usufruire di corrente elettrica, acqua e gas. Mai arriveremmo a pagare un affitto per un posto che è stato abbandonato da anni e che noi abbiamo riportato alla vita. Ripeto, questo posto non ha subito nessun cambiamento politico da una trattativa col Comune. Polizia e Vigili continuano a non entrare, anche se c'è un comodato. Certo la situazione cambia da città in città. Personalmente credo che quello che hanno firmato i centri sociali romani ha degli aspetti veramente terribili dal punto di vista della politica dei centri sociali". Strettamente legato a questo aspetto, è il dibattito che lacera i centri sociali nel loro cambiamento, nella loro evoluzione. Quest'inverno doveva svolsersi ad Arezzo un convegno sulla opportunità di costruire nei posti occupati un'impresa sociale, che generi auto-reddito. "La posizione del Gabrio è di rifiuto del documento che avrebbe dovuto portare i centri sociali uniti al convegno di Arezzo. È un altro tentativo di ingabbiare una realtà che ha delle possibilità sovversive enormi. I centri sociali cercano in qualche modo di portare avanti dei contenuti altri, con l'auto-gestione, con l'azione diretta, con la riappropriazione nei confronti di un sistema capitalista che ha effetti devastanti sulla società. Non ci nascondiamo che nei posti occupati ci sia un giro di soldi, anche rilevante, ma al Gabrio con quei soldi . . ,, non c1vive nessuno . Alberto Camerini ha iniziato a cantare con poca voce e con molta scena: da locale newyorchese con dodici persone. Solo che ci sono trecentocinquanta persone, soddisfatte e distratte. Alle 0.04, come è scritto sulla tabella affissa alla fermata, passa l'ultima corsa che dal quartiere Greco porta alla stazione centrale. Siamo a Milano. Da Piazza Greco si scorge ancora il profilo dei tre palazzi a venticinque piani che caratterizzano urbanisticamente questo quartiere. Acquattato sotto le tre "torri", c'è il nuovo "Leoncavallo", al civico 7 di via Watteau. In realtà è una piazza chiusa, un quartiere nel quartiere, autorevole per dimensioni e orsariizzazione. Un $rande cortile in ghiaia è circondato da edifici bassi, tutti funzionali: lo spazio degli immigrati, l'officina, la sala dei bambini, quella delle mamme, la sede degli skin-head antifascisti, lo chalet dei gestori. Di fianco al cancello, il casermone che funge da spazio concerti, dove c'è il bar "centrale", in cui si mangia, si parla, si gioca, si fuma, si vende. La nostra guida al Leoncavallo è Ripax, uno skin-head antifascista e antirazzista. E naturale che la visita cominci dallo spazio "Sharp". Oltre ai soliti murales, caratterizza SUOLEDI VENTO questa stanza un notevole numero di sciarpe da tifosi di squadre di calcio appese nella parte superiore delle pareti. Ripax ne sfoggia una della Juventus. "Il nostro modo di essere tifosi non è di scontrarci con l'avversario ma semplicemente di andare allo stadio e divertirci insieme. Ci sono skin-head antifascisti in tutte le tifoserie". A fianco di questo spazio c'è un'officina per piccole riparazioni d1 auto e furgoni. Verso un'autosufficienza anche meccanica del centro sociale, o il Leoncavallo è dell'idea di aprire l'officina al quartiere? Ripax non sembra perplesso. "Per il momento l'officina funziona solo per i frequentatori abituali, se però riusciamo a organizzarla meglio potrebbe essere un discorso aperto anche al resto della gente. Purtroppo non c'è la possibilità di avere un ]?Onte, e molti lavori non si possono fare". E l'occasione per parlare dei rapporti col quartiere. "Per quanto riguarda le tre torri che abbiamo qui davanti, c'è un comitato gestito da Alleanza Nazionale che fa di tutto perché il Leoncavallo se ne vada via da qua. Si sono autonominati Comitato di Greco ma in realtà rappresentano venti, trenta persone. Invece col resto del quartiere abbiamo un rapporto discreto. Di recente abbiamo tenuto la prima assemblea fuori dal centro sociale, al teatro di Greco, con altre rappresentanze del quartiere. Non vogliamo rinchiuderci nel nostro ghetto, anzi vogliamo vedere e cercare di risolvere i problemi di tutto il quartiere." Più avanti, proseguendo nella visita, c'è la stanza dei bambini, dove quasi tutti i fine settimana si organizzano feste. "A settembre c'è stata la pigiatura dell'uva in piazza, proprio al1' esterno del centro sociale. Nella stagione fredda il lavoro del gruppo bambini si restringe perché ovviamente non puoi stare in giro sotto la pioggia. Siamo riusciti a organizzare la solita caccia alla befana con regali, palloncini e cotillon, nonostante la data fosse a ridosso dell'intervento poliziesco del 19 dicembre." Non lontano dalla sala dei bambini si trova la stanza dell'associazione "Mamme del Leoncavallo". Ripax assume un tono solenne. "È un percorso che parte dal 1978, da quando uccisero Fausto e Jaio, in via Mancinelli. Dalla mamma di Fausto fino a tutte le altre donne, le nostre mamme: chi perché lo è per davvero, chi perché sono passati gli anni e mamma lo è diventata. Molto spesso si identifica il centro sociale come un posto solo per giovani e questo non è vero. Ci sono anche persone più anziane che vengono e lavorano qua dentro, dalla cucina alle assemblee". Non resta che visitare il grande casermone z,·
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