La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 14 - aprile 1996

sole "scalda appena", quando c'è la luce "abbaglia, è come il buio". La diversità, infine, e il margine, sono anche in noi stessi e sono anch'essi conflittuali: "se c'è un confine passa fin dentro al cuore, brucia, e la battaglia inizia". La marginalità è separazione, ghetto meta-urbano: "vivo nella zona rossa, la zona del combattimento, e accellero il conflitto", la marginalità marchia escludendo, rende invisibili, l'individuo rimane con se stesso e non si comprende: "voglio crederci nell'essere umano, strano, che razza di pensiero proprio osgi che mi sento così fi,o; mano". La marginalità è una sensazione •:hc entra a far parte della persona stessa ("in questo territorio l'uomo è solo"), è uno status che ne costituisce l'identità condizionandone i gesti più semplici fino a quelli più intimi: "amo pensarti camminare al buio, sola, per le vie di Roma". Camminare, amare, entrambi sotto il segno del buio (ancora la notte) e della solitudine ( che cosa c'è di più marginale della solitudine?). È proprio in questo contesto che da una scintilla scoppia il conflitto. Per questa volta è un conflitto diverso, attivo, ritemizzato, dall'individuo che lo ha filtrato in se stesso: lo scontro, l'attrito con l'esterno, è stato introiettato ed elaborato; quando si ripresenta all'esterno è arricchito dall'esperienza personale, dunque un nuovo significato. L'aggressione che si porta al mondo non è speculare a quella subita, non è un attacco alle spalle ma un assalto frontale, finalizzato, ".è conflitto per la sopravvivenza" è lotta per l'identità, è bisogno di "sapersi". Il suo significato è simbolico, non ha più niente in comune con "la guerriglia in cima a via Rousseau", è conflitto di scelte, di esistenza: "Solo il conflitto, il conflitto continuo tra i modi di vita indica una via d'uscita". Conflitto è il continuo mettersi in gioco, il non dare mai nulla di scontato, l'interrogarsi ogni giorno per scoprire se ciò che si sta facendo è giusto o meno, anche a costo di una risposta negativa. La rivolta è una rivolta di stomaco, la lotta è lotta di mentalità: "quante volte devo essere umiliato per capire l'importanza SUOLEDI VENTO dei conflitti, la mentalità da vinti porta nella notte dove tutti i gatti sono grigi". Ci sembra di leggere in quest'ultima frase, presa in prestito dalla critica Hegeliana nei confronti delle "vacche" di Schelling, un chiaro riferimento al rischio che comporta l'abbassare ("umiliandosi") il capo di fronte al più forte: il rischio dell"'indifferenza", il peggior nemico per chi è sulla strada della ricerca di un'identità, di un'alternativa. Ecco allora che dall'interazione di questi due aspetti sgorgano tutte quelle situazioni che contemporaneamente le sottendono: sono infatti entrambi presenti nel sentimento di contraddizione (dunque conflittuale) che suscita il vivere in una grande metropoli, uno spazio "a parte", a volte umano, a volte ostile (" una città razzista e indifferente come solo Roma sa essere", "questo ambiente metropolitano sempre più nocivo", "io amo la metropoli,' il suo fascino umano nel conflitto continuo"). Similmente le ritroviamo osservando, controluce, tra le pieghe dell'insicurezza di una generazione disillusa e persa ("dispersi nel caos, e se mi perdo nel caos che c'è? Dov'è la mia via d'uscita nel caos?", "il futuro oggi arriva addosso di continuo, tutto cambia", "in cosa sto sperando,.non me lo domando"), una generazione che comunque non accetta la sua condizione e si sforza di "esprimere un'alternativa": (" l'insoddisfazione che mi assale non mi lascia così cerco le risposte alle domande della vita e va a finire che una sera è capace che si aprono orizzonti nuovi, avrei voluto una rivoluzione, per il momento faccio movimento per il movimento", "gira un'energia diffusa e può accadere qualcosa") ricercando anche se necessario il conflitto ('' una svolta ci vuole, qualcosa di forte ci vuole", "poche le scelte chiuso nella gabbia, devo sfondarla", "solo il conflitto, il conflitto continuo tra modi di vita indica una via d'uscita"). Non si può dire quanto di tutto ciò sia espresso consciamente e quanto invece sia un involontario emergere di stati d'animo più nascosti; talvolta capita clfe le canzoni tra le cui

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