La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 14 - aprile 1996

del "bravo presentatore" che gli è toccato in sorte. Loro non sono, né vogliono essere più, come un tempo, dei "personaggi": piuttosto credono di essere intervistati come effettivi "interpreti" della Gente e della Realtà. Ciascuno giura di essere depositario della doxa, di conoscere non soltanto i problemi sociali ma le sincere aspirazioni politiche degli italiani. È così che non solo il dibattito è archiviato,· ma lo stesso sondaggio è di fatto scavalcato da questi pochi "testimoni privilegiati" che ripetono come l'Italia esiga un nuovo sistema elettorale, ambisca a diventare una democrazia matura all'americana, reclami un maggioritario inglese e un semipresidenzialismo francese ... Per quasi tutta la trasmissione si rimproverano l'un l'altro di non parlare mai dei loro identici programmi, di non entrare nel merito dei problemi, di non proporre soluzioni; quindi, passano in rassegna i mali e le priorità nazionali, e si dà vita a un estenuante gioco di rilancio e di rivendicazione non su chi la sappia più lunga, ma su chi l'abbia detto per primo. E allora, "ridurre le tasse" o "aumentare il lavoro"? Liberare il nord o governare il sud? Ma anche: Presidenzialismo contro Scuola, Liberismo contro Giustizia, in un'orgia di libere associazioni che non sono frutto di nessun discorso ma risultato inevitabile di una televisione tritadiscorsi che ormai, più che riassumere o assorbire la campagna elettorale, si propone' come autosufficiente e arroccata città delle elezioni. Lì dentro, le elezioni si anticipano o si ripetono all'infinito: ogni incontro vale per il campionato, ogni programma_ equivale a una nuova occasione, a una nuova tornata. Al termine di ogni trasmissione non ci si chiede più per chi votare, ma si ha invece la sensazione che si sia già votato e che qualcuno - c'importa poi chi? - abbia vinto anche per noi. Alla convention dell'Ulivo il professor Eco, ingannato da una temporanea materializzazione di militanti e candidati, si è lasciato sfuggire l'errore più madornale della sua carriera: ha invitato i "presenti" a snobbare il mezzo televisivo e a girare per le strade e le piazze in cerca di voti "veri". Sul "Corriere della Sera", il solito Montanelli - se$uito da chissà quanti epigoni di destra e di sinistra - ha per l'ennesima volta invitato a votare "turandosi il naso". Avvertimenti utili un tempo, quando magari c'era il problema di conquistare il voto degli elettori astenuti, mentre oggi ogni giorno si constata - e in · Avviso.al lettore tivvù si celebra - l'astensione o meglio l'ostensione del voto sopra e oltre gli elettori. E perché poi si vorrebbe comunicare dal vero? Perché ci si dovrebbe turare il naso? Dev'essere che Eco o Montanelli sono rimasti a quando l'esercizio di voto era un diritto-dovere. Oggi, Funari e Vespa insegnano al telespettatore che è invece un distorto-piacere: è appena _per vedere come finisce la partita, per "esserci" nella conta dei risultati, rer scommettere su chi sarà i fortunato estratto, per compiacere e completare il gioco televisivo dello "scontro fra i poli", che una gran massa di cittadini anc1e stavolta andrà alle Urne. E, comunque vada, saranno in pochi (~andidati a p~rte) a confortarsi oppure a piangere davanti a un risultato più o meno duro. Anche se per uno dei poli arrivasse il sonno mortale. · Vero è ben, Pindemonte? ♦ ? È con molto rincrescimento che con questo numero cessi~mo, :sperando che sia soltanto per pochi ,mesi, la pubblicazione dei nostri reportages fotografici sulle zone :•a·rischio" del pianeta. Le.ragioni sono semplici: i,costi tipografici. E non quelli d'autore, poiché i fotografi che.abbiamo pubbJicato ci hanno tutti concesso i loro lavori con generosità e solidarietà militanti. "La ~erra vista ?~lla hi,na".,,.u~n rivis;~ priv~ ~i,qu~lsivogl_i~s?stegno o fi?anz1amento, e vive del lavoro gratuito dei suoi redatton e éollaboraton. WPerriuscire a fare più cose utili e bellerper riuscire se non a crescere a mante.: nere il livello di,qualità, pur imperfetto, che crediamo di aver raggiunto, essa 4 ha bisogno del sostegno dei suoi lettori, ha bisogno che il loro numero si ~:accresca~Dipendedunque anche dai lettori e dal loro contributo alla diffusio- ''ne della rivista e alla conquista di altri lettori che ne ignorino ancora l'esistenza, se nei prossimi numeri potremo ripristinare questa sezione, cui teniamo tutti moltissimo. Saremo oyviamente mol~o grati à'chi potesse suggerirci ogni altro possibile1 mo'do di raggiungere quest'obiettivo. (G. F.) ~. ,~

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