di riserva. Gli indigeni sono lo scantinato di questo paese. 2. La modificazione dell'articolo 27 secondo l'originale di Zapata. (... )" Prende la parola un membro del Comitato che si era presentato come campesino: "Vorrei intervenire. Parliamo della questione delle terre. C'è stato molto malcontento tra i campesinos del Chiapas e del Messico per l'abolizione dell'articolo 27. Perciò crediamo che non sia conveniente abolire questo articolo perché possiede lo spirito origmale di Zapata secondo cui la terra è di chi la lavora e abbiamo lottato presentando le richieste per avere le terre dei latifondisti messicani e stranieri. E la lotta è importante. Non ci hanno mai dato buone terre. Stiamo sulle montagne, su terre sfruttate. Quando abbiamo richiesto terre buone non ce le hanno date e quando alcuni si prendono le terre con la forza il governo manda la polizia per arrestarli e torturarli. Per questo motivo abbiamo impugnato le armi per raccontare quello che succede in tutto il Messico. E ancora dicono che noi campesinos non lavoriamo, che siamo coglioni perché quel poco che otteniamo a colpi di machete non ci basta per le famiglie. L'impoverimento delle nostre terre è il motivo per cui chiediamo che vengano distribuite nuove terre, perché non ci manchi da mangiare. E non contano le terre che già occupiamo, perché sono venti ettari rocciosi e non possiamo usare le macchine, per questo chiediamo che siano terre nazionali". Interviene un altro rappresentante: "Sì, certo, vogliamo che le terre passino nelle mani dei campesinos. Non possiamo fare altre cose, altri lavori. Proprio per questo veniamo a chiedere una soluzione, perché da quanto sappiamo ci sono 10 milioni di chilometri quadrati di terre incolte, così ci sarà dove andare a lavorare. Ho finito". Prende la parola un altro rappresentante, anPIANETATERRA che lui meticcio: "La maggioranza degli ejidos (terreni comuni) sono sulle montagne e sono rocciosi. Non vogliono che disboschiamo le montagne con il machete. Ci ver~ogniamo a dire che sono 501 anni che lavoriamo con il machete, perché i nostri occhi vedono macchine moderne. Allora vediamo che c'è questa possibilità, ma il governo non ci dà aiuti. Dato che non siamo più produttivi, il governo ci tiene al primo posto nella miseria". (... ] Si alza il rappresentante con il vestito chamula: "Vorrei aggiungere qualcosa. Noi che siamo qui conosciamo la situazione degli indigeni. Alcuni non hanno terre, altri solo quattro o cinque ettari. Per questo molte famiglie sono andate nelle città dove vengono maltrattate e ricevono un salario da miseria mentre quelli che hanno la terra la lavorano tutti gli anni e la terra man mano diventa sterile. La terra è nostra madi:e. Ci dà da mangiare. Senza la terra non viviamo. Per questo non possiamo accettare che le terre vadano a finire tutte nelle mani dei latifondisti che le occupano con bestiame che non dà guadagni ai campesinos ma solo ai ricchi di altri stati messicani o stranieri. Credo che alcuni di loro siano narcotrafficanti e rapinatori. Per questo vogliamo l'autonomia di indigeni e campesinos, perché conosciamo la terra". Marcos: "Democrazia, giustizia economica, rispetto per la libertà. A livello nazionale chiediamo la libertà dei prigionieri politici e di tutti quelli accusati di delitti che non hanno commesso. A livello statale chiediamo il rispetto della libertà di culto e delle forme di organizzazione delle popolazioni indigene, la fine delle espulsioni e la garanzia del permesso di rientro degli espulsi". "Se nessun altro prende la parola - interviene il rappresentante chamula - parliamo dei prigionieri, perché per aiutarli li condannano come agitatori, rimangono
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