convergano decisamente verso l'elettronica (33%) e la chimica ( 47% ), lasciando indietro i settori più tradizionali come l'agricoltura (8%). La percentuale delle esportazioni di questi settori verso l'Occidente è aumentata del 20% due anni fa grazie alla ripresa economica de~li Stati Uniti e all'aumento di traffici interni all'area asiatica. Lo stesso ragionamento può essere usato nel caso dell'Indonesia, della Malesia, di Singapore. Diversa è la storia della Cina, che si è affrancata dalla dipendenza dall'occidente pnma desii altri f aesi asiatici e che, guidata da partito comunista sin dal 1949, ha guidato le sue politiche di sviluppo lontano dalle relazioni con i paesi occidentali fino alle riforme volute da Deng nel 1979. Con la formula "socialismo di mercato" la Cina ha aperto la porta agli investimenti stranieri, offrendo al mercato internazionale una forza lavoro di 1 miliardo e 200 milioni di persone ed un mercato interno altrettanto grande. Oggi la Cina è 1'11 potenza commerciale del mondo, ha mantenuto delle percentuali di sviluppo superiori al 10% annuo tra il 1993 ed il 1995, ha un reddito procapite di 1.000$ e, per poter continuare a beneficiare degli aiuti della World Bank ai eaesi in via di sviluppo, mantiene forzatamente la crescita del suo Pii al di sotto del 9% annuo.2 L'angoscia dell"'accerchiamento" vissuta dalla Cina a partire dalla guerra di Corea ha spinto il paese ad investire circa il 10% del suo Pii nella difesa sin dagli anni '70. Questa percentuale è caduta al 1.5% nel 1995. Nonostante questo calo, la Cina è oggi, dopo la caduta dell'Unione Sovietica, la prima potenza militare del continente asiatico. I rapporti della Cina con i vicini paesi del Sudest asiatico sono stati per anni segnati da una contrapposizione frontale. L' Asean (Association of Southeast Asian Nations)3 è stata concepita proprio come un blocco politico-militare appoggiato dagli americani e rivolto contro la Cina. Oggi non è più così. Il motto denghista "Cinesi arricchitevi" ha rotto le barriere ideologiche che separavano la Cina dai suoi vicini ed ha aperto le frontiere al commercio interregionale. Il commercio fra la Cina ed i paesi cieli'Asia peninsulare costituiscono ora il 47% del totale degli scambi asiatici. Elemento fondamentale di collegamento fra il Regno di Mezzo ed il Sudest asiatico è costituito dai milioni di cinesi emigrati nel corso dei secoli nei paesi vicini: la cosiddetta "rete di bambù" di cui parleremo più in là. Muove il nero: c7c5. Difesa Siciliana L'Europa sembra non accorgersi dell'avversario. Legata ai suoi rapporti economici e politici con gli Stati Uniti sin dalla fine della Seconda Guerra mondiale, l'Europa ha sviluppato quasi tutta la sua politica internazionale verso Ovest o, in qualche caso, verso Sud. Chiusa nella logica dei due blocchi ha dimenticato per più di trent'anni l'esistenza dell'altra metà del pianeta. Anche dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989 tutte le prospettive di recupero dei rapporti con la parte Est del mondo vennero viste e lette in chiave esclusivamente europea. I nostri mezzi di informazione si sono occupati con grande attenzione dell'unificazione delle due germanie, della crisi dei regimi comunisti nell'est Europa e del crollo cieli' Urss. L'Asia orientale ha invece continuato a rimanere un mistero. Persino mentre Nixon riapriva la via del dialogo con la Cina popolare all'inizio degli anni '70, l'Europa parlava di Asia solo per via dei libretti rossi di Mao che circolavano nelle università. Dopo vent'anni la situazione non è cambiata poi molto: se confrontiamo i dati I I I I I di esportazione dei paesi dell'Unione Europea con quelli dei nostri partners americani, ci ·possiamo rendere conto che mentre l'Europa deriva il 55% delle sue importazioni da traffici interni alla comunità, gli Stati Uniti importano dai paesi asiatici il 44% del loro fabbisogno estero. Lo stesso discorso vale per le esportazioni: l'Ue dirige meno del 20% delle sue esportazioni verso l'Asia, contro il 32% degli Stati Uniti. L'Europa si arrocca nella sua Fortezza, convinta che gli equilibri economici, e di conseguenza politici, del pianeta passino ancora per quelle strade. Muove il Bianco: g1f3. Esce il cavallo asiatico. La presenza di milioni di cinesi sparsi fuori dei confini della madrepatria è un altro effetto causato dalla dominazione coloniale europea. Gli stati coloniali avevano bisogno di grandi quantità di manodopera per le loro attività commerciali e per le loro piantagioni sparse nel Sudest asiatico. Centinaia di migliaia di cinesi vennero reclutati a questo scopo nei porti lungo la costa. Venivano promessi loro grandi fortune oltremare, la possibilità di divenire ricchi m breve tempo e far ritorno a casa con grandi onori. In realtà venivano trattati come schiavi, maltrattati durante il viaggio in mare e brutalizzati sul lavoro. Molti di loro non arrivarono mai nella colonia di destinazione: morirono di stenti e di malattie nelle golette inglesi e francesi che battevano le rotte cieli'oYQQ_
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