La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 15 - maggio 1996

riflettere su tali esperienze per conoscere se stesso e la realtà, è messo nelle condizioni di poter giungere gradualmente a libere valutazioni critiche e a conseguenti scelte autono- ") me . I Capi come educatori si assumono perciò la responsabilità di creare nelle unità occasioni per presentare, conoscere e vivere assieme, attraverso esperienze concrete, i valori fondamentali dello scoutismo, che sono: la formazione del carattere ( inteso come educazione all'equilibrio "tra il riflettere e l'operare", e di conseguenza alla padronanza di sé), l' efficienza fisica (intesa come conoscenza del proprio corpo e coscienza delle proprie res.{'onsabilità di farlo funzionare al meglio), l'abilità manuale (intesa come sviluppo dei l?.ropri "talenti" ed incoraggiamento, tramite il costruire e la concretezza delle cose, al rapporto con gli altri ii:iteso anche come servizio), il servizio al prossimo. È opportuno però, distinguere la proposta nelle tre fasce di età di cui si occupa lo scoutismo: i bambini\e tra gli 8 e gli 11 anni (Branca L \C), i ragazzi\e tra i 12 e i 15 anni (Branca E\G), i giovani tra i 16 e i 20 anni (Branca R\S). Branca L\C Uno dei filoni di attività proposti ai bambini _per concretizzare i punti sovraesposti si definisce "Interessiamoci degli altri". Con esso si tende a far scoprire ai. bambini di far parte anche di comunità più grandi rispetto alla loro: la scuola, parrocchia, il q_uartiere, la città, la nazione, l'Europa, il mondo l'Associazione. Inoltre si vuole portare i bambini ad un atteggiamento più critico e più sereno di fronte a quanto avviene attorno a loro. Le occasioni di discussione e di riflessione conseguenti l'esperienza vissuta consentono poi di scoprire che su un determinato argomento possono esserci punti di vista differenti. Diverse sono state le occasioni mediante le quali più di un centinaio di bambini dei gruppi scout della zona Salario hanno avuto modo di conoscere i rom del campo di Via Olimpica. Le modalità sono state differenti, ognuna con obbiettivi "tagliati" su misura del progetto educativo del gruppo scout di appartenenza. Partendo infatti, dal presupposto che per i bambini rom di quel campo è fondamentale vivere esperienze diverse, da bambini con bambini, si è favorita ogni opportunità di incontro possibile. Molti lupetti ormai, hanno in classe bambini stranieri, anche zingari: col frequentarsi anche al di fuori della scuola si permette una maggiore conoscenza e familiarità, anche in fatto di abitudini. Alcuni bambini si sono incontrati in un parco romano, "in campo neutro", ed hanno vissuto insieme alcune tradizioni delle feste pasquali, ad esempio imparando a dipingere delle uova con colori naturali e l;)Oiscambiarsele come dono. In questo modo sia i rom che i lupetti hanno scoperto che i riti di una religione diversa possono avere elementi in comune, oppure, come nel caso del calendario, che non c'è concordanza di tempi tra la religione cattolica e quella ortodossa. Altri bambini hanno avuto la possibilità di conoscersi giocando insieme: hanno potuto apprezzare la differenza tra chi vive la dimensione comunitaria e chi la realtà di una semplice aggregazione (i bambini rom provengono dallo stesso campo zingari, ma sono originari SUOLEPl VENTO di famiglie differenti). In un'altra occasione altri bambini hanno potuto scoprire cosa vuol dire avere dei pregiudizi. Un Branco di periferia, già espressosi in varie occasioni in modo n~gativo nei confronti degli zingari, è stato invitato, e contemporaneamente il gruppo rom, a imparare una speciale tecnica per costruire delle maschere per il Carnevale per farne un o~getto di dono. Sono state formate delle coppie, sia tra lupetti,· sia tra lupetti e rom: nella serata di incontro, nella "tana" dei lupetti (la sede scout) ognuno ha scoperto l'altro e grazie allo scambio c'è stata la possibilità di conoscersi vis-à-vis. Gli italiani hanno scoperto quanto siano strani i nomi dei bambini rom (molti Rambo, Rocky, ma anche Veselinka, Duda, ecc.... ), ma sono stati invitati a riflettere su quanto anche i loro suonino in modo particolare per chi è straniero. I Capi non hanno assolutamente mai parlato di bambini zingari, né prima, né durante, né dopo l'incontro. I bambini hanno giocato insieme in piccoli gruppetti e la serata è filata liscia senza alcuna difficoltà. Tre mesi dopo, alcuni genitori, valutando l'entusiasmo dei propri figli per l'es?erienza scout mostrarono grossa gratitudme per quest'avventura, che aveva permesso loro, alle loro famiglie, ad altri lupetti loro amici, a compagni di scuola con cui essi avevano modo di scambiarsi sensazioni ed emozioni, di riflettere sui pregiudizi che dividono l'umanità: in fondo era stato un semplice incontro tra bambini. Pensate se i Capi avessero chiesto il "permesso" ai genitori, o se avessero parlato prima ai bambini degli zingari, o ... Un altro gruppo di bambini ha avuto invece, la ventura di andare a visitare i bambini rom a casa loro: hanno potuto giocare insieme, ma anche potuto farsi presentare il luogo e le condizioni in cui essi vivono. È stato uno spettacolo ascoltare le valutazioni "a freddo" di una settimana dopo dei bambini più grandi del branco (il "Consiglio degli anziani"), nella loro tana. Il termine più volte usato è stato "ingiustizia": da soli avevano notato il tipo di precarietà di vita (assenza di energia elettrica, bagni, acqua corrente, cassonetti per rifiuti), l'aspetto denutrito, sporco e poco sano dei bambini (i denti "tutti malati", i vestiti tutti vecchi, le scarpe rotte, ecc.... ) e avevano giudicato le proprie condizioni di vita, i propri giocattoli, il proprio benessere, elementi estremamente favorevoli per una migliore qualità di vita e quindi esprimevano una rabbia "indicibile" per chi permetteva questa situazione vicino la loro casa: neanche il maggior partito cieli'opposizione, il più rappresentativo delle classi meno favorite esprimeva concetti così lucidi e carichi di rabbia! Visto l'estremo successo degli incontri avuti si è l;)Oisparsa la voce e molti bambini, organizzati e non, hanno cominciato a chiedere di incontrare i rom: ad esempio, accade sempre più spesso che a scuola bambini rom del campo vengano invitati a casa dai propri compagni per delle festicciole. Branca E/G L'esca psicologica che spinge gli Esploratori e le Guide all'azione è l'atmosfera d1 avventura: di costruire se stessi, utilizzando le proprie esperienze in modo imprevisto e imprevedibile, di scoprire il mondo e riorganizzarne la conoscenza secondo schemi personali, di provare se stessi in rapporto al mondo e agli altri.

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