ri, e dove ci porta la crisi morale, per effimera e superficiale che sia, nel terreno delle decisioni individuali e collettive? L'intera vicenda del Chapas (la ribellione indigena, le violazioni dei diritti umani, gli errori e i ripensamenti del governo, la tregua, gli episodi di privazione, la polemica senza fine) ha come prima conseguenza la ricollocazione dell'etica nella vita nazionale, all'inizio come reazione politica unita a un desiderio di cambiamento. Ciò che sicuramente emerge dal Chiapas è il carattere terribilmente razzista della società messicana, mal dissimulato dietro i ritratti degli indigeni Benito Juarez e Porfirio Dfaz. Vengono evidenziati alcuni aspetti già ampiamente noti: ancora nel 1960 a San Crist6bal de las Casas si vieta agli indigeni di salire sul mar-. ciapiede calpestato dalla "gente civile", lo sfruttamento dei proprietari terrieri e degli allevatori è semifeudale, l'esproprio delle comunità è permanente. Gran parte delle reazioni contro l'Ezln non fanno che confermare questa mentalità: "Come è possibile - si domandano i funzionari e gli imprenditori - che gli indios dispongano di armi moderne e che le sappiano usare? No, non sono capaci di autonomia. Sono sicuramente manipolati". Il razzismo e l'esaltazione del Libero Mercato pretendono di annullare le esigenze di giustizia sociale e la critica a una "modernità" sostenuta da sessanta milioni di persone in condizioni di miseria e di povertà. Il Chiapas riJ?orta il giusto significato alla critica verso l'ingannevole "pace sociale", senza per questo escludere le obiezioni alla via armata. Caso emblematico: gli assassini "reietti" Il procedimento giudiziario che riguarda all'assassinio dell'ex-governatore dello stato di Guerrero e dirigente del Pri José Francisco Ruiz Massieu risulta molto complicato. Chiare sono, invece, le caratteristiche dell'assassino materiale. Daniel Aguilar Trevino, 26 anni, appartiene a una classe che in Colombia viene definita dei "reietti" e che in Messico corrisponde alla Zona Prescindible, la zona dei settori popolari soggetti, oltre che ad altri fattori, a flussi migratori, alla disoccupazione crescente e irreversibile, ai ritmi di contrattazione del narcotraffico, alle richieste della microcriminalità. Lì si trovano i simili di Aguilar, nelle ore morte dei quartieri quasi deserti, guardando la televisione con gli occhi spalancati, appassionati dell'effimero, capaci di sopprimere definitivamente ogni curiosità, e tutto ciò che non si confaccia alle sue prospettive di lavoro. Prima di uccidere Ruix Massieu, Daniel Aguilar ha ucciso una persona nello stato di Tamaulipas, sua terra natale, forse per questo il movente dei committenti gli sembra più che naturale. Perché, chi se lo può permettere, non dovrebbe ordinare un crimine? Alla base delle azioni di questi sicari di stampo messicano vi è una concezione che tende a dilagare e a massificarsi: la vita umana come prodotto non rinnovabile. Per loro, e per le concezioni presenti nelle realtà dalle quali provengono, e da dove provengono i loro committenti, i J?rincipi morali non esistono. Nessuno li rivendica, eccetto che in occasionali prediche da sermoni, e non ha senso, in molti ambienti e regioni, parlare di "valore sacrosanto della vita umana". Questo deprezzamento morale, malgrado ciò. che dicono i tradizionalisti, non proviene da un "eccesso di PIANETATERRA educazione laica", né dalla mancanza dell'insegnamento religioso nelle scuole pubbliche, ma dall'assenza di opportunità educative per la gente comune e, a livello regionale, dall' esempio degli altri membri della comunità: chi compie delitti, pagato o a seguito di rancori familiari, abita in zone decimate dalle vendette, i ladri di bestiame o i narcotrafficanti sanno che i crimini difficilmente vengono perseguiti, e traggono le conclusioni dalla loro esperienza. Nel mondo a cui appartengono il valore più alto è quello dell'impunità. Chi gode di impunità può avere tutto, e i cadaveri dei nemici sono la medaglia a quel merito. Il crollo dei valori fa perno su una certezza: le reazioni morali non servono a niente, a questo mondo contano solo le influenze e il denaro dei caciques, i J?Oliticanti, i gestori del denaro, i devastatori d1 foreste, gli industriali, e quelli a cui non capita mai niente perché fanno la cosa appropnata nel momento più appropriato. Così, la corruzione e la criminalità ai livelli più bassi della società non è altro che l'imitazione ammirata della corruzione ad alti livelli. Secondo questa logica, i veri valori non sono quelli che sostengono l'agricoltore che verrà crivellato stanotte, o il lavoratore agricolo che andrà in prigione per reati che non ha commesso, ma quelli che consentono ai più furbi, ai più grandi, ai Meros Meros, di soddisfare ogni loro capriccio. D'altronde proprio la smodata richiesta di soddisfacimento dei desideri costituisce il vertice della scala di "valori reali" predominante nel Messico dell'ultimo ventennio. Prima, non veniva dato grande valore alla vita umana, come dimostrano gli omicidi selettivi commissionati dal governo o per iniziativa privata, contro leader popolari, oppòsitori sindacali, giornalisti ficcanaso, avvocati improvvisamente onesti. C'erano cacciatori, di Guerrero, di Veracruz o di Puebla che passavano tranquillamente dalla caccia agli animali alla caccia agli esseri umani. È solo una questione di quantità, una forma di attaccamento al proprio lavoro, potremmo dire. I giovani che portati dalle necessità di sopravvivenza sono ben esercitati alle armi, alle arti marziali e a un'estrema freddezza nell'accettazione del proprio Destino. L'assassino riconosciuto di Luis Donado Colosio, Mario Aburto, si era allenato molto per non farsi cogliere di sorpresa e non lasciarsi intimidire. "Non dirò niente", disse subito, e in effetti non disse niente. Daniel Aguilar dice tutto quello che sa e tradisce i suoi complici, ma sembra godere del fatto di affondare in compagnia. L'hanno ingaggiato, ha avuto i soldi, è stato arrestato, ha confessato ... , è ora che gli altri facciano la loro parte. Tutto qui. D'altronde lo spirito commerciale non nchiede alcuna sensibilità. Al disprezzo per la vita altrui deve corrispondere, in maniera molto forte, la noncuranza per la propria. Nel caso dei sicari della Colombia, giovani dai 15 ai 20 anni, come si vede nel film Rodrigo D. No hay futuro, prevale una sensazione esasperata della fugacità della vita. Esiste solo una certezza: "Sono vivo a quest'ora e in questa circostanza". Cogli l'attimo: accetta denaro, armi, sicurezze per la tua famiglia, promesse di aiuto in caso che muori o ti arrestino. La cosa peggiore, secondo questa logica, è morire senza provare l'emozione di disporre di una vita umana, estinguerla senza avere una ragione valida, diventare per alcu-
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