La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 14 - aprile 1996

educato per riuscire simpatici a gente come quella. I malati che stanno per morire sono più quieti di un morto. Ma a noi genitori di bambini malati non è permesso essere arrendevoli fino a quel punto: (...) La strategia del combattimento la si deve studiare, e io mi sto documentando". Per definire gli stati di diversità abbiamo ideato una terminologia che non offenda la sensibilità di nessuno. Oggi, ~razie al "politically correct", tutto è molto più soft, nel mondo dei normali, per un handicappato. Parafrasando Foucault, che dall'analisi del penitenziario moderno derivava il rimpianto per lo splendore degli antichi supplizi, potremmo dire che alla rui:le chiarezza della Rupe Tarpea si è sostituita l'insidiosa leggerezza della morbida macchina ospedaliera. Se la concretezza dei programmi sociali d'intervento fosse pari all'acume semantico di chi li sforna a getto continuo vivremmo in un mondo quasi perfetto. Kenzaburo sa che i normali che assistono i diversi sono disperatamente soli, come un tempo. E non è nemmeno risparmiato loro l'inganno di parole suadenti, progetti intriganti, promesse mirabolanti. Quanti genitori di bambini handicappati sono stati raggirati con costosissimi programmi terapeutici alla fine dei quali le loro creature si sono ritrovate più deboli e "imperfette" di prima? Lo sguardo sull'handicap ha generato pietà e risentimento: utopie molte, fatti pochissimi. Quando Tori-bird ha già deciso di sopprimere il suo bambino, incontra in ospedale il piccolo uomo a cui è nato un figlio senza fegato. Quel bambini sicuramente morirà, suo padre è un samirai che deve comunque combatt'ere per una causa impossibile. Tori-bird, inconsapevolmente, diventerà il suo compagno di strada. Nessun equilibrio, nessuna salvezza, urla Kenzaburo, può scaturire dalla solitudine. Il normale ha un grande bisogno di compagni di strada: religiosi e laici, disinteressati e non opprimenti, semplici e non complicati, amministratori intelligenti e non becen, gente lucida - quando la disperazione fa perdere la lucidità - e disperata, se occorre, quando la lucidità si fa freddezza indifferente. Ma sopra ogni altra cosa, il normale ha bisogno di una forza che è solo in parte umana: ha bisogno, come Tori-bird, di dismettere la protervia della propria umanità "normale". Di farsi diverso. Per restare autenticamente normale. Kenzaburo non consola, ma indica una via. È la via della lotta: ci logorerà, noi normali che assistiamo un diverso, ma ci permetterà di uscirne a testa alta. Almeno in due: il normale e il diverso. Insieme, se possibile. ♦ SALUTE MALA1TIA

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