I limiti La macchina educativa dello scoutismo non lascia nulla al caso: ci sono campi formativi per tutti e su tutto, dal teatro all'interculturalità, dalla topografia all'informatica. Non solo per i ragazzi, perché, per diventare capi, bisogna sottoporsi a un lungo tirocinio in cui si deve dimostrare, nella pratica, di essere a conoscenza del metodo scout e di avere tutte le carte in regola per occuparsi dell'educazione dei giovani. Chi entra a far parte dell'associazione, anche se in un primo momento non se ne rende conto, fa il proprio ingresso in una sorta di società parallela con regole, riti, scadenze, impegni che potenzialmente possono richiedere la piena disponibilità di tempo ed energie. Se per i bambini lo scoutismo è soprattutto un gioco, un modo avventuroso e piacevole di trascorrere il tempo libero, man mano che passa il tempo la faccenda tende a farsi sempre più seria e impesnativa. Riunioni, uscite (ovvero escursioni), il "servizio" settimanale per i ragazzi più grandi e poi gli incontri di zona o regionali: per un rover o per una scolta (16 - 21 anni), e tanto più per un capo, essere scout si&nifica avere tutti i fine settimana e parecchie serate occupate, il che comporta spesso la limitazione delle proprie esperienze e conoscenze all'ambito puramente associativo. Le cose si complicano, talvolta, quando nel gruppo lo scoutismo è inteso come un assoluto: non solo un metodo educativo, non solo un impegno a favore della formazione dei giovani ma addirittura una religione dogmatica da accettare in blocco o da abiurare una volta per tutte. La stessa importanza assegnata al carisma del capo, al sentirsi e al fare comunità accentuano il carattere tragico di un eventuale distacco dall'associazione, tanto che l'ex scout rischia di essere considerato un reprobo, uno che "non ce l'ha fatta" per difetto di dedizione e di disponibilità. C'è poi un altro aspetto da considerare. Il principio gerarchico opera a tutti i livelli del- !' organizzazione: le sestislie dei lupetti come ,pure le squadriglie degli esploratori e delle guide hanno i loro "capi" e vice capi; a loro volta tutte e tre le branche hanno i loro responsabili ufficialmente investiti, che formano, ar,punto, la Comunità capi. Per lo scoutismo 11 capo non è colui che ha il potere, ma colui che si è assunto una responsabilità, che è diventato un punto di riferimento grazie alla sua competenza e saggezza. L'impostazione gerarchica, verticale, è poi compensata dalle controspinte orizzontali costituite dalla vivacità della "base", interpellata SJ?esso per discutere e anche per votare le decisioni più importanti. Talvolta però questo importantissimo equilibi:io tra gerarchia e valorizzazione delle singole individualità si rompe e il capo finisce col concepire la propria autorevolezza come un'autoritarismo che si rivela pernicioso nei rapporti con i ragazzi. Accade anche che un rapporto troppo stretto e diretto con il capo "troppo" carismatico finisca con lo svilupP4re le relazioni di tipo verticale a detrimento di quelle orrizzontali, con i coetanei. Ne consegue che quell'educazione all'autonomia, alla consapevolezza e responsabilità delle scelte, alla libertà dai conformismi sociali a cui mira lo scoutismo produce al contrario sentimenti di dipendenza dall'associazione, che diventa l'unica depositaria autorizzata dei valori e dei.modelli di comportamento. ♦ Dati del censimento 1995 RAGAZZI CAPI TOTALE ;Abruzzo 3883 718 4601 ~asilicata 925 137 1062 Calabria 5607 1218 6825 Campania 8862 1720 10582 EmiliaRoma~na 16786 3451 20237 FriuliVen. Gmlia 4915 993 5908 Lazio 14439 2838 17277 tiguria 7519 1400 8919 Lombardia 17535 3304 20839 Marche 6909 1292 8201 Molise 924 228 1152 Piemonte 9796 1838 11634 Puglia 9870 2059 11929 Sardegna 5003 996 5999 Sicilia 15175 2857 18032 ;Toscana 7921 1618 9539 tfrentino Alto Adige 1805 398 2203 Umbria 2143 403 2546 N'alleD'Aosta 209 51 260 Weneto 20838 3973 24811 OTALE 161064 31506'; 192570'f Secondo l'ultimo censimento, gli scout in Italia sono quasi 200 mila. La regione con più iscritti è il Veneto, seguito dalla Lomoardia, dall'Emilia Romagna, dalla Sicilia e dal Lazio. Gli scout adulti sono 31.506, i ragazzi .Poco più di 161 mila. *Al totale sono stati aggiunti i 14 membri del Comitato centrale. WOLEDI VENTO
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