La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 15 - maggio 1996

PER UN NUOVO ORDINE GIURIDICO DELLA DIVERSITA' Magdalena G6mez (traduzione di Monica Campardo) Magdalena G6mez è politologa ed editorialistade "La J ornada ". ♦ Il Tavolo negoziale per il Diritto e la Cultura Indigeni, realizzato nel Chiapas nell'ambito delle trattative tra l'Ejercito Zapatista de Liberaci6n Nacional (Ezln) e il governo federale, possiede molteplici significati e valori simbolici. Organizzato secondo una formula che separava espressamente gli invitati e i rappresentanti dalle parti, si riuscì comunque a far prevalere, in generale, un'ottica comune. Il clima creatosi sembrava propizio ad affrontare la seconda fase dei negoziati con uno spirito propositivo. O almeno così sembrava prima che, solo alcune ore dopo il termine dell'ultimo gruppo di lavoro, fossero noti gli avvenimenti che, indipendentemente dalla direzione che prenderanno e dalla necessità di chiarirli, condizionarono il nuovo clima di rispetto e di fiducia creato dal!' esplicito impegno dei partecipanti. Gli invitati e i rappresentanti zapatisti costituivano buona parte del movimento indigeno nazionale, mentre i rappresentanti del governo furono scelti essenzialmente secondo il criterio che fossero del Chiapas e, per quanto possibile, svincolati da organizzazioni corporative e di caciques (capi indigeni con enorme potere e influenza sulle comunità). Fu evidente, per esempio, che tra gli invitati c'erano solo gli espulsi e non coloro che ne avevano deciso l'espulsione, il che indubbiamente evitò contrasti e permise l'instaurarsi di un dialogo. L'integrazione dei gruppi rappresentava una scommessa politica per entrambe le parti: per l'Ezln era un'opportunità per conferire al dialogo un carattere nazionale, per il governo federale era l'occasione di circoscriverlo allo stato del Chiapas. Su questo punto è auspicabile che si riesca a raggiungere un accqrdo. Se si mantiene il livello di consensi della prima fase del confronto è ovvio che si deve procedere a una revisione della Costituzione, se invece prevale l'ottica di circoscrivere la questione al Chiapas, allora si comprometteranno l'ampiezza e la profondità degli accordi rasgiunti. Nel secondo caso gli accordi per il Ch1apas si limiteranno a ciò che è consentito dall'ambito costituzionale attuale, del tutto insufficiente. Verso un ordine giuridico della diversità Attualmente si avverte da più parti l' esigenza di nuove riforme costituzionali e a questo proposito i punti di accordo raggiunti a San Andrés Larrainzar e a San Crist6bal risultano fondamentali. La nostra opinione è che le nuove norme costituzionali riguardanti i diritPIANETA TERRA ti degli indios dovrebbero essere di supporto alla promozione di un diritto di natura multiculturale per evitare la tentazione di segregare ed emarginare queste comunità. In questo senso risulta importante precisare: 1. lo status della nuova normativa: si dovrà definire chiaramente se si tratta di un diritto con un raggio d'azione e una competenza subordinati; 2. la fonte e origine del diritto: se è un diritto "nuovo" creato e "concesso" dallo Stato o se è un diritto intrinseco, storico e pertanto riconosciuto in rispetto di ciò che è antecedente alla creazione dello Stato attuale; 3. la sua natura: occorrerà precisare il carattere collettivo di questi diritti; 4. i limiti: si definirà se questi diritti dovranno rispettare i diritti fondamentali e se saranno mantenuti all'interno dello Stato nazionale. La definizione di questi aspetti permetterà di sostenere il diritto all'autodeterminazione e all'esercizio dell'autonomia e dell'autogoverno delle popolazioni indigene nell'ambito di uno Stato multiculturale. Il soggetto dei diritti Quando si parla dei destinatari delle azioni di protezione, conservazione, sviluppo e promozione dei diritti delle popolazioni indigene si pone immediatamente la questione della definizione di "popolazione indigena". Il problema è stato risolto dall'accordo 169 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (Oil) che afferma che le popolazioni sono definite indigene se discendono da popoli che abitavano nel paese o in una regione geosrafica all' epoca della conquista, della colonizzazione o della delimitazione dei confini di Stato attuali e se, qualunque sia la loro condizione giuridica, conservano tutte, o in parte, le proprie istituzioni sociali, economiche, culturali e politiche. Per determinare i gruppi a cui si applicano le disposizioni del suddetto accordo a questa definizione si aggiunge il principio della coscienza della propria identità indigena o tribale. Nell'ambito di queste definizioni, sebbene sarà necessario prestare particolare attenzione al titolo dei diritti collettivi, il soggetto dei diritti dovrà riferirsi sia alle collettività che continuano a formare dei villaggi e ai raggruppamenti indigeni che hanno diritto a mantenere la propria identità, sia agli indigeni intesi come singoli individui con diritti e doveri di cittadini. Il soggetto dei diritti comf rende tutti gli indigeni indipendentemente da fatto che risiedano in modo temporaneo o permanente al di fuori della comunità o villaggio originari. La natura collettiva del diritto degli indios Uno degli argomenti più dibattuti tra i difensori dell'ordine costituzionale vigente è quello della natura collettiva dei diritti di queste popolazioni, una dimensione questa che non può essere compresa nei diritti individuali. Tuttavia, alcuni sostengono che per soddisfare le richieste delle popolazioni indigene basterebbe ampliare la Costituzione. Si sa che la concezione classica dei diritti umani definisce come destinatario la persona indipendentemente da genere, razza, lingua, reli~ione. Questa concezione è stata estesa dal piano dei diritti civili e politici al piano dei diritti economici e sociali, ma per quanto riguarda gli indios non si può trascurare la dimensione col-

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