proprio così: i poveri, gli sfruttati, gli isolati della nostra gioventù stanno nell'esercito, dove vengono manipolati, e corrotti da un sistema perverso che distrugge valori e comportamenti, disorienta e impoverisce le asl?irazioni e le tensioni delle giovani generazioni. Proponendogli in un'età delicatissima della crescita valon e stili di vita pericolosi e diseducativi. Speriamo tutti che venga convertito il servizio militare obbligatorio in servizio civile obbligatorio. Allora potremmo indirizzare i nostri sforzi nell'ecologia, nel sociale e nel sanitario. Nello stesso tempo cominciare a far crescere nelle coscienze una cultura della pace. Potremmo cominciare a costruire una società fatta non più di cyborg armati e "scazzati", ma individui vitali e armati nelle coscienze di, libertà, solidarietà e nonviolenza. Ma perché non si svilisca il significato siesso di obiezione di coscienza bisogna tener presente che: "È il No della coscienza che viene prima e che resta sopra all'affermazione di un qualunque servizio civile .... ( ...)Rifiuto della guerra, ma prima ancora della morte, della malattia del dolore, diceva ancora Aldo Capitini: infine la coscienza nasce da questo rifmto e soltanto attraverso di esso si esprime". 3 Oggi che sono un "promettente borghese" quando sfreccio con la mia vespa davanti a una divisa verde graduata che aspetta l'avanti per attraversare la strada lo guardo mentre sfilo e i sui occhi mi dicono sempre la stessa cosa: "Dove scappi? Non sarai mai abbastanza veloce, non andrai mai troppo lontano, presto ti avremo sotto le armi per farti il lavaggio del cervello, per te non ci sarà né vespa né vento nei capelli ma marce scandite e capelli rasati". Non lo può sapere ma a me lo scalpo lo hanno già pr~so,. i capelli ora ricrescono veloci e più forti d1prima. Note Le parti che compaiono in corsivo nel testo sono tratte dal libro di T.E. Lawrence Lo Stampo, Adelphi 1996 (ed. originale 1955). 1 Dario Sabbadini: Obiettori Totali, intervista comparsa su "La Terra vista dalla Luna", luglio-agosto '95. 2 Dino Davide Taddei: Un anno della mia esistenza. Lettera ai militari. "La Terra vista dalla Luna" luglio agosto '95. 3 Piergiorgio Giacché: Al servizio (civile) della coscienza, "La Terra vista dalla Luna", luglio agosto 1995. ♦

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