La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 15 - maggio 1996

L'ESPERIMENTO DI AVERSA Silvio Verri Silvio Verri è operatorepressola comunità La Roccia di Aversa, dove eraentrato in qualitàdi obiettore. ♦ Sono arrivato ad Aversa nel dicembre 1994, con qualche timore ed una cartolina-precetto in mano. L'impatto è stato duro, di quelli che non si dimenticano: il triste spettacolo delle prostitute sul ciglio della strada, il degrado infinito delle Case 1;opolari, la distesa ininterrot- . ta di paesini tutti uguali. Sapevo già, da notiziari e riviste, che in questo territorio esistono un tasso di disoccupazione tra i più alti d'Europa, una camorra che controlla il territorio in modo discreto ma ferreo, una altissima concentrazione di immigrati regolari e non, un'ampia diffusione di microcriminalità e tossicodipendenza. Vivendo qui, mi sono chiesto dove affondi le proprie radici questa situazione: probabilmente, l'elemento fondamentale è la disgregazione del tessuto sociale. Fino a pochi decenni fa l'agro aversano era essenzialmente una zona a$ricola, con il sistema di vita ed i valori tipici d1una società contadina; in un periodo di tempo relativamente breve, le cose sono cambiate: metropoli ha cominciato a premere, facendo in modo che tutta la zona tra Napoli ed Aversa fosse cementificata e trasformata in un unico ed immenso quartiere. Intere famiglie si sono trasferite nella zona, attratte dal prezzo più basso delle abitazioni e dal minor costo della vita. La campagna è andata progressivamente scomparendo, la popolazione dei paesi è aumentata a dismisura, gli antichi equilibri sono stati sconvolti. Uri fenomeno del genere avrebbe richiesto· una attenta gestione: piani regolatori che garantissero uno sviluppo razionale dal punto di vista urbanistico, rigorosi vincoli ambientali, prevenzione dei fenomeni speculativi. Grazie alle collusioni tra camorra e classe politica, nulla di tutto ciò è accaduto, e i risultati si vedono: quartieri-ghetto privi di qualunque servizio come le Case popolari di Aversa, immense strade sopraelevate costruite letteralmente sulle case, Comuni che hanno la popolazione di Brindisi o Matera e la struttura urbana di un paesino. Ne sono scaturiti contrasti sociali drammatici, terreno fertile per la camorra, la corruzione, il malaffare, lo sfruttamento. Solo oggi, dopo anni di rassegnazione, si cominciano a vedere spira&li di luce. La situazione sta cambiando: molti Comuni dell'agro, a cominciare da Aversa, sono amministrati da giunte progressiste, e questo fatto indica di per sé una inversione di tendenza rispetto al passato. Le forze dell'ordine hanno inferto durissimi colpi ai clan locali, il muro dell'omertà comincia a sgretolarsi, la Chiesa contribuisce a questo processo lanciando massaggi di speranza. Solo per gli immigrati nulla è diverso: anzi, se possibile, le cose vanno peggio. Trovano lavoro - se si lasciano adeguatamente sfruttare, trovano un posto dove abitare - se si accontentano di tuguri pagati a prezzi esorbitanti; ma vivono ai margini della società, non riescono ad integrarsi. Come se non bastasse, il decreto-Dini ha Collettivo 33 c/o Edizioni Cronopio Par;:o Margherita, 336- Napoli- tel./fax 081/413269 Appello alle forze democratic~e IL DECRETO SULL'IMMIGRAZIONE E INGIUSTO. APRIRE LA PORTA ALLO STRANIERO I firmatari di quest'appello si rivolgono a tutte le forze politiche democratiche perché si impegnino, sin d'ora, a cancellare, nella prossima legislatura, il cosiddetto "Decreto sull'immigrazione" dal nostro ordinamento. La "mostruosità" giuridica di questo decreto, che inserisce all'interno dell'ordinamento provvedimenti di polizia (art. 7 bis), non può più essere tollerata. In uno stato che si vuole di diritto non possono esistere, per gli stessi reati, due ordinamenti differenti: uno per i cosiddetti cittadini normali (con tute le garanzie processuali); l'altro per gli stranieri (con l'abnorme riconoscimento giuridico nel diritto processuale stesso della misura di sicurezza pubblica). Una necessaria politica di regolamentazione dell'immigrazione non può consentire uno stravolgimento simile del diritto, ignoto persino alle costituzioni più autoritarie e razziste di questo secolo. FrancescaArchibugi, ValeriaAlbaneseArgia, MarianoBaino,RobertoBarbieri,FrancescoBellofatto, GiulioBollati,GinevraBompiani,GiuseppeCantillo,CesareCases,Gianni Celati, Collettivo33 (Gennaro Carillo,CarmeloCo/angelo,FrancescoFusillo,BrunoMoroncini,RosannaPetrillo,FrancescoPiro, GiuseppeRusso,Maurizio Zanardi),PasqualeCoppola,PappiCorsicato,DanieleDel Giudice,Antonietta De Litio, EttoreDe Lorenzo,Andrea De Rosa,MariaPiaDe Vito, GiuseppeDi Costanzo,BrunoDi Pietro, Roberto Esposito,GabrieleFrasca,GoffredoFofi,Nadia Fusini,]annisKounellis,NinoLongobardi, Valerio Magrelli,ClaudioMagris,GiulianaMartirani,MarioMartone, EugenioMazzarella, Enzo Moscato,Renato Nicolini,MonsignorRaffaeleNogaro,Nico Orengo,Mimmo Paladino,Angela Putino,Antonio Prete, ElisabettaRasy,VieriRazzini, ErnestoTatafiore,CesareSegre,Daniele Sepe,Adriana Tocco,"Comunità di Capodarco","DentroNapoli", "L'alberodi Porfirio",Edizioni Cronopio,Edizioni Quodlibet, Redazione Guida editori. BUONIECAWYI

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