me Elsa Morante, e poi Cassala, Pratolini, Calvino (anche la ·seconda maniera, benché preferissi la prima). Recentemente sono stato folgorato dall'incontro tra un narratore e quella che potrebbe essere la tradizione bella e crudele del comico, con L 'oro del mondo di Vassalli, un romanzo sul carattere degli italiani, su un paese che diventa fascista o antifascista nell'arco di 24 ore ... Ma non ha nulla a che vedere con gli altri suoi romanzi ... È vero che mi piace la commedia all'italiana, specialmente quella in bianco e nero vista da ragazzino, che rispondeva a un sapore etico-sentimentale più nobile e alto, però non ho amore per il razzismo culturale e quindi della commedia non ho affatto amato quei film dove sono stati presi per il culo con cattiveria i disgraziati. Fondamentalmente credo di avere un modo di guardare le cose molto triste, con un eccesso di sensibilità alla tristezza che mi fa reagire in maniera magari burlesca e umoristica; e di avere una sincera passione per l'antropologia, il romanzo e il cinema di Pasolini, certi ambienti e certe facce ... Ferie d'agosto ha anche modelli letterari ... Ferie d'agosto è una commedia di ".illeggiatura, un genere che ha molti titoli di gloria. Il tentativo era mettere in campo cose tipiche del film leggero italiano e di andarci dentro con il panzer ... per scoprire l'anima più o meno fetida e più o meno malinconica dei ~ersonaggi. Avevamo presenti i languon e le malinconie delle commedie di villeggiatura dei russi, e c'è addirittura una scena che ho rubato a Platonov, quella di Antonella Ponziani che legge la sua storia con Orlando (era Platonov a raccontare in Cechov alla chitarra la sua storia con Sofia) ... Materiali pregiati mescolati con materiali molto grevi, con la tristezza del karaoke, con la sguaiata disperazione di un programma televisivo di ragazzine saltellanti ... Nella convizione che l'attività del narrare ha di per sé un valore di aiuto alle persone. Se Madame Bovary avesse letto Madame Bovary avrebbe sofferto come Madame Bovary? Se il ragazzetto lasciato solo in platea avesse a che fare con vicende che in qualche modo lo riguardano si sentirebbe meno solo? È questa l'eterna domanda. Il cinema italiano ha ritmi lentissimi, trascina ogni scena con lentezze esasperanti. Il vostro film invece è veloce, "americano", nel rispetto di una scenegsiatura già molto ritmata, fortemente costruita. Senza soste e con tanti personaggi, soprattutto nella prima parte. Ho molto amato il modo che ha Altman di intodurre tanti personaggi, per esempio in Short cuts ma anche in Pret-à-porter, l'inizio ... Amo le sceneggiature che ti fanno marciare, quelle da cinema classico. Voglio una sceneggiatura be,n congegnata ma che permetta di mantenere le orecchie ben aperte per quanto riguarda i personaggi. A partire dal materiale umano che sono gli attori, il congegno narrativo lo abbiamo fatto con passione artigianale, ma nella conduzione delle scene, una per una, si deve sempre conservare spalancata una porticina. Certi attori bisogna dirigerli, certi altri invece rapinarli, rubar loro roba. Per esempio in questo film l'ho fatto con Piero Natoli, o con Sabrina F~rilli c~e rarla anc?ra nella vita un italiano antico, premoderno ... Viene prima della scomparsa delle lucciole pasoliniane, Sabrina. C'è molta differenza nella sceneggiatura tra il ruolo e il peso degli uomini e il ruolo e il peso delle donne. L'idea era di mettere in scena un vero conflitto trasversale, non tra destra e sinistra (o meglio tra cultura libresca e cultura televisiva. Capalbio e Ladispoli a confronto ...), ma tra dei maschi infantili, animosi, con l'uccello o la pistola in mano e il comizietto sempre pronto, capitribù risibili, e delle donne un po' infingarde, che tramano alle loro spalle, e sono tutte ben consapevoli di quel che sta loro accadendo nelle vicende private, e che però tacciono. Donne che hanno un forte senso di protezione dei figli, di fronte a maschietti puerili, "fallici". Le donne sono meno disponibili al conflitto tribale e più curiose, mentre i maschi hanno da fare i galletti, da sfoderare i colori e le piume ... Non ci sono madri, però: alla Morante della figlia importa poco, importa del suo uomo; alla moglie del Mazzalupi non importa niente dei figli, vive solo per il marito. I padri sono padri mancati: Orlando che vorrebbe esserlo, Fantastichini che adora una figlia che lo disprezza ed è adorato da un figlio che picchia ... Paternità molto problematiche. P.S. Un fax Goffredo, la verità è che sono un tipo di Livorno, di padre carabiniere siciliano che votava Almirante, di madre cattolica figlia di operai comunisti, e che sono scampato a un destino f ersonale di fatica grazie a fatto che sapevo cucinare lazzi per comici del teatro e della tivù. Il mio primissimo lavoro da autore: le scenette buffe. lo t'ho solo parlato della mia parabola di letture: Morante, certo, Casso/a, Pratolini, i russi. Ma non ti ho detto di Franco e Ciccio, dei numerosi miserabili cabarettari, del mio trasporto per Stanlio e Ollio. La commedia mi sembra una strada gentile, democratica e penetrante per fare onestamente e modestamente il mio lavoro, e intanto prendermi la libertà di ficcare il naso dentro i casi della vita. Degli esseri umani mi interessa soprattutto la vicenda interiore, e questo può suonare strano nell'ambito della commedia. In realtà io ritengo che la grandezza di certi bei film italiani venga proprio da lì: in mezzo ai lazzi e ai ritrattini ironici c'era fondamentalmente uno sguardo triste, c'era il dolce racconto dell'infelicità delle persone. Cerco di tenere in vita, prima di tutto nell'animo, poi anche nel lavoro, un sentimento di pietà verso il dolore del mondo. Ma se mi permetti anche una certa dispettosa, maleducata insolenza che mi lasci ridere delle trombonate, delle ipocrisie, delle fasullaggini. Volevo dirti qualche cosa di più e l'ho fatto. Spero di poterti incontrare ancora per sapere cosane pensi, nell'ordine: di Piovono pietre, McEwan, Hanif Kureishi, The snapper e di tutti quei figlioli di Dickens che oltre la Manica, chi nel buffo, chi nel serio, stanno consegnando ai posteri qualcosa d'importante sulla fatica di vivere in quest'ultimo scorciodi secolo. (Paolo Virzì) ARTE E PARTE
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