ché non si mira ad altro se non a "convincere le donne a comprare e a consumare". Preso atto di questo giudizio, potremmo dire che il discorso è chiuso per lo meno dal punto di vista giornalistico e che, se delle valutazioni devono esse·re fatte, queste non riguardano certo il campo dell'informazione. Ma, tornando al nuovo settimanale del "Corriere", c'è qualcosa d'altro da aggiungere. "Io donna" è stato presentato (lo dice anche il sottotitolo) come "il femminile del "Corriere della sera'". A pagina 3 del primo numero si precisa anzi che si tratta di "un vero e proprio matrimonio, realizzato per la prima volta in Italia", dove il "lui" è niente di meno che "il più diffuso quotidiano italiano". "Io donna" è allora la metà femminile del più austero e sussiegoso quotidiano italiano che, lo abbiamo appreso solo ora, deve essere per forza di sesso rigorosamente maschile. Stando quindi alle parole del messaggio promozionale della rivista - e le parole hanno sempre un peso, anche se chi le ascolta non sempre ne è consapevole - "Io donna" dovrebbe aver individuato uno specifico femminile dell'informazione (non della pubblicità), riuscendo così a contaminare il genere basso del periodico rosa con quello alto e impegnato del quotidiano d'informazione. Ma come si presenta questa novella consorte del "Corriere della sera"? Ha il volto, in copertina, di Isabella Rossellini, bellezza non più giovane, come è logico aspettarsi dalla moglie d1un quotidiano che di anni sulle spalle ne ha già accumulati un bel po'. La prima rubrica, dopo quattro pagine di pubblicità, è un oroscopo arricchito pure dall'indicazione dei "giorni della fortuna" e dalla previsione puntuale delle "notti d'amore" previste per la settimana. Seguono, stretti dentro a un'unica pagina, due commenti abbastanza generici e insipidi di Lucia Annunziata (che risponde alla domanda: è più corrotta la politica o la società civile?) e di Bel'pe Severgnini (per lui la questione è: l'Italia è un paese moderno?). Sfogliando ancora trovi una rubrica di Lina Sotis sui protagonisti della settimana mondana e un'altra dedicata a "quattro donne che ci hanno conquistato e quattro che ci hanno un po' deluso" (e si va da Cristina Parodi alla nuova fidanzata di Pavarotti: che sia qui lo specifico femminile?). Tuttavia non bisdgna essere ingiusti. Oltre a queste hit parade della mondanità, ci sono, al centro del giornale, anche dei servizi che, bene o male, potremmo definire di informazione. Per esempio quello sulla nuova vita di Rosaria Schifani, vedova di uno degli agenti di scorta del giudice Falcone. Poi uno sugli irlandesi famosi nel mondo, poi un altro sul tema ~e.mpre m voga e seml?re prungmoso delle molestie sessuali in America. E poi? Poi basta. C'è la moda, ci sono le solite rubriche (lavoro, sesso, salute, alimentazione, fitness, cinema...), il tutto, come è ovvio, affogato in una pubblicità dilagante di profumi e, in ordine di frequenza, abbigliamento, cosmetici, gioielli/orologi, arredamento. Se è l'oroscopo ad aprire questa rivista per donne "protagoniste degli anni futuri", la chìusura è affidata alla solita rubrica delle lettere curata da Dacia Maraini. "Ancora voglia di differenza" è il titolo veterofemminista che è stato dato alla lettera principale della pagina. Ma quale differenza? Quella che viene riconosciuta da un settimanale dal titolo così inutilmente orgoglioso e anzi narcisista - "Io donna", appunto - non sembra proprio desiderabile. Sarà anche vero che non si parla più, come una volta, di donne casalinghe, donne domestiche, donne di servizio e tuttavia neppure il ruolo di donna cla salotto o da esposizione dovrebbe essere considerato troppo appagante. Che per i settimanali femminili le donne fossero tutte pettegole e un po' geishe, feticiste e superstiziose lo sapevamo da tempo. Che ce lo ribadisca anche il "Corriere della sera" fa un po' meno piacere, anche se, a pei:isarcibene, purtroppo non c1 sorprende come dovrebbe. C'è una pubblicità, all'interno della rivista, che forse con le immagini esprime più di qualsiasi analisi contenutistica o interpretazione ideologica. L'oggetto da reclamizzare è un'automobile di piccola cilindrata destinata, dice lo slogan, "solo per te, donna". Sul sedile posteriore dell'auto, una signora elegantemente vestita e pettinata s1sta guardando allo specchio per mettersi il rossetto. Non seduta al posto di guida, dunque, ma dietro. È quello il suo posto. Si tratterà forse della signora moglie, un po' frivola e bamboleggiante, del signor Corrieredella sera. ♦ ARTE E PARTE
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