noi, immersi nello spirito del luogo che Naipaul riesce sempre a evocare con grande efficacia e precisione sia che racconti del colonialismo e della traffico degli schiavi, o del processo di urbanizzazione che ha trasformato il volto di Port of Spain. Corpo centrale del volume sono i tre lunghi "racconti mai scritti", appunti di opere non realizzate che l'autore pubblica in una forma intermedia, non conclusa, quasi da laboratorio di scrittura, e che si alternano a sezioni più schiettamente autobiografiche di ricordi di viaggio, di incontri. La coerenza interna del libro è assicurata non solo dalla continuità della voce narrante, ma dal senso complessivo della ricerca. La prima delle tre storie "non scritte", che è anche tra le più belle, è quella di un viaggiatore anonimo del nostro secolo, che ricorda da vicino l'atmosfera Cuore di tenebra. È il racconto del viaggio lungo un fiume di un infiltrato in un gruppo di guerriglieri, accompagnato da due ragazzi indiani che di giorno gli fanno da guida nella foresta e di notte danno calore e conforto al suo corpo, alleviando il senso di minaccia e di insicurezza del viaggiatore. La seconda ha per protagonista Sir Walter Raleigh alla fine della sua vita quando, liberato dal carcere nella torre di Londra, viene inviato alla mitica ricerca dell'Eldorado in . . una nuova m1ss1one 1mposs1bile. L'ultima storia si snoda intorno alla figura del rivoluzionario venezuelano che precedette Bolivar, Francisco Miranda, anche lui colto in un momento della vita in cui è preda dell'incertezza, solo e privo di potere. Personaggi che con la loro vicenda storica e umana aiutano l'autore a ricostruire altri brani della storia del colonialismo. Ma sono molte altre le storie di uomini qualunque che si incontrano nelle pagine di questo libro. Ciascuno forse aggiunge qualcosa al ritratto dell'autore, come Blair, funzionario governativo di pelle nera, approdato a 1Jnabrillante carriera politica che Naipaul ha l'occasione di rivedere dopo molti anni e poco prima del suo assassinio. Parlando di lui, N aipaul ammira la sua "passione razziale" che gli dà il coraggio di dichiarare che al fondo siamo tutti tribalisti e razzisti, che gli appare come una verità coraggiosa su cui riflettere. O come Leonard Side, un oscuro "esteta", decoratore di torte e di cadaveri, la cui storia, narrata sotto forma di preludio, riassume forse il senso complessivo del libro, la difficoltà per ciascuno di noi di capire chi siamo e da dove proveniamo, il mistero della nostra eredità. Il libro va dunque letto anche come ricerca di identità, necessariamente poco lineare, un modo per Naipaul di fare luce sulla complessità dell'identità postcoloniale. È per questo che l'autore torna nuovamente ai suoi Caraibi. E non per la prima volta. Le prime opere, da Miguel Street, a Una casaper il signor Biswas, Il massaggio mistico, Elezioni a Elvira, etc. partono tutte da là, da quel profondo legame empatico che si avverte dietro il distacco ironico dello scrittore, il suo inimitabile understatement. Con tutta la sua opera, Naipaul ha costruito un monumento allo sguardo dello scrittore, alla sua capacità di registrare ogni dettaglio dell'esperienza senza far trasparire alcuna emozione. È in questo senso che non gli è mai piaciuto né "inventare" né svelarsi, e le ultime opere mescolano cronaca, fiction, storia e antropologia, proprio per affermare nella forma più alta il suo progetto di scrittura. Nel libro Naipaul ripercorre le tappe importanti della sua formazione e del suo apprendistato. Gli scrittori che hanno maggiormente . contato per lui - Joseph Conrad, Graham Greene - vengono solo obliquamente citati, mentre un certo rilievo viene dato al cunoso rapporto con lo scrittore inglese Poster Morris, autore di un dimenticato bestseller degli anni trenta, La tenebrosa livrea, sullo sciopero dei lavoratori del petrolio di Port of Spain, che sembra averlo aiutato a trovare un proprio stile: "Acquistando fiducia in me stesso, mi rendevo conto che lo stile della commedia, che era ormai diventata il mio abituale tono di scrittura, la capacità di creare due o tre battute di spirito per pagina, la vena scherzosa, che costituiva la duplice eredità lasciatami dalle mie origini trinidadiane, pur essendo in sé cose buone, illuminanti, erano anche un espediente per venire a patti con un mondo difficile; rappresentavano l'altra faccia dell'isterismo". (pp.119-120). ♦ ARTE E PARTE
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