collaborazione con l'Amministrazione Comunale: una scelta tutt'altro che scontata e condivisa da tutti. Molti giovani, infatti, sostenevano l'esigenza primaria di autonomia e di autogestione, sul modello dei centri sociali veri e pro_Pri, senza alcun compromesso con le istituzioni e nell'orgogliosa rivendicazione di un proprio specifico da difendere. Altri ravvisavano 111vecenella convergenza tra amministrazione comunale e gruppi giovanili una possibilità che non minacciava a priori un progetto di autonomia e determinazione individuale. Al di là degli schieramenti e delle discussioni, è stata forse la realtà concreta della città a orientare la decisione: il substrato di una provincia senza conflitti radicali, l'impossibilità o la difficoltà a imporre (e mantenere) in un contesto non metropolitano un'esperienza netta e ideologicamente forte del centro sociale, hanno così indotto alla convergenza. Reso ampiamente noto il problema e sollecitata la sensibilità, la popolazione giovanile, finalmente si muoveva anche il Comune: nel 1992 acquistava uno stabile, ristrutturandolo e attrezzandolo sulla base delle richieste espresse direttamente dai giovani. Nel frattempo la Demetrio Stratos si impegnava a elaborare una proposta per la gestione della struttura, in alternativa alla consolidata prassi che voleva affidare anche il Centro Sociale Giovanile (questa è la definizione che si trova negli articoli di legge) a una cooperativa di servizi. Soluzione questa che pur nelle note di affidabilità e professionalità che garantisce, coml?.orta anche l'esclusione dei ragazzi dalla possibilità di un intervento diretto. Dopo un anno di lavoro la vecchia associazione, divenuta come Coordinamento Giovani espressione di più ampia rappresentanza, sanciva con il Comune una convenzione, ampiamente discussa da entrambe le parti, che di fatto recepiva in pieno le idealità espresse dalla proposta di gestione. I ragazzi stessi éosì organizzati venivano in tal modo riconosciuti come responsabili del Centro Giovani. L'anomala giunta biancorossa (nel frattempo confermata, a fronte della tutt'altro che trascurabile pattuglia leghista-forzista, alle comunali del '95) raccoglieva così la sfida di un centro sociale anomalo. I locali e le attrezzature venivano affidati in comodato; il Coordinamento si impegnava a mantenere un orario di apertura, organizzare le attività, gestire la manutenzione. Il tutto, quindi, affidato in piena autonomia e totale responsabilità al gruppo di giovani volontari. Quegli stessi che oggi si alternano nei locali sotterranei in via Badese: ribattezzati col nome di Guernica, non lasciano dubbi sulla persistenza di un progetto che procede, fra entusiasmi e difficoltà, con le proprie gambe. Oggi il Centro Giovani offre un paio di sale insonorizzate e attrezzate per le prove musicali; una serie di locali per riunioni, lettura, attività ricreative; una sala di ascolto musica e un laboratorio video; biblioteca, videoteca e ufficio. In più, un ampio salone con un centinaio di posti, che ha visto alternarsi concerti, proiezioni di film, feste. La risposta dei giovani è stata al di sopra delle aspettative: si è quindi estesa l'apertura, con la collaborazione di un operatore di strada, che si affianca al gruppo con mansioni di supporto tecnico-organizzativo. Una sorta di rinascenza musicale si è accompagnata alla sospirata apertura delle sale prova; rinascenza talvolta effimera, ma sempre SUOLE DI VENTO molto viva, in un .l?anorama che va dall'hiphop più radicale dei giovanissimi alle piacevolezze rock blues dei tardoni. Le rassegne cinematografiche hanno creato una possibilità di scelta, ben prima che il multisala high-tech aperto da poco in città rotnr,esse con una profusione di pellicole natalizie il monopolio di cinema porno e cineforum parrocchiale - entro cui fino a poco tempo fa si esaurivano le pro_Poste. Sono ripresi i concerti di gruppi locali, in passato penalizzati da enormi difficoltà logistiche e burocratiche anche per un minimo set; qualcun altro ha avviato discussioni politiche, sul commercio equo e solidale, apJ?rofondito tecniche video o lingue straniere; più semplicemente si è intrattenuto fra coetanei. L'esperimento, che dopo un anno di avviamento sta assumendo una sua fisionomia precisa, ha attirato l'attenzione di giovani provenienti da altre città, presentandosi come possibile modello che - per quanto se ne sa, almeno qui in zona - non ha altri esempi confrontabili (e il motivo di questa nota è anche quello di accedere al confronto dell'insieme più vasto degli interessati). Qualcosa va detto sull'atteggiamento complessivo dei partecipanti. Mentre non mancano gli esempi di entusiasmo e di assunzione di responsabilità, alcuni giovani sembrano però vedere nel Centro Giovani solo un servizio come tanti altri, e non uno spazio da far proprio e di cui curare lo sviluppo e la crescita nel rispetto delle esigenze di tutti. Resta inteso che tutti sono invitati alla collaborazione fattiva, attraverso l'impegno all'interno della struttura di coordinamento. E che, d'altra parte, esiste un livello di pura e semplice frequentazione per quanti vogliono semplicemente scendere le scale e usufruire di quanto c'è a libera disposizione di tutti, senz'altro impegno. È anche vero che si tratta in buona parte di un effetto di divisione generazionale (meglio, microgenerazionale), destinata col tempo e con l'esercizio di responsabilità a colmarsi. Nel frattempo, il Centro Giovani ha consolidato la struttura interna, suddividendosi in gruppi di lavoro corrispondenti alle varie attività e interessi, che si ritrovano collettivamente all'interno di un consiglio direttivo. In questa sede, che poi è un tavolo di discussione con età media sui 24 anni, si avanzano le proposte, si dividono le mansioni, i turni, e anche la contabilità e i pagamenti (le somme sono sempre simboliche a copertura delle spese). La settimana lavorativa o scolastica, l'università fuori sede possono non stimolare -a un impegno diretto che talvolta può assumere, nelle sue mansioni più burocratiche, anche un carattere aridamente notarile. Ma è il prezzo, noioso, non della libertà di scelta di un pacchetto di proposte preconfezionate da un solerte funzionario, ma di quella che taluni qui stanno tentando di sollecitare, ben più creativa, senza deleghe. ♦
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