La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 15 - maggio 1996

do che non lo ha, un punto di riferimento che alimenta l'identità personale, come sostiene Rollo May, certamente con il passare degli anni il narcotrafficante messicano è riuscito a inserirsi con tutti i suoi valori e i suoi gusti (il suo stile di vita e la sua lingua) nel linguaggio corrente delle classi meno fortunate dal punto di vista economico e culturale. È un personaggio che dà_un si_gnific~to_ali'esistenza di molte persone, g10vam e anziani. Luis Astorga, nel suo Mitologia del "narcotraficante" en México sostiene che le nozioni di "bene" e "male", di "normale" o "anormale", oppure la presunzione criminologica del "carattere patologico del crimine" operano nella pratica dell'aJ?plicazione della giustizia formale come giustificazioni ufficiali che tendono a conservare - almeno teoricamente - il bene comune al di sopra degli interessi particolari. Il sociologo culiacanense analizza le "creazioni sociali" o le produzioni concettuali che, con segno opposto, si hanno tanto nelle classi dominanti quanto in quelle subalterne. Quello che per le une è moralmente negativo, per le altre è normale e non presuppone una conseguenza dannosa per nessuno. Secondo Astorga, il mondo e il mito dei trafficanti nasce dall'ottica degli autori di corridos: queste canzoni costituiscono una sorta di traduzione orale di ciò che è visibile (automobil~ armi vestiti, gesti) e dei suoi "timidi riferimenti ellittici ed eufemistici". Se la versione ufficiale del governo è opera di poliziotti, avvocati, politici, studiosi o giornalisti, l'altro lato della medaglia è dato dai compositori di corridos - Fid en Astor, Paulino Vargas, Angel Gonzaléz, Reinaldo Martinez, Carlos Meli - che ritra~gono l'universo dei valori sia dei delmquenti sia dei poliziotti, come se attraverso una inconsapevole assimilazione entrambi i mondi fossero in realtà uno solo. I corridos possiedono un carattere lirico ma anche epico: il racconto delle gesta, le imprese di coloro che sopravvivono a mille difficoltà. "[I corridos] sono una sorta di memoria storica e di codici di orientamento etico per coloro che si dedicano a questa attività ... narrano le loro epopee e i conflitti tra gli eroi e i malvagi, categorie queste che non corrispondono a quelle delle versioni ufficiali", sostiene Astorga. I compositori si rivolgono a un tipo di pubblico con cui si identificano, trasformando in canzoni quello che probabilmente scriverebbero i trafficanti stessi (formati nel medesimo universo sociale). Continua Astorga, "il compositore è un vero creatore dei miti che formano la sua visione del mondo, la sua filosofia, la sua odissea sociale, il suo stile di vita; l'autore della trasformazione del marchio sociale in emblema". Il tipo di aneddoti che di solito trattano i corridos ha a che vedere con la storia più intima del narcotraffico al di là di qualsiasi considerazione morale o politica, come nei migliori romanzi gialli. I compositori assumono il punto di vista del criminale, stanno dalla sua parte e danno voce alle classi che non hanno accesso alla stampa, alla televisione, alla rad io - in molte regioni è proibita la diffusione radiofonica di corridos - né tanto meno alle orecchie dei governanti. Una lirica, o meglio un'epica della droga, questo è quello che, almeno dal PIANETATERRA 1971, hanno composto Los Alegres de T eran e Ramon Ayala nello stato di Tamaulipas, Los Tigres del Norte e Chalino Sanchez nel nordovest da Culiad.n fino a Ciudad Obreg6n, Hermosillo, Caborca, Mexicali, Tijuana, passando per Sonoita. "Sicuramente alcuni corridos esaltano i narco trafficanti", afferma il giornalista chihuahuense Alejandro Gutiérrez, "e si sa che molte volte i delinquenti stessi commissionano le proprie canzoni perché la storia li ricordi come eroi". Molte di queste composizioni, come per esempio "El temible cuerno de chivo", "Rafael Caro Quintero", "Entre yerba, polvo y plomo", "Contrabando y traici6n", "La banda del carro rojo", "El rey de la morfina" presentano, lodano, spesso e in maniera nient'affatto celata, l'attività del narcotrafficante, mentre altri, come "La pizca de la manzana", esaltano l'opera della polizia o sono semplici registri storici. 1 Le autorità degli stati Chihuahua, Sonora e Sinaloa di solito proibiscono i corridos, ma è certo che la vendita dei nastri, dalla Baja California fino al Tamaulipas, è in aumento. "Qui tutti i giorni se ne vendono a montagne, e il fatto è che questi corridos si ballano che è una meraviglia", confessa Yolanda Arvizu, commessa in uno dei maggiori negozi di dischi della città di Chihuahua. Tutto il Messico è una frontiera del traffico di droga tra Stati Uniti e Colombia, tra la cultura latina e quella anglosassone. Tutto il paese è frontiera: tra l'etica protestante e quella cattolica. Messico: paese-frontiera. Gran parte delle storie sono ambientate negli stati Sinaloa, Sonora e Arizona, nelle città degli stati Chihuahua e California, in entrambi i lati della frontiera tra gli stati Tamaulipas e Texas, a Chicago, a Cali o a Medellin, o nella Sierra Madre Occidentale tra gli stati Sonora, Chihuahua, Durango e Sinaloa. C'è una canzone, "R-Uno", che allude alla famosa piantagione di Bufalo, Chihuahua, e a Rafael Caro Quintero. Altri personaggi, come Arnulfo Gonzalez, Ramiro Sierra e Valentin Félix, compaiono anche in tragedie di miniere e furto di bestiame. In "El Espinazo del Diablo" si lotta per una miniera di uranio. Anche i piloti di aerei hanno il loro spazio in queste storie di gesta, come la storia di Manuel Atilano Escand6n, schiantatosi con il suo aereo contro

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