quel punto il prezzo da pagare sarà. di gran lunga superiore all'attenzione che potrebbe prestare alla situazione russa adesso. 2. L'intervento dell'Occidente nelle questioni della Russia non dovrebbe essere limitato al sostegno incondizionato di un particolare leader. È chiaro che non è la stessa cosa se il presidente è Eltsin o Zhirinovsky, ma non capisco perché questo debba significare che bisogna sostenere Eltsin anche quando il suo atteggiamento coincide con quello che avrebbe Zhirinovsky al suo posto. Onestamente oserei dire che Eltsin, cercando di emulare Zhirinovsky e abbandonando i principi democratici, ha perso ogni reale possibilità di essere rieletto. Questo non significa che Zhirinovsky sia in una posizione migliore. Solo per questo motivo l'alternativa "Eltsin o Zhirinovsky" appare una dicotomia falsa e irrealistica. Non bisogna sostenere i singoli individui ma azioni politiche concrete che possano contribuire a instaurare la democrazia in Russia, ossia un governo forte ed efficiente sotto il controllo diretto e costante del popolo. Sono le istituzioni emergenti della società in grado di esercitare un simile controllo ad avere bisogno di un aiuto serio e solido. Ma il sostegno 'alle riforme democratiche russe dovrebbe essere accompagnato da una altrettanto seria e solida opposizione alle azioni degli organi di governo che si distaccano dai principi della società democratica. Solo una scelta e mirata combinazione di sostegno e pressione può aiutare la trasformaPIANETA TERRA zione dello stato dal suo ruolo storico di flagello del popolo russo in quello di garante di sicurezza e prosperità, da minaccia continua per le nazioni vicine a partner affidabile con cui intrattenere rapporti paritetici. 3. L'Occidente non deve considerare la Russia uno stato-cliente debole e dipendente, il nemico sconfitto degli anni della Guerra Fredda, ma un partner autonomo e allo stesso livello. Nel mettere a punto una politica nei confronti della Russia, l'Occidente e in particolare gli Stati Uniti non devono pensare che le condizioni di debolezza e isolamento del paese potrebbero comportare dei vantaggi per alcuni paesi. Questa sarebbe un'illusione estremamente pericolosa poiché una Russia debole e isolata potrebbe invece rivelarsi una carica esplosiva capace di distruggere, in un futuro non troppo lontano, non solo il sistema di sicurezza europeo, ma quello mondiale. Ricordiamoci che al Trattato di Versailles del 1919 seguì l'Accordo di Monaco del 1938, e non si può dimenticare quello che successe dopo. Mi rendo conto che per gli Stati Uniti è un compito arduo e complesso definire una nuova politica nei confronti della Russia, una politica libera tanto da atteggiamenti euforici che ostili, una politica equilibrata e razionale, in grado di scindere gli interessi nazionali dall'egoismo nazionale. Le opinioni da sole non bastano a questo progetto. Ma chi ha mai detto che l'arte della politica è semplice? ♦ i ~ i // ' / J I
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