SE L'EDUCATORE PERDE IL CONTROLLO Luigi Berettoni Luigi Berettoni è educatore presso la Comunità di Capodarco a Roma. ♦ Oggi, in classe, benché non intenzionalmente, ho perso il controllo e le staff e. Succede anche a chi, come me, ha quasi un ventennio di lavoro quotidiano con persone handicappate (al di là delle accezioni, dei significati e delle significanze della parola "handicappato"). Sgombro subito il campo: gli handicappati con cui sono in quotidiano contatto sono persone che hanno ritardi mentali dovuti a cause organiche - non sono malati psichici (rarissimamente è accaduto che quelle persone avessero degli innesti psicotici), né portatori di un handicap fisico a meno che essi non abbiano anche un ritardo mentale. Alcune volte mi sono imbattuto con persone che oltre il ritardo mentale avevano deficit sensoriali. È necessario che faccia ora, qui, una chiarificazione ulteriore: quasi sempre la letteratura istituzionale (legislativa, di esperti docenti universitari, ecc.) come la generale pubblicistica, quando scrive di Handicappati, Portatori di handicap, Disabili, e via dicendo, si riferisce esclusivamente a persone che vivono in carrozzella e dimentica (?) che esistono persone che non hanno un handicap visibile - Down esclusi. Persone le cui evoluzioni d'apprendimento, le capacità di discernimento, la certezza della comunicazione, la minima o sufficiente autonomia personale sono presenti a macchia di leopardo e tra l'apprendimento, la sua memorizzazione e riutilizzazione non sempre il nesso è automatico. Ciascuno ha la sua storia personale e bisoSALUTEE MALATTIA gna tenerne conto sempre, a maggior ragione se si opera in un campo educativo/formativo come la scuola professionale. Che cosa è il Centro di Formazione Professionale Caeodarco, dove insegno? Esistono sei diverse amvità dette di laboratorio ripartite in tre gruppi di allievi: per ogni attività ci sono due o tre insegnanti e un gruppo allievi di dodici-quattordici ragazzi/e. Gh allievi vi accedono subito dopo la terza media o anche in età più avanzata, generalmente comunque sono adolescenti. "La formazione professionale" di norma prepara al lavoro tecnico ma non ha una funzione formativa nel senso ~lobale del termine, come obbiettivo scolastico. Bene, questa è la principale, e abissale differenza tra la formazione professionale di stato, regionale, comunale e la nostra formazione professionale, pure convenzionata con l'ente Regione: le attività di laboratorio, nel nostro Centro, sono finalizzate sì a una (in)formazione tecnica delle diverse attività ma esse sono principalmente usate come strumenti per la formazione globale dell'allievo. Formazione che quindi non ha lo scopo precipuo di far comprendere l'Informatica, la Ceramica, ecc., bensì di offrire strumenti che possano essere utilizzati in qualsiasi situazione, strumenti capaci cioè di rendere minimamente autonomi e capaci di affrontare il quotidiano connotandolo con senso di responsabilità. Una verifica a tutto questo è l'inserimento in stages o tirocini aziendali che pongono l'allievo in una situazione di confronto costante con la realtà con cui sono in contatto, dei rapporti umani che riescono a stabilire, del lavoro in sé. Accade, non spesso però (e qui interverrebbero ragionamenti che riguardano le politiche sociali e che richiederebbero nuove pagine) che parte degli stages, si trasformino in veri e propri rapporti di lavoro (e questa è sicuramente la tendenza principale del nostro operato). Ragazzi e ragazze che, appena quattordicenni, provenienti da una scuola media spesso incapace di offrire crescita e sviluppo, in un tempo di circa quattro anni imparano regole e acquisiscono comportamenti sociali adeguati al contesto, sono autonomi negli spostamenti, possono tranquillamente usare un telefono pubblico ... Dicevo prima della storia personale che
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