La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 13 - marzo 1996

LE COLPE DELLA RUSSIA Sergej Kovalev (traauzione di Monica Campardo) Questo articolo è tratto da un intervento del 1 maggio 1995 di Sergej Kovalev alla Commissione statunitense per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa riportato in "Transition", 9 giugno 1995. ♦ Inizierò con alcuni accenni a cosa sta accadendo in Cecenia, senza soffermarmi sulle notizie riportate dalla stampa. Nei primi mesi del 1995 le azioni militari russe nella regione sono state spietate e sanguinose: tra i civili le vittime degli scontri sono decine di migliaia mentre i rifugiati ammontano ad altre centinaia di migliaia. I caccia, l'artiglieria e i carri armati russi hanno distrutto la città di Grozny che prima della guerra contava 400.000 abitanti. Ma le spedizioni punitive dell'esercito stanno colpendo anche altre località. Nell'aprile 1995, per esempio, ho visitato il villaggio ceceno di Samashki dove una di queste azioni militari ha provocato la morte di almeno 100 abitanti e la distruzione di numerose abitazioni. Nelle zone della Cecenia divenute di controllo dell'esercito russo centinaia di persone sono state catturate nel corso di operazioni di polizia. I prigionieri ceceni vengono condotti in speciali "campi filtro" dove vengono interrosati per individuare gli attivisti o i simpatizzanti di Dudayev. A questo scopo vengono malmenati, a volte anche torturati e si hanno notizie di esecuzioni senza un regolare processo. Sin dall'inizio le informazioni diffuse dalle fonti ufficiali del governo russo sugli avvenimenti in Cecenia si sono basate su sfacciate menzogne. Per quanto riguarda l'attacco a Grozny del 25 e 26 novembre 1994 da parte di carri armati ed elicotteri militari, per esempio, il governo russo dapprima negò la propria responsabilità dichiarando che probabilmente l'azione era stata frutto dell'opposizione cecena a Dudayev. Tuttavia, ben presto il Ministero della difesa russo dovette ammettere che i carri armati erano carri russi, guidati da soldati russi arruolati dal servizio di sicurezza russo e che gli elicotteri che avevano attaccato l'aeroporto di Grozny erano elicotteri russi. In seguito, nel dicembre 1994, mentre ero a Grozny, il governo russo dichiarò per ben due volte che il presidente Eltsin aveva dato l'ordine di interrompere il bombardamento della città, persino mentre si sentivano il rombo degli aerei russi e le esplosipni che stavano distruggendo Grozny. Un aitro esempio di menzogna ufficiale è la storia, ripetuta con insistenza, del gruppo di anziani di Samashki uccisi dalle truppe di Dudayev, un pretesto per l'azione punitiva contro il villaggio. Io e i miei colleghi abbiamo avuto l'opportunità di conoscere e parlare con le presunte vittime di quell'incidente e ci hanno assicurato che la notizia era falsa. Perché è iniziata la guerra in Cecenia? La decisione di Eltsin di un intervento militare nella repubblica era davvero inevitabile? Avrebbe potuto fare qualcos'altro anziché usare la forza contro i ribelli? E la tanto proclamata necessità di ristabilire l'ordine e la legalità nella regione portava inevitabilmente alla guerra? Non approvo la dichiarazione unilaterale di indipendenza cecena di Dudayev. Negli anni in cui la repubblica autonoma è stata governata da Dudayev e dalla sua amministrazione, il rispetto dei diritti umani in Cecenia è stato decisamente scarso. Ma per un certo periodo immediatamente prima e dopo lo scoppio del conflitto sarebbe ancora stato possibile risolvere il problema del separatismo ceceno politicamente, ma tutti i tentativi in questo senso sono stati sistematicamente e deliberatamente boicottati dai vertici militari e dal governo di Mosca. Per quanto riguarda l'intento dichiarato di ristabilire l'ordine e la legalità in Cecenia credo sia sufficiente ricordare che molte azioni intraprese nella regione dalle autorità federali sono evidenti violazioni della Costituzione e delle leggi russe. È importante analizzare le cause della zuerra in Cecenia per evitare l'insorgere di conflitti simili in altre regioni, ma in questo momento gli obiettivi più urgenti sono una tregua effettiva in tutta la Cecenia, la fine dello sterminio e l'apertura dei negoziati per una pace equa e duratura. Mi rendo conto che ciò che preoccupa maggiormente i membri del Consresso degli Stati Uniti sono gli effetti della crisi cecena sulla politica interna ed estera russa e le conseguenze per la stabilità internazionale e per questo vorrei esprimere la mia opinione a riguardo. La guerra cecena, per come è stata e continua a essere combattuta, è la manifestazione del sorgere di una certa tendenza politica, ossia la tendenza ad affermare lo derzhavnost (la traduzione migliore è forse "statalismo semi-totalitario") come principio supremo della nuova Russia anziché i principi liberali proclamati dalla Costituzione. Questo statalismo si basa sul fatto che il potere incondizionato dello stato ha la precedenza sui diritti e le libertà dell'individuo; non implica affatto un sistema di governo forte ed efficiente in uno stato di diritto poiché questa forma di governo è incompatibile con il rispetto delle leggi, della democrazia e dei diritti umani. È strettamente connesso con il nazionalismo messianico e imperialista, con atteggiamenti anti-occidentali, con le tradizioni militariste, autoritarie e totalitarie del nostro passato. Questo statalismo è in sostanza la restaurazione del vecchio sistema comunista sotto la bandiera di una nuova ideologia. . Come dovrebbero reagire i paesi democratici? Non sono in grado di suggerire delle azioni specifiche in senso positivo: l'unica cosa che so di sicuro è come l'Occidente non dovrebbe reagire agli avvenimenti in Russia. 1. In nessun caso l'Occidente dovrebbe disinteressarsi alla Russia e lasciarla al proprio destino, poiché ben presto gli Stati Uniti e il resto del mondo si troverebbero di nuovo a dover convivere con un vicino pericoloso, aggressivo e imprevedibile. Prima o poi questa superpotenza totalitaria diventerà insofferente a condividere il pianeta con nazioni libere. Allora l'Occidente dovrà entrare in azione, ma a PIANETA TERRA

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