La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 16 - giugno 1996

La carovana del professore. Le nostre attese Augusto Battaglia Augusto Battaglia,deputato eletto con L'Ulivo, si è occupato in particolaredi politichesociali. ♦ In questi primi giorni della tredicesima legislatura si respira un'aria indubbiamente nuova. Svaniscono, sempre più lontane, le grida scomposte degli uomini della destra. A esse si sovrappongono toni più pacati, momenti di pathos, come nelle parole di Luciano Violante, mentre va diffondendosi pian piano nel nuovo parlamento un clima di impegno operoso, scevro da toni retonci, forse poco eclatante, ma certamente attento ai problemi concreti della gente e consapevole dei rischi di questo complesso e difficile passaggio politico. Il discorso di presentazione del nuovo governo alle Camere rispecchia indubbiamente questo clima e soprattutto s1 sforza di delineare con la necessaria prudenza uno scenario nuovo. Con prudenza perché è certo che il nuovo governo si muove sulla scia dell'azione che Ciampi e Dini hanno sviluppato dal '93 in poi, inframmezzati dalla fallimentare parentesi del Governo Berlusconi. Ma, pur n~lla coi:itinuità, molti passaggi esprimono una nuova e sincera tensione per il sociale e la consapevolezza che questa volta non basteranno le tradizionali politiche di risanamento dei conti pubblici. Oltre che alla lira, all'inflazione, al Pii, alla Borsa, il governo sa che dovrà prestare la necessaria attenzione ai giovani senza lavoro, alle sorti degli anziani, degli handicappati, di chi ha bisogno di solidarietà. Perseguire quindi con rigore il risanamento finanziario, ma come mezzo per liberare da subito risorse da mettere a servizio dello sviluppo per il lavoro, per superare gli squilibri economici e sociali del Paese. Equità è un termine ricorrente nell'intervento del Presidente del consiglio Romano Prodi. Quando delinea i tratti della riforma tributaria, quando fa riferimento alle misure economiche e al federalismo. Equità perchè tutti abbiano almeno una possibilità. Una possibilità di lavoro, in particolare, un lavoro che non nasce solo dal mercato, ma che nella società post-industriale arriva se si attivano politiche concrete: formazione, mobilità controllata, risanamento ambientale, servizi alla persona, promozione del terzo settore. Equità in uno stato sociale rinnovato che tuteli la salute, sostenga la terza età, promuova chi vive il disagio. Uno stato sociale che viva della partecipazione attiva dei cittadini attraverso l'associazionismo, il volontariato, la cooperazione, l'impresa sociale, le organizzazioni del terzo settore. Attraverso il lavoro di migliaia di giovani che possono servire la Patria non solo in armi, ma nell'impegno quotidiano a servizio delle comunità. Parte così con poco clamore ma con qualche idea nuova e tanta passione la carovana dell'Ulivo. La carovana ha un percorso lungo e difficile da fare. E lo farà, a detta di Prodi, attenta a raccogliere anche quelli che cadono, che non ce la fanno da soli e che troppo spesso restano a terra trascurati da tutti. Sono parole impegnative, c'è da augurarsi consapevoli. Perché sono già in tanti che legano le proprie speranze al passaggio della carovana. Ma non vogliono solo salire, per farsi portare alla meta agognata, il loro Ovest. Tanti che non ce la fanno da soli portano in sé la speranza, che insieme agli altri possano anch'essi contribuire, chi più, chi meno, al riscatto e allo sviluppo del Paese. Vogliono essere protagonisti. Sì, proprio loro, i poveri, gli emarginati, considerati un peso dalla vecchia politica, quella del mercato e basta, quella "che dopo penseremo anche a voi". Organizzati nel terzo settore sanno di essere invece una risorsa, ma solo se una buona politica mette al centro la persona, le comunità locali, i loro problemi e bisogni. Non sarà facile però resistere alle tentazioni, alle sirene del libero mercato. Lungo la strada sono già appostati Soloni di ogni tipo, lì pronti a giudicare, a suggerire, a chiedere ancora un ultimo sacrificio. Si ag~irano falsi federalisti che più che l'autonomia perseguono il desiderio di pagare meno tasse. Classi opulente che non vogliono arretrare, i cui lamenti suoneranno alti, fino a commuovere persino i poveri veri. Bisognerà resistere. Altrimenti le tante speranze c_he hanno portato alla vittoria dell'Ulivo presto scemeranno e la carovana alla fine potrebbe fare arrivare da qua_Ichepa~te, _m~ vuota e senza I suoi p1001en più convinti. Le aspettative sono alte e tanta fiducia circonda il nuovo governo. Di chi aspettava questo momento da cinq~ant'anni, di ~hi ha c?minc1ato a costruire pazientemente il nuovo nel sociale, di chi è stato deluso dal sogno berlusconiano, di chi crede nelle istituzioni e lavora quotidianamente per il bene di tutti. A questi non basterà che la lira punti decisamente a quota mille. Credono veramente che lo stato sociale sia - la grandezza di un popolo e sono disposti a dare una mano per costruirlo. Non è ammesso deluderli, né sbagliare. Avanti tutta Professore. ' ♦

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