Se il metodo di Vittorini consiste nell' esasperazione della veduta, quello del suo discepolo Calvino è opposto: descrivere ciò che non si è visto. Poiché tutto il paesaggio risponde a una logica funzionale, basta trovare il modo operativo di una città per derivarne strade e costumi. Questo è il principio che regge Le città invisibili. Il romanzo di Riccardo Piglia, La città assente, approfondisce il procedimento; attraverso la trama e i personaggi il lettore può figurarsi un paesaggio che non è stato descritto. Nella migliore narrativa urbana di fine secolo, la territorialità è onnipresente ma vi si giunge per deduzione, come nelle macropoli che ci sovrastano. La città e i suoi meccanismi Cosa distingue Città del Messico dagli altri oceani? Tra il vapore dei tamales, l'aroma dei cibi e le grida dei venditori ambulanti si innalza la nozione di tragedia differita, nostro più efficace metodo per sopportare il caos. Alla luce del presente, i commentari di Berna! Dìaz del Castillo (Tenochtitlan come nuova Venezia) e Alexander von Humboldt ("città dei palazzi") sembrano sarcastiche profezie, per non parlare dell'esaltato kitsch di Bernardo de Balbuena nel suo Grandezza messicana: "Roma del Nuovo Mondo, nel secolo d'oro ...Nella scienza, Atene; Tebe nel tesoro". Il cittadino della millenarista capitale sa che la sua città è un disastro; gli elicotteri gialli di Radio Red informano che ancora una volta l'aria ha raggiunto i trecento punti di ozono e gli specialisti divulgano gli eventi catastrofici che potrebbero lasciarci segni indelebili: in La superficie della Terra Josè Lugo Hubp cataloga una serie di minacce che vanno da inondazioni a terremoti, passando per correnti di melma, eruzioni o disgelo dei vulcani. Come se un'algebra fantastica annullasse la somma dei valori negativi, i cittadini della capitale sono esperti nel deterioramento; confrontiamo tra noi le nostre piaghe, neonati con il piombo nel sangue, gestanti con placenta previa. Non è l'ignoranza a trattenerci in questo carosello di topi e cani randagi. A onor del vero, la città ci piace. Come il don Giovanni della Carriera del libertino l'opera di Stravinski, ci siamo innamorati della Donna Barbuta del circo. Al di là dei nostri discutibili gusti, come spiegare la mancanza di paura, l'incapacirà di provare sgomento di fronte all'evidenza? Carlos Monsivàis ha parlato dell'atteggiamento post-apocalittico che caratterizza gli abitanti di Città del Messico. Siamo il risultato di una catastrofe, ma supponiamo che il peggio sia già passato. Inutile recriminare sulle radiazioni nucleari, il terremoto del decimo grado o l'epidemia che ci ha lasciato in queste condizioni. Rimuovere la tragedia e relegarla in un passato impreciso, è la nostra migliore terapia. Ciò che vediamo è la conseguenza e non la causa, 11esito dell'ecatombe e non il suo annuncio. Il pericolo estremo esiste solo come flashback, qualora fosse necessario vedere anche questa parte del film, la maggioranza dei cittadini preferirebbe rimanere. Un aforisma di Monsivàis coglie l'ultima certezza della mente post-apocalittica: "non esiste pesgior incubo di quello che ci esclude". Restiamo qui, dunque. Sebbene tutte le città vengano erette contro la natura, poche hanno avuto la furia distruttrice di Città del Messico. La lotta contro gli elementi si è compiuta con fanatica ostinazione. L'impero galleggiante degli Aztechi, che i cartografi rinascimentali paragonarono a Utopia e i suoi siochi d'acq_ua, è stato ridotto ai canali agonici di Xochimilco. Una volta annullata l'acqua, l'orizzonte di distruzione è divenuto il cielo. Il paesaggio urbano è caratterizzato da due immagini fondamentali; i semafori si accendono su un lago implicito e gli aerei si dileguano nella panna cremosa del cielo. Non molto tempo fa, visitando una mostra di disegni infantili, ho realizzato che nessun bambino usava l'azzurro per l'aria; i loro pastelli scelgono altri toni per la realtà: il caffè celeste. Estinguiamo l'acqua e il cielo ma la dinamica della città esige che essa continui a crescere. In quale direzione? O meglio: contro che cosa? Tutti i segnali indicano verso il basso. Le principali opere di ingegneria del Messico moPIANETA TERRA
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