La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 15 - maggio 1996

breve attimo: tutto per tutti, niente per noi stessi. Le iperboli non sono quelle dell'estremismo politico. Gli zapatisti non hanno un programma politico da imporre; hanno una coscienza politica che sperano di diffondere attraverso l'esempio. Le iperboli derivano dalla loro convinzione (che personalmente accetto in pieno) di rappresentare anche i morti, tutti i morti maltrattati - i morti che in Messico vengono dimenticati meno che in qualsiasi parte del mondo. Pur non essendo dei mistici, credono nelle parole che vengono tramandate attraverso secoli di sofferenza e non sopportano menzogne: Rieccoci, siamo quelli morti per sempre che muoiono di nuovo, ma stavolta moriamo per vivere. A venti mesi di distanza dall'insurrezione, che cosa accadrà in Chiapas è quantomai incerto. Gli zapatisti, ancora in armi, di recente hanno convocato una convenzione popolare a livello nazionale e internazionale per esaminare le loro rivendicazioni. L'economia messicana, additata al mondo l'anno passato dal Fondo Monetario Internazionale come modello di sviluppo contemporaneo, è crollata lo scorso inverno ed è stata salvata dal capitalismo internazionale solo per il timore che scatenasse una crisi mondiale. In cambio del più grande prestito (cinquanta miliardi di dollari) mai accordato a un singolo paese, il governo messicano ha ipotecato per sempre il proprio petrolio e ha acconsentito ad accelerare la cura d'urto di economia neo-liberista che è stata applicata negli ultimi tredici anni - metà della popolazione attiva è sottooccupata. Ai messicani è stato anche raccomandato - in particolare dalla Chase Manhattan Bank - di eliminare gli zapatisti perché non incentivano certo gli investimenti stranieri. "È arrivato il momento," ha annunciato sei mesi fa la rivista Fortune a New York, "di comprarsi il Messico!" Nel frattempo, grazie a certi giornali, in particolare in Messico e in Spagna, e grazie a Internet che nessun g<,)Verno è finora riuscito a mettere sotto controllo, i proclami degli zapatisti sono letti con semf re maggiore e più ampio interesse in tutto i mondo e le loro posizioni sono apprezzate e sostenute. Il loro messaggio sta arrivando a Santiago, a Berlino, a PIANETA TERRA Barcellona e perfino qui, alla periferia di Parigi. È una strana lotta ideologica, senza precedenti, quella che è in corso tra poche migliaia di uomini e donne senza volto, che però sono persone vere, nascoste tra le montazne che le difendono, e il nuovo Ordine Mondiale trionfante. Ma come è possibile un duello così squilibrato, anche se "per un breve attimo"? In ogni parte della terra oggigiorno sempre più persone sbattono la testa contro il fatto che il futuro del nostro pianeta e quello che esso offrirà o negherà ai suoi abitanti viene deciso da consigli di amministrazione composti da uomini che controllano più soldi di tutti i governi del mondo e che non si candidano mai alle elezioni. Uunico criterio su cui questi uomini si basano, quando devono prendere qualsiasi decisione, è quello se una cosa provocherà o almeno favorirà un aumento del Profitto. Nessuno, tranne questi uomini e i loro discepoli ideologici, crede ormai veramente, dopo le prove offerte dagli ultimi cinque anni, nelle promesse del trionfante Libero Mercato. In fondo alla propria coscienza la gente sa, quando si alza alle quattro di mattina, che un giorno il sistema crollerà. All'alba, la gente piega ancora una volta la testa obb ed ien te e cerca di non farsi travolgere. Ma cominciano a sorgere dei dubbi. E alle quattro di mattina il Subcomandante parla con noi. Mi alzo dalla panchina e m'incammino per la strada sotto l'ombra dei platani. Non incontro nessuno. Le prime foglie stanno già cominciando a cadere. All'angolo entro in un negozietto a comprare qualcosa da mangiare. Un uomo barbuto, di poco più giovane di me, in calzoncini, borbotta qualcosa al negoziante, che è libanese. Mi par di capire che il negoziante gli ha dato una bustona di banane nere, ormai troppo mature per essere vendute. Ora l'uomo sta lentamente contando delle monete per pagare una scatoletta. È un grosso barattolo di carne per cani. Le mani dell'uomo rivelano senza ombra di dubbio che si tratta di un barbone. Il Subcomandante spiega perché ha la mania di a$giungere sempre dei postscritti: Capita di avere la sensazione che qualcosa ci è rimasto tra le dita, che ci sono ancora parole che vogliono farsi strada e diventare frasi, che non si è ancora finito di svuotare le tasche dell'anima. Ma è inutile, non ci sarà mai un postscritto che possa contenere tanti incubi ... ma anche tanti sogni. ♦

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