La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 15 - maggio 1996

le. Per questo motivo molti chiapanechi si sono dimostrati solidali con la lotta rivoluzionaria centroamericana. Ma anche le classi alte del Soconusco sono strettamente legate a quelle chapines4 • Il poeta chiapaneco Juan Banuelos, in occasione della presentazione del libro dello scrittore guatemalteco Edwin Cifuentes, ha affermato che "il Guatemala inizia nel Chiapas" e che molti chiapanechi amano profondamente entrambi i paesi. Esistono, tuttavia, anche forme di discriminazione che sfociano nel razzismo. Chiamarli "cachucos" è un aspetto della discriminazione nei confronti dei chapines. Vengono considerati inferiori perché sono poveri, non istruiti, originari di un paese devastato dalla guerra e dall'avidità dei gruppi al potere, ma a volte allacciano con loro dei profondi legami di amicizia, solidarietà, complicità, intesa. Un giovane, di sicure origini guatemalteche, mi disse che secondo lui era giusto che i guatemaltechi venissero a fare lavori pesanti come la raccolta del caffè e delle banane, ma non era d'accordo che entrassero nel commercio togliendo posti di lavoro ai tapachultechi e che quindi l'unica soluzione fosse la militarizzazione del confine, di fatto impossibile per la sua estensione. In seguito in una discussione arrivò a dire che i tapachultechi non hanno identità, che subiscono l'invasione culturale dal nord e dal sud. Il senso di perdita di identità in un momento di crisi, la mancanza di opportunità di lavoro porta alla paura dell"' altro", anche _sequesto "altro" fa parte della nostra stessa vita. Episodi di discriminazione si manifestano in tutti gli strati della popolazione, per esempio riferendosi all'indio con il termine dispregiativo muco. Secondo il giornalista di Tapachula recentemente scomparso Manuel Elorza Flores 5 "la parola muco nella regione è usata in senso dispregiativo e con intenzione di discriminazione tra il meticcio e l'indio ... Il termine• indica un indigeno senza cultura e completamente analfabeta con tutte le caratteristiche del nostro indigeno: corporazione robusta, capelli lisci, carnagione ramata, tratti mongoloidi. Ossia il tameme o portatore che usavano gli aztechi per trasportare beni o oggetti ... Il tameme che è incapace di pensare e che agisce solo dietro istruzioni". In parole povere l'indio è considerato di livello inferiore, alla pari del cachuco. li conflitto sociale e le differenze culturali, considerate entità (o strutture simboliche) separate portano a stigmatizzare queste differenze culturali nell'ambito dell'esasperata ed estrema definizione di crisi che si vive nei luoghi di frontiera. La "cultura" intesa come struttura di differenze, in un momento storico in cui è esposta a notevoli sconvolgimenti, produce un inasprimento nei confronti dei portatori di culture diverse, considerati come ostacoli e pericoli nonostante siano la linfa vitale di quella stessa "cultura". Bisogna tener presente che Tapachula è una città cosmopolita abitata da proprietari terrieri tedeschi, corsi, spagnoli, da commercianti cinesi, da agricoltori giapponesi, da proprietarie di cenadurias juches (locande indigene zapoteche) provenienti dall'istmo oaxaquegno di Tehuantepec, oltre che da centroamericani. Una molteplicità di identità etniche, un cosmopolitismo in una città di provincia. D'altro canto è una città prevalentemente meticcia (gli indigeni scomparvero verso l'inizio PIANETATERRA del secolo) in cui i guatemaltechi sono quasi gli unici indigeni che alimentano la cultura tapachulteca e rivestono un ruolo fondamentale nella creazione della ricchezza locale (ancora non è stato studiato il ruolo delle indigene zapoteche, le juches, ma da quanto ho potuto verificare sono considerate di classe media e sono apprezzate dalla società tapachulteca). Tentare di stabilire una linea di demarcazione arbitraria del "confine culturale" tra Chiapas e Guatemala significa separare la continuità di una tradizione che ha origine in un passato molto lontano segnato da un continuo flusso di genti ed etnie. Il parroco della chiesa di San Augustf n mi ha detto che le responsabilità di tutte le cose negative che succedono a Tapachula ricadono sempre sui centroamericani. Certo, è vero che gran parte delle prostitute sono centroamericane, ma sono le messicane a guadagnare di più in quest'attività. Molti dei furti vengono attribuiti ai centroamericani, ma dalle indagini poi risulta che sono i chiapanechi a commetterli. Inoltre, spesso bande di ex-poliziotti o di teporochos (alcolizzati) chiapanechi assalgono gli emigranti di passaggio per rubargli quel poco che hanno o addirittura li picchiano e violentano le donne. Le cause di queste forme di razzismo, o almeno di discriminazione, risalgono alle condizioni economiche e culturali. I chiapanechi si sentono schiacciati dalla crisi che attraversa il paese e vedono nei centroamericani la "concorrenza sleale", come dicono loro. In realtà molti centroamericani svolgono lavori che i messicani non vogliono più fare. I braccianti di Los Altos de Chiapas che l'anno scorso hanno lavorato nelle piantagioni di caffè, non vogliono più scendere nell'"inferno della costa" ma vogliono andare a Cancun, nel Distretto Federale o negli Stati Uniti. I tapachultechi del ceto medio preferiscono emigrare a Città del Messico, a Puebla, nel nord del paese, piuttosto che lavorare come impiegati pubblici mal pagati. Tuttavia l'integrazione economica tra l'occidente guatemalteco e il Soconusco aumenta di giorno in giorno. Si sta creando una maggiore interazione tra campagna e città, anche se in questo caso la campagna corrisponde al Guatemala e la città al Messico. Inoltre, i processi di globalizzazione, tra cui l'Accordo nordamericano di libero scambio (Nafta), danno un notevole impulso all'integrazione dell' America Centrale nel blocco dell'America del Nord. I confini sembrano scomparire per effetto della maggiore intensità del flusso migratorio e per la maggiore ampiezza delle interrelazioni culturali, e la città di frontiera diviene comunità di coloro che in qualche modo vedono disgregarsi la propria comunità, polis dei soggetti che in qualche modo sperimentano lo sradicamento, la rottura dei vincoli di appartenenza, il confronto tra le culture e i loro sistemi di simboli. Ma contemporaneamente si creano nuove barriere. Da un lato gli stati moltiplicano le loro misure per evitare l'ingresso di profughi da paesi che non escono mai dai loro circoli viziosi di povertà, di sfruttamento disumano, di autoritarismo, di mancanza di democrazia e sono delle vere fabbriche di disoccupati. Dall'altro lato i popoli esigono le loro barriere di discriminazione e di odio nei confronti di coloro che considerano differenti, nei confronti della diversità in tutte le sue forme. Mentre le autorità messicane

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==