La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 15 - maggio 1996

stesso Politburo, verranno ridiscusse tutte le cariche dello stato. I nodi vengono al pettine, la Cina potrebbe entrare in un periodo di crisi e di lotte intestine, ma altrettanto potrebbe pervenire a dei compromessi (classici della politica cinese) interni che continuino a garantire stabilità e sviluppo. Intanto la Repubblica Popolare ha riportato un notevole successo in politica estera con la questione delle elezioni di Taiwan. Lo scopo prefisso lo hanno raggiunto: Taiwan no·.1ha fatto nessuna dichiarazione di indipendenza (ha troppi interessi economici investiti in Cina4 per poterselo permettere an,che in futuro), il resto dei paesi asiatici non ha sprecato nemmeno una parola in difesa dell'isola. La crisi ha offerto alla Cina anche il pretesto per aumentare ulteriormente il suo arsenale militare con l'acquisto di una ventina di Sukhoi Su-27 dalla Federazione Russa. Gli americani sono stati gli unici a mettere in piedi una qualche sorta di reazione, ma pagando lo scotto di dover fronteggiare il malcontento interno degli industriali con investimenti in Cina, malcontento che solo i repubblicani hanno voluto ignorare chiedendo a Clinton un intervento diretto in difesa di Taiwan. L'Europa ha guardato e taciuto come gli altri. Il ruolo di padre e poliziotto del!' Asia che si affaccia al mare è stato tacitamente accordato alla Cina proprio dall'Europa e dagli altri paesi asiatici chiusi, questi ultimi, in una dorata sudditanza garantita dalla rete di bambù. Il 30 giugro 1997 la Cina riprenderà possesso di uno dei gangli fondamentali dell'economia mondiale degli scorsi dieci anni: Hong Kong. Due ann!, dopo _riprenderà Maca? e, c e quasi da scommeterci, entro il 2000 anche la questione Taiwan sarà risolta e i due paesi saranno uno, almeno sul piano economico. Per noi è più che sufficiente per scomparire, e non bisogna essere degli Huntington per avere la sensazione del tempo che stringe, mentre noi passiamo il nostro tempo ad occuparci del cerone di Berlusconi o dei Bot tassati da Bertinotti. I grandi esperti di economia sono convinti che la Cina e le altre "tigri asiatiche" trascorreranno i prossimi dieci anni a rafforzare le proprie infrastrutture e i mercati interni, prima di sbarcare in massa sulle rive di Ponente. Eppure qualche esploratore è già partito. È di queste settimane la notizia (che poteva essere letta in un trafiletto di cinque righe sul Sole 24 ore) della nascita della prima società sino-italiana a capitale misto con base operativa a Genova, pronta ad operare sulle principa_li ro~te del t:asporto manttimo internazionale. È il risultato dell'unione fra la Cosco (China Ocean Shippin$ Company) e l'agenzia manttima genovese Fratelli Cosulich, già da tempo agente italiano del colosso dei trasporti cinesi. Cheng Zhongbiao, ];>residente della Cosco ha deciso di radicare in Italia le proprie attività dopo un periodo di attenta osservazione del porto di Genova. Entro la fine del '97 la Cosco, che già gioca la parte del leone nei trasporti asiatici, riceverà altri 27 carghi (probabilmente post-panamax, navi troppo capienti per passare dall'omonimo stretto) con le quali conseguirà il primato assoluto mondiale nel campo della navigazione marittima, rimettendo in discussione tutte le alleanze e i cartelli fra armatori internazionali esistenti oggi. La Cosco intende anche avviare nuove iniziative nel Mediterraneo: il 35% del fatturato della società è legato a speculazioni immobiliari all'estero. È l'avvento del pericolo giallo? La partita è tuttora aperta, il nero deve ancora muovere. Sta a noi metterci a studiare le nuove rotte del mondo e trovare un modo di rimanere in gioco sia dal punto di vista economico che da quello politico e culturale. Non si tratta affatto di rinunciare alla propria identità europea per imitare i modelli altrui, si tratta però di capire che il paese posto al centro delle carte geografiche cambia a seconda della nazione in cui ti trovi. Note 1 Il solo Giappone detiene un Pii di 4.651 miliardi di dollari. 2Questa operazione è stata voluta anche per arginare l'ondata di inflazione galoppante che si accompasnava alla crescita dell'econom1a privata. Inflazione che ha toccato punte del 30% nel 1994 e che è scesa oggi al 1718%. 3Dell' Asean fanno parte Tailandia, Malesia, Indonesia, Vietnam e Filippine. 4Gli scambi bilaterali hanno superato nel solo 1994 i 16.5 miliardi di dollari. ♦

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==