La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 15 - maggio 1996

SUOLE DI VENTO FedericaBellicanta,GiampaoloCelani, Michele Colucci, Alfonso Geraci, GiuseppePollicelli gli scout VECCHIO CONTENITORE, NUOVI CONTENUTI? FedericaBellicanta Resistente al crollo delle ideologie, alla crisi delle associazioni giovanili cattoliche classiche, alla scomparsa pressoché totale delle organizzazioni di partito, l'Agesci -Associazione guide e scout cattolici italiani - con i suoi quasi duecentomila iscritti, in Italia non ha pan per diffusione ca_pillaree radicamento nel territorio. Ma defimre l'Agesci una semplice associazione forse non le rende sufficientemente giustizia. Oggi che gruppi e gruppuscoli_ proliferano, nascono e muoiono, raccolgono adesioni poco o niente impegnative, oggi che si moltiplicano le tessere e gli attestati di appartenenza - a una bocciofila o a una lega per la riscoperta della cucina medievale - accostare lo scoutismo alla miriade di associazioni sportive o ricreative, ai circoli filosofici o scacchistici è del tutto riduttivo e fuorviante. Ci troviamo infatti di fronte a un organismo gerarchico, costruito su una struttura piramidale di quadri democraticamente eletti dai delegati espressi dalla base, ispirato a una visione del mondo ben precisa, seppure eclettica e abbastanza flessibile. E forse è proprio questo eclettismo duttile, ancorato a poche ma semplici regole, a parole d'ordine evocative e di immediata comprensione, ad aver garantito la durata e la diffusione mondiale dello scoutismo, fondato nel 1908 dall'ufficiale dell'esercito coloniale inglese Robert Baden-Powell. Non solo un'associazione, dunque, ma anche un metodo educativo, una macchina ideata apposta eer formare giovani dagli otto ai ventuno anm. E ancora: un vincolo che le~a e affratella gli associati, grazie alla condivisione di un linguaggio, di valori e atteggiamenti comuni; e anche una visione del mondo teorizzata, approfondita e SUOLEDI VENTO condivisa tramite i campi formativi per giovani e per "capi" adulti, secondo la filosofia dell'educazione e dell'autoeducazione permanente. Organizzazione e gerarchia · Il Gruppo è l'unità di base, la "cellula" locale della grande rete nazionale - anzi, mondiale - dello scoutismo. Ogni gruppo ha una Comunità capi che raccoglie i responsabili delle tre "branche" nelle quali è suddivisa tutta l'associazione: il Branco dei lupetti e delle coccinelle (8-11 anni), il Reparto degli esploratori e delle guide (12-16 anni) e infine il Clan dei rover e delle scolte (16-21 anni). Il Gruppo fa riferimento alla Zona, un organismo con relativi capi, assemblee, comitati e consigli direttivi, che coordina i gruppi territorialmente vicini. Le Zone, a loro volta, sono dei sottoinsiemi della Regione; tutte le Regioni, infine, dipendono da un direttivo centrale nazionale. La struttura organizzativa dell' Agesci potrebbe evocare, per articolazione e gerarchia, quella dei partiti d'altri tempi, senonché in questo caso l'organigramma piramidale è ribaltato rispetto alle esperienze dirigistiche e verticistiche degli apparati politici del secondo dopoguerra. Nello scoutismo il Gruppo viene prima della direzione centrale nazionale e non ne costituisce in alcun modo un'emanazione. Il Gruppo, poi, non nasce grazie ali' opera di proselitismo dei capi, ma per divisione in due parti di un Gruppo troppo grande o per disseminazione (un capo si trasferisce e fonda un Gruppo in un territorio che ne era sprovvisto) o comunque secondo un processo del tutto spontaneo. Inoltre il collante ideale che lega i Gruppi deriva più da un fare comune che da una teoria esclusiva, chiusa e rigida, con annessa identificazione di un supposto nemico o comunque di un antagonista da "convertire". Pragmatismo e senso di appartenenza Che un'associazione fondata all'inizio del secolo da un ufficiale dell'esercito di sua maestà britannica sia tuttora vitale e anzi addirittura moderna può sem.brare quasi un miracolo dell'archeologia. In un secolo in cui ogni scuola di pensiero, comprese le teorie più rivoluzionarie, è invecchiata irrimediabilmente prima ancora dei suoi alfieri, è per lo meno strana la resistenza di un metodo educativo che univa nazionalismo e vita all'aria aperta, abilità manuale e inquadramento paramilitare, obbedienza ai "capi" e valorizzazione della respon-

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