FOTOGRAFIA C'era una volta la Resistenza Roberto Koch " ...Mi trovai davanti, all'imbocco della Via Turati, uno sgangherato camioncino al quale erano aggrappati sei giovani in borghese alcuni dei quali con elmetto e fucile. Istintivamente fotografai, e, per tema di complicazioni, scaricai la macchina e passai la pellicola ad un amico che si allontanò. Inforcata la bicicletta seguii il furgoncino fino a quando la pattuglia armata entrò in una ca~a; li se~ui~ cautamente e m1 arramp1ca1 su una finestra del cortile per scattare alcune foto della conci tata adunanza ... Seppi, il giorno dopo, che senz~ sa~er: lo avevo fotografato 1 pnm1 partigiani della moderna storia d'Italia" . Questo racconto di Vincenzo Carrese, fotografo e Una donna sospettata di collaborazionismo creatore della famosa agenzia Publifoto, è citato nel bellissimo volume Storia fotografica della Resistenza, a cura di Adolfo Mignemi, pubblicato da Bollati Boringhieri. Il libro raccoglie 351 fotografie del periodo della guerra partigiana in Italia, raccolte in cinque capitoli diversi. Nella prima parte ci sono le immagini dei fotografi combattenti, realizzate cioè da quei professionisti che avevano aderito alla guerra partigiana e hanno scattato in tutti quei momenti quotidiani che non obbligavano all'azione armata. C'è poi una sezione cosiddetta della fotografia spontanea, che comprende le immagini prodotte casualmente, in conseguenza cioè del fatto che di fronte ad un evento particolare qualche osservatore si improvvisava fotografo, o che gruppi o individui durante la Resistenza avevano desiderio di farsi scattare delle foto-ricordo. La terza parte contiene le fotografie sul fronte di guerra realizzate dai fotografi delle forze alleate o nemiche; come abbiamo visto anche nei Combat-films, gli eserciti americani e tedeschi, come del resto anche il regime italiano, attribuivano alla fotografia di documentazione delle loro attività una importanza notevole, e avevano provveduto a creare dei reparti fotografici speciali al seguito delle truppe. Inoltre la presenza abbastanza numerosa di inviati delle grandi agenzie e riviste internazionali contribuisce in questa parte a darci una immagine più articolata delle vicende della Resistenza. È in queste pagine che sono ospitate ad esempio le fotografie che Robert Capa e George Rodger (che avrebbero poi, nel 1947, fondato la Magnum) scattarono nelle giornate di Napoli per "Life". Accanto troviamo anche le immagini che Capa acq_uistò da Alessandro Aurisicch10 De Val, diciassettenne che aveva fatto qualche ritratto a dei patrioti napoletani, anch'esse pub~licate poi dalla rivista americana. La quarta parte, intitolata La Liberazione, contiene alcune foto scattate alla fine della guerra. Il quantitativo di immasini disponibili di questo penodo, a causa del rientro in attività di tutti i fotografi professionisti, una volta esaurito il rischio, è enormemente più ampio e il curatore ne dà conARTEE PARTE
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