co, in modo veramente attrezzato, sotto il profilo sia spirituale che materiale. È difficile puntualizzare il tipo di intervento che la chiesa potrebbe svolgere, che non deve certamente essere di supplenza a quello dello stato. Noi potremmo creare come chiesa una cultura dell'accoglienza, una cultura dell'integrazione. Non esiste, ancora, nelle nostre parrocchie. I giovani immigrati sono in qualche modo considerati diversi e non vengono volentieri accolti nel tessuto abitativo delle altre persone. Questo è grave perché si teme che l'integrazione possa essere un fatto negativo piuttosto che un arricchimento, e allora si cerca sì di assistere, di fare la carità, ma non si promuove l'uomo; la chiesa è diventata molte volte un'opera di assistenza sociale, una Caritas che fa un'elemosina anche abbondante, provvidenziale, anche perché, pr?babili:n,ente, m certe zone, e soprattutto qui, 1 nostn clandestini non avrebbero avuto nulla se non con questa assistenza da parte della chiesa. Eppure essi non sentono da parte della chiesa stessa la promozione della propria umanità, non sentono una chiesa che faccia cultura d'accoglienza e d'integrazione con il tessuto sociale locale . • Penso che sia necessario giungere a questo traguardo, altrimenti la chiesa non è chiesa e rimane falsaria se non sa accogliere il povero e integrare il povero, accogliere il diverso e integrare il diverso. Io credo che il nostro Dio sia il Dio del povero perché è il Dio che s'incarna; non è che rifiuti il ricco o il benestante, ma è il Dio di tutti perché ha preso la carne di tutti, ha preso l'identità di tutti, ha preso l'identità anche del disperato; e di conseguenza, se il nostro Dio è il Dio di colui che non ha nessuno, la chiesa, che è la storicizzazione dell'incarnazione, dev'essere effettiva accoglienza, comprensione, J?romozione di quest'uomo meno abbiente, più esposto. Dovrebbe intervenire anche nei confronti del governo. Io avevo domandato al convegno di Palermo che la chiesa intervenisse, proprio in quanto chiesa, contro la decretazione Dini, perché iniqua, e la chiesa, se avesse avuto un proprio pronunciamento in merito, avrebbe detto: "io difendo l'uomo, e per difendere l'uomo sono anche capace di portare tutte le croci". Non l'ha fatto perché anche la chiesa è spesso or~anismo di potere e di conseguenza preferisce nncorrere il vincitore sul carro dove questo si trova, e ritiene molBUONIECAWVI
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