La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 16 - giugno 1996

USO E ABUSO DELLA STORIA NELL'EUROPA ORIENTALE J ulie M ostov (traduzione di Monica Campardo) Julie Mostov insegna storia e politica all'università di Drexel. Questo articolo è tratto da "East European Constitutional Review", autunno 1995. ♦ In seguito al crollo del comunismo la vita politica e culturale dell'Europa orientale è stata caratterizzata dall'emergere in gradi diversi di elementi comuni quali l'ostentazione pubblica di simboli nazionali e la partecipazione euforica a manifestazioni di massa, la riscoperta di immagini romantiche della gloria nazionale e di miti che celebrano l'eroismo e il martirio, l'esaltazione dell'unicità culturale e della superiorità spirituale della propria nazione. Queste immagini di un passato glorioso sono divenute una sorta di "ispirazione e consolazione" per popoli improvvisamente trovatisi ad affrontare sfide quali trasformazioni sociali e politiche radicali, confusione, incertezza e il marchio di cugini poveri e arretrati della famiglia europea. Ma queste interpretazioni della storia hanno fornito anche le basi per I.i, creazione di programmi etnonazionali, le risorse per sruppi di potere nazionali e le giustificazioni alla discriminazione, all'aggressione territoriale e alla guerra. Sono divenute motivo di resistenza alle teorie e alle istituzioni liberali legate ai moderni processi di democratizzazione e sviluppo economico. Se le teorie di stampo liberale siano o meno in srado di fornire una cornice auspicabile o ragionevole alle società in corso di formazione nell'Europa orientale è tuttora una questione aperta. Le teorie liberali costituiscono le fondamenta per l'espressione di una diversità culturale e di una rappresentanza politica conformi alle esperienze e all'aspetto demografico peculiari di questi paesi e delle comunità democratiche. Il mio obiettivo in questa sede sarà di analizzare l'origine dell'incompatibilità tra le dichiarate aspirazioni di riforma politica ed economica e la romantica appropriazione del passato. Per affrontare le sfide in corso nella regione, infatti, è essenziale comprendere i fattori che determinano questa inconcialibità. Tratterò in particolare l'uso e l'abuso della storia nello sviluppo di teorie e istituzioni politiche, ossia il modo in cui le strategie di "costruzione della nazione", sostenute da "verità" storiche, ricordi parziali, racconti di età dell' oro e passati gloriosi, giustificano alcune teorie politiche, si appellano a diritti, privilegi o pratiche particolari. La mia analisi verterà soprattutto sul modo in cui le descrizioni del carattere primordiale e naturale della nazione contrastano con lo sviluppo di valori e istituzioni liberali. Le teorie politiche che si sviluppano parallelamente a questa visione della storia costituiscono, in effetti, una minaccia non solo per le fondamenta politiche liberali, ma per le basi stesse della democrazia, della pace e della sicurezza nella regione. L; nazione come comunità naturale Per assumere il ruolo di custodi degli interessi nazionali, ossia le uniche persone in grado di comprendere e promuovere tali interessi, i leader etnocratici devono innanzitutto modellare la Nazione, un progetto a cui partecipano diversi protagonisti e che coinvolge la storia, la mitologia, la cultura e i principi fondamentali del popolo. Gli storici e gli scrittori ripropongono le tradizioni, i poemi e gli eroi epici, glorificando il passato e siustificando le rivendicazioni territoriali. Gli archeologi si impegnano in dibattiti ottocenteschi, occupandosi di studi genealogici, riportando alla luce tombe e riesumando reperti umani provenienti da Grecia, Macedonia, Serbia, Slovenia, Ungheria e Romania. Termini nuovi, o più precisamente termini antichi caduti in disuso, vengono reintrodotti nel lessico quotidiano attraverso i media allo scopo di evocare immasini e valori tradizionali. L'ampio uso di simili termini evocativi (come "focolare") permette ai leader politici di parlare con più facilità di concetti quali il sacrificio, la lotta strenua a costo della vita stessa, la difesa della madre patria e l'espulsione degli invasori. I miti nazionali offrono al popolo un rinnovato senso di identità, soprattutto a coloro che sentono di essere stati defraudati in passato della propria specifica identità religiosa e culturale dai regimi comunisti o da altri gruppi nazionali. Di fronte alla confusione, all'instabilità e ai cambiamenti improvvisi, un'identità nazionale presentata sotto vesti attraenti dà un senso di continuità con le radici storiche più profonde. Queste cronache hanno basi storiche, ma spesso sono condite di retorica e risentono di alcune carenze, proprio laddove le cronache storiche di altri popoli vengono omesse o distorte. Eppure, le loro basi storiche garantiscono a questi resoconti credibilità e potere, in particolare agli storici che sfruttano fa propria preparazione tecnica, le proprie conoscenze e la possibilità di accesso ad archivi e documenti rari per fornire loro una fondatezza e una legittimità che le persone comuni non sono in grado di confutare. Di fronte a condizioni economiche e politiche che minacciano la perdita del proprio status, pochi sono disposti a mettere in discussione l'importanza, l'orgoglio e l'identità appena scoperti della propria eredità storica. . Queste cronache ricreano la visione del mondo delle popolazioni storiche originarie e ristabiliscono valori e virtù peculiari della nazione offrendo al popolo un rinnovato senso di eredità nazionale. Contemporaneamente danno vita a delle dicotomie per cui alcuni vengono esclusi in quanto contrari a questa visione del mondo, nemici di tali tradizioni e corruttori di questi valori e virtù originari. Ogni rallentamento o regresso del processo storico nazionale può essere imputato al confronto con gli altri o a un errato comportamento degli altri nei nostri riguardi. Gli sforzi per il "recupero" della nazione, mentre da un lato ne evidenziano le antiche origini, la continuità storica e il carattere naturale, dall'altro respingono il concetto di nazione come comunità politica moderna o comuLEZIONI

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