SULLA MORALE PUBBLICA DI FINE SECOLO CarlosMonsivdis (traduzione di Cristina Di Gaetano) Durante tutto questo secolo abbiamo assistit<;>,in manie_ra sempre più evidente, all'indebolimento a livello internazionale dei due sistemi di valor} opposti e, in qualche modo, com_pl~m~ntan: la m?rale laica, che nasce per sost1tu1:s1 alla teologia oppressiva e la cui affermaz10ne è data dall'approfondimento di u~a morale pu~blica basata su leggi e principi d1 c1:1lturacnst1~_na, e !a morale parrocchiale, c~1~mterpreta c10 che e pubblico con estrema ng1de_zza ~ nega _lapluralità effettiva. Questi due d1vers1 aspetti della morale si sono trovati senza voler_lo, a interagire tra loro e hann~ creato sf az1 comuni che incidono, malgrado tutto, su_ comportamento della maggioranza. Og~1 a una società essenzialmente onesta p~r _rag1?ni.legate all'~stinto c?_munit~rio e alla d1ff1colta d1_avere a~s1curata 1 1mpumtà, si oppongono d1:7erse ~macc~: guella del capitalismo selvagg10, dei moralisti e della loro furia repressiva, dell'abbattimento dell'etica impost_oda_lle_le~g_idella sopravvivenza e dalla perdita d1 s1gmficato dello stesso termine 'morale', logorato dai manipolatori della realtà e da c_ol<_>ro _che si dichia:ar:io i rappresentanti diretti d1 Dio, della Famiglia o della Repubblica. Di fr~n~e all'emerg~nz~ pratica della "post-morale nsulta ormai evidente che se non si considera la dimensione etica, ponendola al centro della questione, è impossibile arrivare alla tanto agognata transizione democratica. In_queste pagine è mia intenzione avvicinarm!, att_raverso la cronaca, ai diversi aspetti de~ dibattito sulla morale pubblica e la morale pnvata. La morale della convenienza e le convenienze della morale ~el prin:io periodo dopo l'indipendenza na_z1?nale_esisteva solo una morale: quella del cnst1anes11no così come viene trasmesso dalla chies~ cat~oli~a della Controriforma. E i portaton del,1un~ca_morale p_ossibile nulla concedono ali arb1tno della libertà di coscienza. Tutto viene codificato e regolamentato il XVII secolo, l'epoca della 'colpa', riecheggia n_elXIX secolo, l'epoca dei catechismi in cui ntorna la "morale senza Dio" sinonimo di crimine, il disonore, l'indegnità; vi è riferimento oss~ssi\o alla m<?rale1~ellecron_ache, negli articoli, nei racconti e nei romanzi che, tramite la costante rappresentazione delle buone maniere, costituiscono una guida per il raggiungimento della civiltà. E se la natura umana non c_am~iae la barbarie impera, i riferimenti cont1_nu1alla moralità hanno la funzione di esorcizzare. Come ha osservato Hannah Arendt in The Human Condition, con il costituirsi della Nazione-Stato, la proprietà privata acquisisce una ben nota significazione politica, e al sorgere del!' età moderna, la proprietà privata comincia a 'sac_raljzzarsi'. Solo un pugno di uomini capegg1at1 da Proudhon la giudica un furto. Dunque, nella considerazione sociale risulta del tutto irrilevante l'abisso esistente t;a il dire e il fare, cosa che non rischia di mettere in cattiva lu~e i g~v_ernant~ poiché questi costituiscono 1 autonta supenore e a loro è sottoposta l'autorità morale. Caratteristica del potere è l'annullamento di qualsiasi reazione etica, la , sua conseguenza, la totale sottomissione del giudizio morale dei governati. Tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, la dittatura di Porfirio Dfaz esalta l'ordine e la pace e promuove la semischiavitù e la viol~zi~:medei diritti _umani e civili. Sono pochiss1m_1coloro che s1 oppongono semplicemente ~ll'1dea che vede l'autoritarismo come parte mtegrante dell"'ordine naturale" e ancora men? s<?nocoloro che portano avanti idee più rad1cal1.In un paese soffocato dalle guerre di accentramento e dalle lotte di fazioni la dittatura appariva come il male minore. 'Purtroppo non sarà così. Nel 1924 José Vasconcelos nel suo saggio Los ultimos cincuenta anos riassume efficacemente la situazione: '.'Dfaz pers~guitava i patrioti con grande feroc1,a. Il 24 giugno 1879 il g~nerale Mier y Teran fece catturare nel forte d1Veracruz nove sostenitori di Lerdo de Tejada capeggiati dal d<_>ttorAlbert, ~o_lpretesto della cospirazione. Ricevuta la notlZla della cattura Porfirio Dfaz i~wiò al su<?subo;din~t~ 1:1n•1;~;saggio telegraf 1co, che d1c':va U~~1~1lt ~l~ 1s~an_te'.Mier y Teran obbedi e fucilo 1 png1omen nel cortile d~lla c~serma. Il crimine provocò una tale ind1gnaz1one che Mier y Teran, messo sotto accusa_~all'o_pinione p1:1bblica, impazzì. Invece Por( mo Diaz, I?er tacitare la protesta, pensò di offn_re..lav?ro a1parenti delle vittime. Dagli assassm11 d1 Veracru z non J?assò anno o mese senz~ che non fosse sacrificato un patriota messicano da !?arte di Porfirio Dfaz, o davanti a un plot~ne_ di esecuzione o sul patibolo. Per elimmare coloro che reclamavano libert~, venne_ inventata la 'legge della fuga'. Il patnota vemva catturato e trasferito dalla sua dimor~ ad un altro luogo; doveva camminare dava~~• alle_trune con le braccia legate per i gom1t) e, giun~1 m qualche luogo solitario, i s<_>ldaulo colpivano alle spalle. Veniva immediatamente emesso un atto dove si dichiarava che il_prigion_iero _a_v~va_t~ntato la fuga. Per terronzzare _gliumili s1utilizzava la leva". La leva, il reclutamento forzato è uno deg_listrumenti della dittatura, come' lo sono le tiendas de ray~1 e l'in':'io ,dei dissidenti (politici e non solo) a1 campi d1 concentramento di V~lle ~acional. Per questo la rivoluzione è, in pnma 1s~an~a~un atto morale. Bisogna riabilitare la g1usnz1a o, come propon~ono gli anarco-sindacalisti capeggiati da R1cardo Flores }1ag?1'., bis<?gna creare per la prima volta la g1usttz1a sociale. Quando Luis Cabrera attento consigliere di Venustiano Carranza ;entenzia "La rivoluzione è la rivoluzione': non fa che ribadire una cosa ovvia: il movim~nto armato genera le proprie leggi, costituisce la proI?ria fonte di legittimità. Allo stesso modo la v10lenza estrema dei "fatti d'arme" lede i principi morali, mai concretizzati nei fatti ma oggetto d~lle_pi_ùspietat~ argomentazioni 'verbali. Poch1ss1m1 sono gli osservanti della moPIANETATERRA
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