passamontagna verde e il berretto militare, siede a una delle estremità del tavolo. Quello che si era J?resentato come chol, con passamontagna gngio, si trova all'altra estremità. Il fatto che occupino queste posizioni dimostra l' esistenza di una struttura gerarchica. Marcos ha preso la sua pipa. Giocherella con le sue dita lunghe. Don Samuel continua: "Le interpretazioni di questi avvenimenti sono state diverse. Prima si è detto che si trattava di un gruppo di duecento o quattrocento persone armate. Poi, che il movimento veniva dall'America Centrale, che erano professionisti della violenza, che gli stranieri erano già qui, nella diocesi di San Crist6bal, e che sono stati loro a suggerire l'iniziativa, a fornire le armi, ad addestrare i soldati. In seguito non c'è stato nient'altro da fare che riconoscere l'importanza del movimento. Sono venute molte persone a esprimere solidarietà e tutto il paese ha manifestato la volontà di raggiungere la pace. Questo movimento ha lanciato un sasso e tutto intorno ha tremato. La pace ha delle richieste che •-• :::-:::::::.::::~'-, mirano mo!- ·- to lontano e di fronte alle 1---v quali le altre ., .. _.... .... richieste scompaiono. A poco più di un mese di distanza, siamo seduti intorno a un tavolo per 1n1z1are un dialogo. Non è mai successo in nessun'altra parte del- !'America Latina. Tutto il mondo assiste a come si risolverà questa crisi in Messico. Un'unica preoccupazione ci unisce: giungere alla pace. Questo è il nostro obiettivo". Viene chiesto all'Ezln di esporre la propria posizione e le proprie richieste. Parla un meticcio: "Come rappresentanti del governo federale vogliamo dichiararvi che non siamo qui per chiedere perdono. Siamo qui per esprimervi la nostra opposizione a oltre settant'anni di malgoverno in Messico. Ci siamo ribellati con le armi perché non ci avete lasciato altra alternativa. Il soverno si sta occupando dei vostri affari e dei vostri interessi, non degli indigeni, dei campesinos o degli operai, né tanto meno di tutti quelli che non hanno nemmeno la terra, un lavoro o qualcosa. Sono passati molti anni nei quali sono stati trovati molti espedienti, anche nel Distretto Federale, da quando siamo andati a presentare le nostre richieste al presidente della repubblica, che sono non solo le richieste delle organizzazioni, ma di tutto il Chiapas, e non è cambiato. niente. Fino a oggi non è successo niente e per questo vogliamo dirvi che non veniamo a chiedere perdono, ma siamo qui f erché riferiate a Salinas de Gortari, laggiù ne suo palazzo, che quello che ha dichiarato in Svizzera sono tutte falsità e menzogne, e cioè che qui in Messico il suo popolo sta bene, no davvero. E questa ne è la PIANETATERRA prova. Noi campesinos insieme all'esercito zapatista siamo qui per opf orci, ed è per dare la prova reale non solo de popolo del Chiapas, ma di tutto il Messico. E non siamo pentiti, né lo saremo, anche se così ci uccideranno tutti nei bombardamenti degli aerei moderni che gli altri paesi hanno dato a Salinas. Potranno distruggere tutto quello che è adesso la foresta del Chiapas, ma siamo sicuri che altri gruppi del paese si ribellerebbero perché subiamo lo stesso trattamento, lo stesso disprezzo e la stessa emarginazione. Perciò vogliamo dirle tutto questo, signor dottor Camacho Solfs, perché lo riferisca per intero e pubblicamente e perché il mondo si renda conto di quello che è veramente successo. Non siamo pentiti e mai lo saremo, né deporremo le armi, anche se ci prenderanno uno a uno, anche se ci uccideranno o se ci faranno sparire come ha fatto il governo". Parla come se stesse tenendo un comizio. Appassionato e convinto. È un ritratto politico. "Quanti rappresentanti di manifestazioni pacifiche sono in carcere? E la nostra morte avverrà perché i governi noi:i prend~- ranno senamente 111 considerazione le nostre esigenze e per di più compreranno aerei per attaccare la propria gente, il proprio popolo, il Chiapas. Invece di investire in aerei per sterminare i chiapanechi e i messicani, che il governo investa il denaro in aiuti, istruzione. Questa discriminazione nei confronti di tutti i chiapanechi. Questo chiediamo, che invece di investire in aerei per sterminare tutti i chiapanechi o i messicani, che il denaro si investa in benefici reali per tutti i messicani. Vogliamo dichiarare che non siamo stranieri, siamo campesinos davvero stanchi. Una stanchezza che nasce da quello che il nostro popolo ha sofferto e per questo siamo qui, non per trattare sulle armi, che sono quelle che ci hanno dato la luce, e vogliamo dichiarare al mondo che in Messico non è mai esistita la democrazia, non abbiamo partecipato alla formazione dei governi né alle loro decisioni. Non abbiamo istruzione, siamo emarginati. Non abbiamo titoli di studio. Perché dalle nostre parti non c'è mai stato un laureato, un avvocato? Per quale motivo? Non hanno neanche il diploma. Per questi motivi ci ribelliamo con le armi, siamo pronti e non temiamo la morte per una giusta causa. E vogliamo che le nostre richieste vengano accolte. Altrimenti preferiamo morire nei combattimenti, nonostante l'esercito federale abbia armi migliori e qualsiasi cosa facciano al nostro popolo. Siamo al fronte e non ci arrenderemo. Anche se ci uccideranno sarà per una giusta causa e ci saranno altri che rimarranno e che saranno pronti a portare questa bandiera. Questo è quello che proviamo e perciò vogliamo esprimere le nostre richieste concrete, non solo del Chiapas, ma di tutto il Messico".
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